Discussione:Inflazione

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Inflazione
Argomento di scuola secondaria di II grado
Materiadiritto ed economia
Dettagli
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Progetto Wikipedia e scuola italiana

Forse, dico solo forse, non sarebbe meglio mettere una bella pagina di disambigua su Inflazione e poi redirigere alle singole pagine che trattano dei singoli argomenti? tipo:

  • Inflazione dei Prezzi
  • Inflazione Monetaria
  • Inflazione Cosmologica

Non c'è modo di essere NPOV se si pretende di trattare l'Inflazione dei Prezzi e l'Inflazione Monetaria nello stesso articolo, usando lo stesso termine Inflazione per entrambe. L'Inflazione Monetaria è la causa dell'Inflazione dei Prezzi. Non si può discutere di causa ed effetto se la causa e l'effetto sono descritte dallo stesso termine e non c'è modo di distinguere l'una dall'altro.

Inoltre l'argomento è estremamente politicizzato perché ogni definizione comporta scelte di politica economica contrastanti e la gente ci si scanna quotidianamente su queste scelte. Ha lo stesso senso di voler dare una definizione univoca di Gesù di Nazareth pretendendo che Cristiani, Islamici e Ebrei concordino. --23:19, 4 lug 2012 (CEST)

Ho appena letto in posta elettronica una contestazione della definizione di inflazione riportata in questa sede e viene proposta la seguente: "aumento eccessivo di moneta cartacea non più corrispondente alle riserve auree, per cui si determina la svalutazione del potere d'acquisto di tale moneta e il rincaro dei prezzi".

A me sembra che si confonda il fenomeno "inflazione" con quella che è una delle cause di inflazione.

A prescindere, poi, dall'assoluta (attuale) irrealtà di un legame qualsivoglia fra massa monetaria e riserve auree. Per non dire della preponderanza che stanno assumendo i mezzi di pagamento alternativi alla moneta, ma questo è un altro discorso..... --Emmeauerre 20:43, 7 gen 2006 (CET)[rispondi]

Giusto, ti hanno detto una delle cause. Le altre non si possono dire in campagna elettorale ;-) --Sn.txt 20:47, 7 gen 2006 (CET)[rispondi]
Ancora peggio, confrontando M0 e M3, si evince che oltre il 70% dei soldi è creato dalle banche... --194.243.7.239 09:29, 9 gen 2006 (CET)[rispondi]
Visto che ci siamo, non sarebbe carino spiegare nell'articolo cosa sono M0, M1, M2 e M3 che si sentono sempre dire ma non si sa mai che 'azz significano? --Kormoran 14:45, 9 gen 2006 (CET)[rispondi]
http://www.snb.ch/i/welt/glossary/m.html --BW Insultami BWB 09:25, 18 gen 2006 (CET)[rispondi]

Per piacere...[modifica wikitesto]

Ho maturato la convinzione che il nostro non sia un paese troppo normale e, spesso, trovo conferme anche dove non si penserebbe:

ma che vuol dire "le altre non si possono dire in campagna elettorale" ?

Ammesso e non concesso che in un contesto di conoscenza (non utilizziamo termini troppo importanti...) siano individuabili convenienze a dire o non dire qualcosa, vogliamo entrare nel merito di quell'affermazione?

Bene, io penso che se - nella vita di una comunità - c'è un momento nel quale si deve dire di tutto e di più, questo momento è proprio quello della campagna elettorale.

Chiarito che tutti i momenti sono buoni a dire qialsiasi cosa, salvo insulti e altri argomenti metalogici, certo il momento per eccellenza, in cui il cittadino responsabile si riprende un pò del potere che i suoi rappresentanti gli hanno sequestrato, è questo, o no ? --Emmeauerre 20:54, 9 gen 2006 (CET)[rispondi]

