Franco Briolini

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Franco Briolini
NascitaAlbino, 29 maggio 1908
MorteArnautowo, 26 gennaio 1943
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàAlpini
Reparto5º Reggimento alpini
Anni di servizio1928 - 1943
GradoCapitano di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Campagna italiana di Russia
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Seconda battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959) [1]
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Franco Briolini (Albino, 29 maggio 1908Arnautowo, 26 gennaio 1943) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Albino, provincia di Bergamo, il 29 maggio 1908.[2][3] Conseguito il diploma di ragioniere andò a lavorare come impiegato di banca, e nel 1928 fu chiamato a prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito ammesso a frequentare il corso allievi ufficiali di complemento presso la Scuola di Milano.[3] Nell'aprile 1929 fu nominato sottotenente dell'arma di fanteria, specialità alpini, in forza al 7º Reggimento alpini venendo posto in congedo nell'ottobre 1929.[2] Fu richiamato in servizio attivo, con il grado di tenente, all'atto della dichiarazione di guerra a Francia e Gran Bretagna, il 10 giugno 1940, ed assegnato al battaglione alpini "Val Camonica" del 5º Reggimento alpini, con cui combatté dall'11 al 25 giugno 1940 sul fronte alpino occidentale.[3] Smobilitato il battaglione alpini "Val Camonica" passò al V Battaglione complementi con il quale parti nel gennaio 1941 per l'Albania per combattere sul fronte greco-albanese.[2] Rientrato in Italia nel luglio 1941 con il grado di capitano, l’anno successivo, al comando della 29ª Compagnia del battaglione alpini "Tirano" raggiungeva in Unione Sovietica il CSIR.[2][3] Cadde in combattimento ad Arnautowo, nel corso della seconda battaglia difensiva del Don, il 26 gennaio 1943, e fu successivamente insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4][2]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di compagnia alpina capace ed ardito trasfondeva in cinque mesi di operazioni sul fronte russo il suo esuberante entusiasmo ed il suo elevato senso del dovere, nei suoi alpini, formando del reparto un solido ed aggressivo strumento di guerra, temprato contro tutte le avversità e gli ostacoli del difficile settore operativo. In un momento particolarmente critico di un aspro combattimento, ricevuto l’ordine di contrattaccare il nemico che, superiore in uomini e mezzi, stava attaccando una colonna in ripiegamento, benché conscio della sua superiorità numerica, senza armi di accompagnamento, con poche munizioni e con uomini sfiniti dalle lunghe marce nella steppa gelida e dalle privazioni, consapevole del sacrificio, si metteva alla testa dei suoi alpini e li trascinava in assalto disperato che sorprendeva il nemico sconvolgendone le file e mettendolo in fuga. Nel generoso ed eroico tentativo immolava la sua giovane vita, supremo olocausto di una delle più tipiche figure della gente delle nostra montagna che addita la via del sacrificio e del dovere; morente incitava ancora i suoi alpini al grido di « Avanti alpini, Viva l’Italia..[5]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 198.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]