Lophura ignita

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Fagiano di Vieillot
Stato di conservazione
Prossimo alla minaccia (nt)[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Aves
Ordine Galliformes
Famiglia Phasianidae
Genere Lophura
Specie L. ignita
Nomenclatura binomiale
Lophura ignita
(Shaw, 1798)
Coppia di esemplari della sottospecie L. i. rufa.
Raffigurazione di L. i. rufa.

Il fagiano di Vieillot, fagiano crestato o dorso di fuoco crestato (Lophura ignita (Shaw, 1798)) è un uccello della famiglia dei Fasianidi originario della penisola malese e delle isole di Sumatra e Borneo[2]. Più propriamente, con il nome comune di «fagiano di Vieillot» si indica la sottospecie L. i. rufa, mentre le due sottospecie del Borneo vengono chiamate «fagiano nobile».

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Il maschio misura 65-70 cm di lunghezza, dei quali 24-30 spettanti alla coda, per un peso di 1812-2605 g. La femmina è leggermente più piccola: 56-57 cm di lunghezza, dei quali 15-19 spettanti alla coda, per un peso di 1600 g circa[3].

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

Il maschio della sottospecie nominale ha bargigli blu cobalto molto simili nella forma a quelli del fagiano argentato, cioè con lobi di grandi dimensioni che formano un semicerchio sopra l'occhio e i lobi inferiori che si sviluppano in avanti. Sulla sommità della testa presenta una cresta a forma di pennello; il collo, il petto, la mantellina, il dorso, le copritrici e le cosce sono di colore blu violaceo scuro; le copritrici alari blu scuro presentano delle frange iridescenti blu oltremare, mentre le remiganti primarie e secondarie sono nero-bluastre; le piume della parte bassa del dorso hanno la base blu-nera nascosta da frange di un bruno-nerastro ramato brillante che formano una grande macchia, sebbene più ridotta rispetto a quella presente nella sottospecie L. i. nobilis; il groppone e le copritrici caudali presentano delle grandi frange blu metallico. La coda, corta, larga e piatta, presenta le tre coppie di penne centrali di colore cannella-castano e leggermente arcuate, mentre le rimanenti cinque coppie sono generalmente nere. Tuttavia, esiste una notevole individualità nella distribuzione dei colori: la terza coppia a volte si presenta nera sulla parte interna e la quarta può presentare variegature castano-fulve sulla parte esterna, occasionalmente presenti anche nella quinta. La parte inferiore del petto e i fianchi sono di un castano-ramato brillante, mentre l'addome è nero. Gli occhi sono rossi e le zampe, che generalmente vanno dal grigio chiaro al biancastro, possono essere anche grigiastre con sfumature giallognole o rossastre, con tarsi dotati di forti e acuminati speroni. La femmina ha i lati della testa e il capo, anch'esso ornato di cresta a forma di pennello, di colore castano-fulvo, le ali e le copritrici della coda finemente variegate di nero, le penne della coda nere con bordi finemente variegati di marrone scuro, il mento e la gola bianchi; le piume del petto, i fianchi e le cosce mostrano variegature molto più fini di colore bruno-nerastro con bordi bianchi che producono un effetto squamato; l'addome è bianco. I bargigli sono uguali come forma e colore a quelli del maschio, ma sono notevolmente più piccoli; anche le zampe e il becco sono uguali a quelli del maschio, ma quest'ultimo alla base si presenta marrone, mentre le zampe a volte mostrano sfumature bruno-rossastre.

La sottospecie L. i. nobilis è praticamente identica a quella nominale, ma se ne distingue per le dimensioni maggiori e per la maggior presenza di marrone ramato sulla parte bassa della schiena.

Il maschio della sottospecie L. i. rufa assomiglia, per forma e costituzione, a quello di L. i. nobilis, ma presenta le penne centrali della coda bianche anziché cannella-castano. Il petto e i fianchi sono di colore blu scuro; le piume di questi ultimi presentano il rachide composto da striature bianche di larghezza variabile. La parte bassa del dorso mostra una grande macchia di colore ramato-rossiccio brillante e con meno marrone rispetto a L. i. ignita. Anche i bargigli hanno una forma diversa, formando quattro lobi regolarmente disposti intorno agli occhi, uguali a quelli del fagiano di Swinhoe, con colorazione blu cobalto più chiara rispetto a L. i. ignita e una macchia rossa sui bordi dei lobi inferiori. Le zampe sono rossicce e dotate di forti e acuminati speroni. La femmina nel complesso presenta una colorazione molto simile a quella di L. i. ignita, ma se ne differenzia per essere più uniforme e pressoché priva delle variegature che caratterizzano la livrea della conspecifica. Inoltre è più grossa e alta sulle zampe, ha la coda interamente castana e le zampe rossicce anziché grigio-brunastre[3].

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Primo piano della regione dorsale di un maschio della sottospecie ignita.