era solo una battuta evidentemente infelice circa il fatto che in campagna elettorale l'accusa dialettica di aver causato inflazione o di aver falsato i dati ufficiali sull'inflazione rivolta ad avversari politici è quasi una costante. La strizzata d'occhio ( il segno ";-)" ) indicava che la frase aveva un'intenzione scherzosa e che parlarne in tempi di elezioni può apparire propaganda. Tutto qui --Sn.txt 21:02, 9 gen 2006 (CET)[rispondi]
Per avere una maggiore comprensione della nuova definizione di inflazione è possibile leggere alcuni testi di Ludwig von Mises ed in generale della scuola economica austriaca a questo link: www.mises.org
Per quanto riguarda la confusione in cui è possibile cadere cercando di determinare il rapporto di causa-effetto c'è una buona spiegazione a questi link (sempre preso da mises.org):
http://www.mises.org/efandi/ch19.asp
http://www.mises.org/efandi/ch18.asp
L'unico problema è che è scritto tutto in inglese.
Altrimenti per chi vuole leggere qualcosa in italiano è possibile recarsi al sito:
http://www.usemlab.com/html/home.php
Buona lettura
Scusami tanto, ma a proposito di "NPOV", il sito di usemlab mi sembra assai polarizzato e - mi spiace dirlo - pieno di fesserie. Già la scuola austriaca non è per così dire entusiasmante, ma i suoi mentori italiani sono ancora peggio!

Perdita potere d'acquisto[modifica wikitesto]

"Ciò equivale ad una generale perdita di potere d'acquisto del denaro".

Non confondiamoci quando si parla di perdita di potere d'acquisto del denaro, stiamo parlando del valore nominale della moneta, non di quello reale che rimane costante. Infatti l'inflazione della moneta va di pari passo con l'inflazione dei salari, quindi l'aumento generale dei prezzi è insignificante poichè ne condegue un'aumento del costo del lavoro, in tutti i sensi reditribuzione salariale, costo materie prime,etc... Bisogna fare molta attenzione a le cause e gli effetti sono coletamente diversi!

Dove sarebbe scritto che l'inflazione monetaria va di pari passo con l'aumento dei salari? Queste sono le argomentazioni dei Keynesiani e dei Monetaristi, non certo degli Austriaci. Anzi, nemmeno dei Keynesiani, dato che Keynes vedeva l'inflazione come un metodo per ridurre il potere di acquisto dei salari senza che i salariati potessero capirne la causa --21:32, 4 lug 2012 (CEST)

Sulle modifiche[modifica wikitesto]

Ho modificato un pò l'articolo prima di aver letto questa discussione. Me ne stavo andando a letto, sono capitato su questo articolo perché stavo cercando di aggiungere link agli articoli che ho fatto sugli indici, e non ho fatto caso che sull'articolo c'era una discussione.

Così le mie modifiche sono state fatte senza leggere assolutamente questa discussione.

Comunque posso difenderle:

- L'inflazione non è un qualsiasi aumento del livello generale dei prezzi. Affinché si tratti di inflazione deve essere generalizzato e continuativo. Uno shock dei prezzi è cosa diversa dall'inflazione.

- L'aumento della massa monetaria, o offerta di moneta, come ha notato giustamente Senzanome.txt, è solo una delle possibili cause di inflazione. E non è neanche una causa così pacificamente accettata dagli economisti. Alcuni ritengono che, eccetto i fenomeni di iperinflazione, non ci sia una relazione così stretta tra aumento della massa monetaria e accelerazione dell'inflazione;

- Quanto all'ultima osservazione circa la perdita del potere d'acquisto, questa è sbagliata. Qui si parla appunto di potere di acquisto della moneta, e non dei salari. Qualunque cosa facciano i salari, il potere d'acquisto della moneta diminuisce a seguito di inflazione. Ed infatti i salari monetari devono aumentare per mantenere costanti quelli reali proprio perché il potere d'acquisto della moneta è diminuito. Gvittucci 00:16, 17 apr 2006 (CEST)[rispondi]

Purtroppo non sono in grado di farlo io stesso, ma credo che una sezione con titolo "Inflazione in Italia" debba parlare dell'inflazione da un punto di vista storico, puntualizzando l'impennata degli anni '70. Per come è messa ora secondo me è piuttosto POV e troppo legata alle polemiche politiche attuali. La scorporo dalla voce e la metto qui.

Liberi di ripristinarla se non siete d'accordo. --Paginazero - Ø 18:47, 21 apr 2006 (CEST)[rispondi]

Inflazione in Italia[modifica wikitesto]

L'andamento dei prezzi in Italia viene fortemente collegato ai rincari del prezzo del greggio al barile. Il costo del combustibile è solo una componente del costo logistico, che include altri due costi variabili e riducibili: il salario degli autotrasportatori e il costo dell'autostrada.

