Ismidone di Die

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Sant' Ismidone di Die

Vescovo

 
NascitaXI secolo nel castello di Sassenage
Morte28 settembre 1115 a Die
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza28 settembre
AttributiMitria e bastone pastorale
Ismidon de Sassenage
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Die (1095-1115)
 
NatoXI secolo nel castello di Sassenage
Ordinato presbiteroin data sconosciuta
Nominato vescovo1095 circa da papa Urbano II
Deceduto28 settembre 1115 a Die
 

Ismidone (Sassenage, XI secoloDie, 28 settembre 1115) è stato vescovo di Die. Il suo culto come santo è stato confermato da papa Pio X nel 1903.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque nel castello di Sassenage, studiò a Valence e divenne canonico di Santo Stefano a Lione.[1]

Nel 1097 succedette a Ponzio come vescovo di Die. Fu collaboratore di Ugo, vescovo di Lione, per conto di cui compì missioni a Roma e Poitiers; con Ugo partecipò al concilio di Anse e compì un viaggio a Roma e Gerusalemme.[2]

Fu spesso designato dal papa come suo legato per svolgere il ruolo di pacificatore nelle controversie tra abbazie e diocesi di Francia e Borgogna.[2]

La sua ultima menzione risale all'ottobre 1114, quando ricevette a Die l'abate Ponzio di Cluny; nel settembre 1116 reggeva la sede di Die il suo successore Pietro.[2]

Il culto[modifica | modifica wikitesto]

Fu onorato come santo sin dalla morte e la chiesa in cui fu deposto gli fu intitolata; l'edificio fu distrutto nel 1567 dagli ugonotti, che profanarono e bruciarono anche le reliquie di Ismidone.[1]

Papa Pio X, con decreto del 9 dicembre 1903, ne confermò il culto con il titolo di santo.[3]

Il suo elogio si legge nel martirologio romano al 30 settembre.[4]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Bernard de Vregille, BSS, vol. VII (1966), col. 983.
  2. ^ a b c Bernard de Vregille, BSS, vol. VII (1966), col. 984.
  3. ^ Index ac status causarum (1999), pp. 464 e 599.
  4. ^ Martirologio romano (2004), p. 769.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Il martirologio romano. Riformato a norma dei decreti del Concilio ecumenico Vaticano II e promulgato da papa Giovanni Paolo II, LEV, Città del Vaticano 2004.
  • Congregatio de Causis Sanctorum, Index ac status causarum, Città del Vaticano 1999.
  • Filippo Caraffa e Giuseppe Morelli (curr.), Bibliotheca Sanctorum (BSS), 12 voll., Istituto Giovanni XXIII nella Pontificia Università Lateranense, Roma 1961-1969.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Die Successore
Bernard 1095 circa – 28 settembre 1115 Pierre II