Friedhelm Prayon

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Friedhelm Prayon nel 2005

Friedhelm Prayon (Bochum, 20 aprile 1941) è un archeologo ed etruscologo tedesco, membro dell’Istituto Archeologico Germanico a Berlino, della Société Française d’Archéologie Classique a Parigi e della Sezione tedesca dell’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici a Firenze.[1] Le sue pubblicazioni trattano temi dell’architettura, della scultura e della religione etrusca.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nato a Bochum nel 1941, Friedhelm Prayon ha studiato a Colonia e Marburgo Archeologia classica, Storia antica, Protostoria e Filologia latina. Ha conseguito il dottorato nel 1970 con Heinrich Drerup all'Università di Marburgo.

Nel 1977 Prayon è divenuto assistente all'Università di Tubinga, dove ha costituito il Dipartimento di Archeologia etrusco-italica ed è rimasto professore fino alla sua dispensa dal servizio attivo nel mese di luglio del 2006.

Nel periodo 1984-1991 Prayon ha condotto in collaborazione con l'Università di Perugia ricerca sul campo nella necropoli di Cannicella nei pressi di Orvieto, e dal 1995 al 2001 nell'insediamento etrusco di Castellina del Marangone nei pressi di Civitavecchia.

Friedhelm Prayon è membro corrispondente dell'Istituto Archeologico Germanico dal 1979 e dal 1982 membro dell'Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici di Firenze.

Opere principali[modifica | modifica wikitesto]

  • Frühetruskische Grab- und Hausarchitektur, Ergänzungsheft 22). Heidelberg 1975 (in tedesco).
  • Phrygische Plastik. Die früheisenzeitliche Bildkunst Zentral-Anatoliens und ihre Beziehungen zu Griechenland und zum Alten Orient, Tübingen 1987 (in tedesco).
  • mit A.-M. Wittke: Kleinasien vom 12. bis 6. Jh. v. Chr. Kartierung und Erläuterung archäologischer Befunde und Denkmäler. Wiesbaden 1994 (in tedesco).
  • Die Etrusker. Geschichte, Religion, Kunst, Beck, Monaco di Baviera 1996; 5. Auflage 2010 (in tedesco).
  • Die Etrusker – Jenseitsvorstellungen und Ahnenkult, Zabern, Mainz 2006 (in tedesco), ISBN 3-8053-3619-5.
  • Gli Etruschi, Bologna, Il Mulino, 2006.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (IT) Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici - sito ufficiale, su studietruschi.org, Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, 2018. URL consultato il 24 novembre 2018.

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