Le autostrade italiane hanno una delle tariffe per chilometro più alte in Europa; in Germania la rete autostradale è interamente gratuita e statale.

La Francia, poi, dispone di una rete di strade statali a due o tre corsie per senso di marcia, molto più vasta di quella italiana. La carenza d'infrastrutture e di un traffico sorrevoloe porta ad allungamenti dei tempi medi di percorrenza (e dei costi di trasporto).


Inoltre il fatto che i rifornimenti ai distributori di benzina avvengano con periodicità semestrale, non spiegano le variazioni quotidiane del prezzo alla pompa rispetto al prezzo del barile di greggio, quotato in borsa. In questo senso, il prezzo del distributore di benzianè quello del barile di greggio il giorno del rifornimento, con un certo ricarico del fornitore: il prezzo alla pompa dovrebbe essere stabile fino al rifornimento successivo, includendo un guadagno per il distributore di benzina.

Altro tema, che ha determinato una variazione più forte ma "una tantum" dei prezzi, è l'introduzione dell'euro. Il Parlamento varò una legge delega che impegnava il Governo a stabilire modalità attuative per il passaggio dalla lira all'euro. Fra le cause addotte per spiegare il rincaro dei prezzi: la mancanza dei controlli, il dimezzamento della quantità di moneta circolante (rispetto alle vecchie lire). Riguardo alla mancanza di controlli, è stato osservato che la prevalenza in Italia dei negozi rispetto ai supermercati spiegherebbe in parte la differenza rispetto alla media europea, per la facilità di accordi governi-grande distribuzione per calmierare i prezzi. Il governo in un economia di mercato non può decidere i prezzi; restando ferma l'autonomia decisionale della grande distribuzione, è semplice concludere un accordo in cambio di alcuni benefici economici. Più difficile è concluderlo con una molteplicità di negozianti.

a parte il fatto che trovo l'espressione "punto di vista neutrale" un ossimoro, ma in che senso questo capitolo (quello presente in pagina e quello scorporato) sarebbero "POV"? Da quanto tu dici, stai affermando una cosa diversa: che la voce andrebbe completata con altre informazioni diverse, non con l'esposizione di punti di vista diversi sul medesimo soggetto. L'incompletezza dell'argomento è sicuramente un problema, ma non mi pare un buon motivo per sopprimere quel che c'è. Diverso sarebbe il caso di un discorso che esprimesse un preciso punto di vista, facendolo passare come unico e unanime, e nascondendo quelli diversi. Quest'ultimo mi pare l'unico significato sensatamente attribuibile alla infelice espressione "NPOV".

Inserimenti sulla voce[modifica wikitesto]

Ho eliminato dalla voce il seguente inseriemento:


L'andamento dei prezzi in Italia viene fortemente collegato ai rincari del prezzo del greggio al barile. Il costo del combustibile è solo una componente del costo logistico, che include altri due costi variabili e riducibili: il salario degli autotrasportatori e il costo dell'autostrada.

Le autostrade italiane hanno una delle tariffe per chilometro più alte in Europa; in Germania la rete autostradale è interamente gratuita e statale.

Le autostrade sono in regime di concessione con la Società Autostrade. Le tariffe sono concordate con il Governo che può bloccare gli aumenti tariffari.

La Francia, poi, dispone di una rete di strade statali a due o tre corsie per senso di marcia, molto più vasta di quella italiana. La carenza d'infrastrutture e di un traffico sorrevoloe porta ad allungamenti dei tempi medi di percorrenza (e dei costi di trasporto).


Inoltre il fatto che i rifornimenti ai distributori di benzina avvengano con periodicità semestrale, non spiegano le variazioni quotidiane del prezzo alla pompa rispetto al prezzo del barile di greggio, quotato in borsa. In questo senso, il prezzo del distributore di benzianè quello del barile di greggio il giorno del rifornimento, con un certo ricarico del fornitore: il prezzo alla pompa dovrebbe essere stabile fino al rifornimento successivo, includendo un guadagno per il distributore di benzina.