Comportamento[modifica | modifica wikitesto]

Il fagiano di Vieillot è un uccello molto prudente. Dato che vive nel fitto sottobosco delle foreste pluviali, è difficile osservarlo per un periodo abbastanza lungo da poter descriverne in dettaglio le principali abitudini. Viene osservato per la maggior parte delle volte in prossimità di fiumi o piccoli ruscelli e la sua presenza è spesso tradita dai richiami che le bande di esemplari emettono per comunicare tra loro mentre si spostano sotto la copertura degli alberi. È possibile individuarlo anche grazie al ronzio prodotto dallo sbattere delle ali dei maschi. A causa della mancanza di visibilità nel sottobosco, è piuttosto difficile determinare con sicurezza la dimensione dei gruppi. Tuttavia, è possibile affermare che i membri di ciascun gruppo siano piuttosto numerosi. I raggruppamenti di 5-6 individui sono frequenti e per lo più (ma non sempre) comprendono un unico maschio. Non appena vengono disturbati, questi uccelli fuggono via correndo rapidamente, rimanendo uniti e non disperdendosi. Tuttavia, quando il pericolo è maggiore, si alzano in aria con un volo rumoroso e disordinato, atterrando a breve distanza[3].

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Il fagiano di Vieillot ha una dieta varia. A quanto pare si alimenta durante tutto il giorno, razzolando nella lettiera di foglie e afferrando con il becco i piccoli animali o i vegetali che trova. Sempre con il becco stacca piccoli morsi dai frutti maturi caduti a terra. Il fagiano di Vieillot seleziona accuratamente le zone di foresta umida dove gli invertebrati sono abbondanti[3].

Riproduzione[modifica | modifica wikitesto]

La modalità di riproduzione è sconosciuta. In cattività, questi uccelli sono monogami. In natura, tuttavia, alcuni indizi sembrano suggerire che le cose siano più complicate. I fagiani di Vieillot non emettono richiami potenti. Il ronzio delle ali è senza dubbio la tecnica più importante e il rituale più elaborato che il maschio possiede per mettere in evidenza e segnalare il possesso del suo territorio. Dal momento che tale comportamento è più frequente tra maggio e giugno, nel periodo in cui si formano le coppie, si può pensare anche che sia un rituale importante per sedurre le femmine. Durante il periodo pre-nuziale, i maschi occupano un nucleo centrale di un ettaro all'interno del loro vasto territorio. Questa superficie limitata, i cui confini vengono ben mantenuti, può eventualmente servire da territorio di accoppiamento.

La stagione della nidificazione va da aprile a giugno. Il nido è una struttura semplice costituita da foglie secche, erba e bambù, nascosta nel fitto sottobosco. La femmina vi depone da 4 a 8 uova di colore da bianco-crema a camoscio-crema, di forma relativamente circolare. Il periodo di incubazione dura 24 giorni[3].

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

I fagiani appartenenti a questa specie vivono nelle regioni di pianura della penisola malese, dell'istmo di Kra, di Sumatra e del Borneo. Nonostante siano distribuiti in aree non propriamente vicine e spesso diverse, frequentano habitat che potremmo definire molto simili, se non del tutto uguali, pur con qualche piccola variante dovuta a diverse caratteristiche sia comportamentali che caratteriali. Vivono solitamente a quote piuttosto basse o collinari all'interno di foreste primarie decidue e sempreverdi con ricco e intricato sottobosco, ma non disdegnano neppure boschetti di bambù e macchie cespugliose con abbondante copertura vegetale, anche spinosa, che si trovano soprattutto nelle vicinanze di ruscelli o corsi d'acqua importanti[3].

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Gli studiosi riconoscono quattro sottospecie di fagiano di Vieillot[2]:

  • L. i. rufa (Raffles, 1822), diffusa nella penisola malese e a Sumatra (ad eccezione della parte sud-orientale dell'isola);
  • L. i. macartneyi (Temminck, 1813), nota anche come fagiano di Delacour, endemica della parte sud-orientale di Sumatra;
  • L. i. nobilis (P. L. Sclater, 1863), diffusa nella parte settentrionale del Borneo (Sarawak e Sabah);
  • L. i. ignita (Shaw, 1798), propria della parte meridionale del Borneo (Kalimantan) e di Bangka, un'isola al largo della costa sud-orientale di Sumatra.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La specie viene considerata «prossima alla minaccia» (Near Threatened), nonostante in alcune regioni sembri ancora relativamente abbondante; in Thailandia, tuttavia, essa è divenuta ormai rara e in Malesia, sebbene sia stata osservata all'interno di alcune aree protette, la sua distribuzione attuale è comunque poco conosciuta. Localmente è ancora apparentemente comune a Sabah, Sumatra e Kalimantan, ma non ci sono dati recenti che riguardino la Birmania e, dati gli attuali tassi di deforestazione, potrebbe essere in declino anche in Indonesia[1].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) BirdLife International. 2016, Lophura ignita, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ a b (EN) F. Gill e D. Donsker (a cura di), Family Phasianidae, in IOC World Bird Names (ver 9.2), International Ornithologists’ Union, 2019. URL consultato il 10 giugno 2020.
  3. ^ a b c d e f Phil McGowan e Steve Madge, Pheasants, Partridges & Grouse: Including buttonquails, sandgrouse and allies, A&C Black, 2010, pp. 306-307, ISBN 1408135663.

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