Giovanni (vescovo di Bergamo)

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San Giovanni di Bergamo
Martirio di San Giovanni vescovo di Gian Battista Tiepolo (1743), Duomo di Bergamo
 

Vescovo e martire

 
NascitaVII secolo
MorteBergamo, 688 circa
Venerato daChiesa cattolica
Ricorrenza15 gennaio
Attributiraffigurato con il bastone pastorale
Giovanni di Bergamo
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Bergamo
 
NatoVII secolo
Ordinato presbitero660 circa
Consacrato vescovo660 circa
Deceduto688 circa a Bergamo
 

Giovanni di Bergamo (VII secoloBergamo, 688 circa) è stato un vescovo italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni è il primo vescovo di Bergamo di cui si ha una documentazione certa, anche se non negli archivi di Bergamo. Coprì il ruolo di vescovo presumibilmente negli anni dal 660 al 688[1], anni in cui incombeva l'eresia monotelita che divideva la chiesa di Roma da quella di Costantinopoli. Fu papa Agatone a convocare i sinodi dei vescovi e il vescovo Giovanni risulta presente nel sinodo di Milano del 679 e nel concilio di Roma dell'anno seguente, dove la sua firma appare al 54º posto nella professione di fede [2].

Poco rimane della sua vita e della sua storia: Paolo Diacono, monaco e scrittore longabardo, nei suoi testi lo definisce vir mirae sanctitatis; sicuramente il vescovo Giovanni fece opera di cristianizzazione dei longobardi presenti in Bergamo[3], restituendo al culto cattolico l'antica cattedrale di San Vincenzo, come riportato dai diplomi imperiali.

Rimane testimonianza del rapporto epistolare tra il vescovo di Bergamo e il re longobardo Cuniperto circa la discussione che doveva portare al titolo di chiesa Madre una tra la chiesa di Sant'Alessandro in Colonna, poi distrutta nel 1561 per la costruzione delle mura venete, e la chiesa dedicata a san Vincenzo.

Culto[modifica | modifica wikitesto]

Nei restauri del 1291 della cattedrale di Sant'Alessandro tornarono alla luce i resti della salma, questo conferma la sua presenza nella chiesa e forse il suo martirio avvenuto nel 688, nella chiesa al tempo della ribellione di Alachis duca di Trento contro il re longobardo[4].

Gian Battista Tiepolo lo ha raffigurato mentre viene ucciso, a tradimento, proprio nella chiesa, nel dipinto sull'altare maggiore tra le sette imponenti pitture dell'abside.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Lanzoni, p 1016.
  2. ^ Tintori, p 22.
  3. ^ 11 santi che vegliano su Bergamo, su bergamopost.it, Bergamopost. URL consultato il 21 febbraio 2017.
  4. ^ Tintori, p 23.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Bergamo Successore
Lorenzo circa metà dl 660 Beato Antonino dopo il 688