Altro tema, che ha determinato una variazione più forte ma "una tantum" dei prezzi, è l'introduzione dell'euro. Il Parlamento varò una legge delega che impegnava il Governo a stabilire modalità attuative per il passaggio dalla lira all'euro. Fra le cause addotte per spiegare il rincaro dei prezzi: la mancanza dei controlli, il dimezzamento della quantità di moneta circolante (rispetto alle vecchie lire). Riguardo alla mancanza di controlli, è stato osservato che la prevalenza in Italia dei negozi rispetto ai supermercati spiegherebbe in parte la differenza rispetto alla media europea, per la facilità di accordi governi-grande distribuzione per calmierare i prezzi. Il governo in un economia di mercato non può decidere i prezzi; restando ferma l'autonomia decisionale della grande distribuzione, è semplice concludere un accordo in cambio di alcuni benefici economici. Più difficile è concluderlo con una molteplicità di negozianti.


in quanto mi sembra si sviluppi in maniera piuttosto off-topic (e, certamente, in maniera molto sommaria). Dal momento che però, al contempo, contiene alcuni spunti per un possibile discorso legato agli elementi di influenza sull'inflazione in Italia lo posto qui. CHi ne avesse voglia potrebbe trarne materia per un'eventuale integrazione nella voce. -- Pap3rinik (..chiedi ad Archimede) 14:24, 5 mag 2006 (CEST)[rispondi]

Oops: mi accorgo solo ora che è la medesima azione già fatta da Utente:Paginazero al thread precedente. Sorry :-) -- Pap3rinik (..chiedi ad Archimede) 14:26, 5 mag 2006 (CEST)[rispondi]

inflazione petrolio ecc.[modifica wikitesto]

visto che l'articolo "inflazione in Italia" prende in considerazione l'aumento del costo del petrolio come fattore fondamentale che determina un aumento del costo della vita, credo sia interessante notare che in Italia le tasse sulla benzina sono molto alte tra IVA ed accise. Credo rappresentino un buon 60% del costo totale. Spero l'intervento non sia fuori luogo ma già che si parlava di inflazione e petrolio... i dati sulla tassazione si trovano sul sito del ministero delle attività produttive http://dgerm.attivitaproduttive.gov.it/dgerm/prezzimedi.asp?anno=2006 nicola


il continuo cambiamento dei panieri di riferimento rischia di rendere i dati non confrontabili da un periodo all'altro. Eppure l'inserimento di nuovi prodotti porta ad una stima erronea, che stranamente non varia per eccesso e difetto, come una variabilità naturale, ma solo in un senso, per abbassare l'inflazione, come una variabilità strtturale che andrebbe corretta (e non naturale, e introdotta intenzionalmente da qualche interesse di parte).

Il ciclo di vita di un prodotto ha 4 fasi: introduzione, diffusione, maturità, obsolescenza. Inserire un prodotto, o magari una tecnologia nuovi, abbasse l'indice totale agendo su 3 parametri:

-quantità venduta (aumenta)

-prezzo (in fas discendente)

-aumento delle prestazioni, da incorporare nel prezzo. La cosa è più forte se oltre ad un nuovo prodotto compare una nuova tecnologia, e più di tutti nel settore informatico, forte della legge di Moore.

Conviene inserire dati prpdotti indi fiddusione, anzichè di uso comune o obsoleti, poichè questi ultimi registrano solo una diminuzione del prezzo (mentre la quantità venduta scende).

D'altra parte, i prodotti nuovi che stanno diffondendosi non dovrebbero essere trascurati da un indice dei prezzi al consumo, proprio perchè sono gli oggetti di maggiore consumo. Oltre ad interessi "di aprte", per il loro inserimento propende anche un discorso di oggettività e rappresentatività della misura. semplicemente i prodotti inseriti dovrebbero essere lasciati per tutta la durata del ciclo di vita, senza essere eliminati nella loro maturità o obsolescenza. Il campione da un periodo dovrebeb essere più esteso, diverso dai precedenti ma solo nel senso di più grande, senza escludere prodotti misurati in precedenza.

Polemica sull'inflazione in Italia[modifica wikitesto]

Ho aggiunto i dati circa i tassi di inflazione dei beni e servizi a bassa/alta frequenza d'acquisto, in quanto incidono sull'inflazione percepita.

Ho modificato il capoverso "Come in altri paesi.....servizi alla terza età", in quanto mi pare di rilevare alcune inesattezze. Ad esempio, non solo non si considera "il prezzo degli immobili", ma non si considerano nemmeno le rate dei mutui, in quanto classificate tra gli investimenti. Mi risultano invece comprese nell'indice dei prezzi le spese per la salute (categoria 6 del COICOP) e per assistenza e assicurazione (categorie COICOP 12.4 e 12.5), a meno che l'autore del capoverso non intendesse riferirsi anche per esse, come per i "contributi pensionistici" agli importi a carico dei lavoratori (magari compresi quelli trattenuti alla fonte dai datori di lavoro) e denominati in generale contributi sociali. Ma anche in questo caso si tratterebbe di importi che riducono il reddito disponibile e non possono quindi essere considerati "spesa".

Ho infine aggiunto "citazione necessaria" all'ultimo capoverso perché sono davvero interessato a maggiori informazioni sulla commissione di cui si parla (ho trovato solo una generica notizia AGI del 2005).

--Leitfaden (msg) 11:48, 17 lug 2008 (CEST)[rispondi]

Se può essere utile alla discussione vi inviterei ad andare a controllare l'ammendamento dell'M3 durante il 2001, come si può vedere è quasi raddoppiata, questo spiega l'andamento dei prezzi. Tra altro la tratte anche sotto, quando parlate della visione austriaca.

La visione austriaca (e le altre)[modifica wikitesto]

Non ho tempo ora di lavorare sulla voce (domani parto...), ma vorrei comunque proporre un paio di considerazioni per poi basarmi sull'eventuale discussione quando tornerò.

La sezione sulla visione austriaca è utile e interessante, ma non la metterei in coda. Forse sarebbe meglio ristrutturare la voce più o meno così:

  • definizione "semplice" di inflazione (aumento dei prezzi, prescindendo sia da definizioni più articolate, sia dalle cause) e relativo calcolo;
  • l'inflazione nella teoria economica: teoria quantitativa della moneta (favorevoli e contrari), inflazione da domanda, inflazione da costi, curva di Phillips ecc., inserendo anche la visione austriaca;
  • l'inflazione nella storia economica;
  • la polemica sull'inflazione in Italia.

In concreto, vorrei rendere più articolata l'attuale sezione "In economia" e inserire in essa, come sua articolazione, la visione austriaca.

Quanto all'attuale sezione sulla visione austriaca, direi che:

  • sarebbe utile qualche fonte in più e... qualche fonte in meno; ovviamente "enciclopedica" la citazione da von Mises, un po' meno quella da luogocomune.net; anche la citazione da Polleit mi pare criticabile: non mi pare abbia molto senso dire "La diagnosi degli economisti di scuola austriaca sarebbe...", perché o lo dicono o l'hanno detto (e allora vanno citati) oppure si tratta di un'opinione di un tizio come un altro (facile citare gran quantità di opinioni ben diverse; quanto a me, sono pronto a dimostrare che potrei tranquillamente affermare che "la diagnosi di Adam Smith sarebbe"... ben diversa); mi pare sia invece necessario indicare le fonti di affermazioni come "In contrasto con questo sistema, gli austriaci propongono il ritorno ad un sistema denominato free banking" (lo propongono ora? e chi sono gli austriaci che lo propongono? anche nella voce "Free banking" di wikipedia inglese c'è un bel "citation needed"...);
  • la citazione da Poillet, inoltre, mi pare decisamente lunga, e questo anche perché esprime solo l'opinione di un "tizio" (rispettabilissimo, ma meno "citabile" di von Mises, e anche meno "citabile" di quel Mario Draghi frettolosamente rimproverato di ragionamento circolare (?) da luogocomune.net);
  • ne risulta, insomma, un clima troppo poco NPOV; mi pare confermarlo, in particolare, l'affermazione "Seguendo questo ragionamento si può comprendere perfettamente l'aumento dei prezzi nella zona euro e negli Stati Uniti come naturale conseguenza dell'aumento degli aggregati monetari, in particolar modo dell'indicatore M3"; vi sono ben due note, però:
    • sono relative all'aggretato M3 e non chiariscono a chi debba attribuirsi la "perfetta comprensione" dell'aumento dei prezzi, se ad un autore "austriaco" (che andrebbe citato) o ad un autore della voce (e allora sarebbe ricerca o opinione personale, quindi non enciclopedica);
    • nella pagina a cui rinvia la seconda nota si legge un giudizio non molto coerente con la tesi che l'aumento di M3 sia alla base dell'aumento dei prezzi: "questa intensa crescita di M3 dovrebbe non essere di per sè inflazionistica: l’aumento dell’offerta monetaria, infatti, trova a fronte un adeguato aumento della relativa domanda".

Non modifico, non inserisco "citazione necessaria", non faccio nulla. Metterò eventualmente mano alla voce quando tornerò. Spero di trovare spunti dalla discussione - oppure ne riparleremo quando saremo tornati dalle vacanze ;-)

--Leitfaden (msg) 09:47, 25 lug 2008 (CEST)[rispondi]

formula inflazione[modifica wikitesto]

Ciao, non sono un esperto di economia, ma ho un dubbio molto forte sulla definizione di inflazione data. Perlomeno, così come è scritta, secondo me si presta ad interpretazioni errate. Si definisce l'inflazione come la derivata rispetto al tempo dei prezzi. Non so quale sia la definizione "da manuale", ma da quanto ho capito leggendo il resto della voce, comunemente si tende a confondere l'inflazione con il tasso di inflazione. Secondo me sarebbe più utile partire da questo e inserire la formula di questo piuttosto che dell'inflazione, partire perciò dall'aumento relativo dei prezzi. Si potrebbe definire come prima cosa il tasso di inflazione "k" come dp/dt=kp (scusate se non uso latex), che risulta intuitivo anche come "unità di misura", cioè k è una percentuale fratto un tempo. Così si evita di fare il seguente errore: se si pone l'inflazione come definita nella voce pari ad una percentuale "k" (come viene espressa quotidianamente) si ha l'assurdo che un oggetto aumenta di prezzo indipendentemente dal suo costo. Ad esempio, se si suppone l'inflazione costante nel tempo, dalla formula presente nella voce (dp/dt=k) risulta p(t)=p(0)+kt, dove p(0) è il prezzo iniziale. Quindi l'incremento (assoluto) del prezzo di una macchina da 10000 euro è uguale a quello di un cellulare da 100 euro. Invece usando dp/dt=kp, dove k è il tasso di inflazione, si ottiene p(t)=p(0)exp(kt), ovvero un incremento esponenziale, che per valori piccoli del tasso di inflazione è circa p(t)=p(0)+ktp(0), cioè proporzionale al prezzo iniziale.


Ciao --Moserrouge (msg) 16:38, 2 ott 2008 (CEST)[rispondi]

La formula piace poco anche a me, ma credo tu confonda tra prezzo e livello generale dei prezzi. Nella formula p è il livello generale dei prezzi, cioè un numero indice complesso, e non è affatto detto che i prezzi di singoli beni seguano l'andamento generale. Ad esempio, puoi ben avere un aumento del livello generale dei prezzi e, in tale ambito, un aumento del prezzo delle automobili insieme ad una diminuzione del prezzo dei cellulari. --Leitfaden (msg) 17:12, 4 mar 2009 (CET)[rispondi]

Un sito che reputo interessante viene sempre eliminato[modifica wikitesto]

Ho inserito spesso il link verso L'inflazione in Italia, Area euro e USA. Lo reputo veloce, utile e immediato Ho letto le specifiche e ritengo che possa tornare utile agli studenti e studiosi. Ritengo che non può essere vietato perchè le risorse sulla pagina indicata sono gratuite Certo di non aver violato le indicazioni auguro buon lavor

Franco De Angelis - Bologna

È vietato l'inserimento di collegamenti a siti commerciali (ovvero a "siti a carattere prevalentemente commerciale") ed a siti a pagamento (ovvero "che richiedono un pagamento per accedere ai contenuti principali"). Mi sembra sia il caso di rivaluta.it, tanto più che le informazioni gratuite possono essere facilmente reperite nei siti istituzionali, che costituiscono sicuramente una fonte più autorevole.
Tolgo l'avviso e, se non sei d'accordo con le mie motivazioni, ti pregherei di coinvolgere un amministratore.
--Leitfaden (msg) 17:05, 4 mar 2009 (CET)[rispondi]

L'inflazione in Germania[modifica wikitesto]

A memoria, ho sempre saputo (non ricordo da chi e dove e come) che l'inflazione tedesca del primo dopoguerra fu causata dall'esosità dei danni di guerra, fissati in marchi, richiesti alla Germania soprattutto per pressioni francesi. Per pagarli dovettero battere moneta. Se questo mio ricordo non è una leggenda metropolitana (non ho modo di controllare), andrebbe detto, perché storicamente non sarebbe un fatto di poco conto. Se qualcuno ha a portata di mano le fonti giuste, potrebbe controllare e aggiungere un periodo.

Troppo "austriaci"?[modifica wikitesto]

A me sembra che questa frase, forse al di la delle intenzioni dell'estensore, dia un'immagine errata: "L'aumento dell'offerta di moneta superiore alla domanda, stimolando la domanda di beni e servizi e gli investimenti, è unanimemente considerata dagli economisti una causa dell'aumento dei prezzi nel lungo periodo."

Questa frase non è austriaca, è logicamente sbagliata. Se l'offerta di denaro è superiore alla domanda non ci può essere una inflazione dipendente dall'offerta di denaro, ma solo dalla domanda di denaro effettivamente soddisfatta. Non viene chiarito quale sarebbe il prezzo del denaro. Inoltre quello che viene offerto non è denaro ma credito. Se nessuno accetta quel credito il denaro non viene immesso nell'economia ed è come se non esistesse. Più corretto sarebbe scrivere "L'aumento della massa monetaria, stimolando la domanda di beni e servizi e gli investimenti, è unanimemente considerata dagli economisti una causa dell'aumento dei prezzi nel lungo periodo."

Altre cause concomitanti possono spingere per un aumento o una diminuzione generalizzata dei prezzi.


Mi sembra (a appare), come un po' complessivamente tutta la voce, un po' troppo "austriaca", una scuola dipensiero tutt'altro che "unanimemente" accettata (v. Stiglitz, Krugman, ecc.). Capisco che quel "lungo periodo" gioca forse un ruolo essenziale, ma mi pare troppo criptico e può essere fuorviante. La stessa voce nella wikipedia in inglese mi sembra più corretta, perché distingue subito tra inflazione e iperinflazione. Questa formulazione,ad esempio, mi sembra più corretta, meno didascalica e (per questo) più enciclopedica (da en.kiwipedia): "Economists generally agree that high rates of inflation and hyperinflation are caused by an excessive growth of the money supply.[4] Views on which factors determine low to moderate rates of inflation are more varied." "generally", non "unanimemente". Inoltre trovo curioso che in una voce sull'inflazione non venga mai nemmeno citata la trappola della liquidità, né il deflatore del PIL, che nel mondo anglosassone e da molti economisti è considerato un indicatore di inflazione più significativo degli indici basati su panieri. Non faccio modifiche perché non sono un economista. Invito chi lo è, a qualunque "scuola" si riferisca, a farlo, tenendo più conto della varietà delle vedute sull'argomento.

Gli argomenti trappola della liquidità, deflatore del PIL sono trattati nelle apposite voci. Le ho linkate in fondo all'articolo. Ho anche fatto "uscire dal rosa" le affermazioni per cui erano indicate delle fonti. --Kormoran (msg) 10:09, 10 lug 2009 (CEST)[rispondi]

Mi pare di capire che solo l'ultima frase sia di Kormoran. Rispondo quindi all'anonimo che ha scritto quanto precede. La voce così come è ora non piace neanche a me, tanto che ne avevo già proposto una riscrittura (vedi sopra). Tra l'altro, lo stesso significato di "inflazione" (come quello di "deflazione") è cambiato nel tempo. Purtroppo... il tempo è anche una risorsa maledettamente scarsa! Ora proprio non ne ho. Forse a settembre.... Intanto, alcune note veloci:
  • quel preteso unanimismo degli economisti esiste solo nella testa di chi l'ha scritto; alcuni (in particolare alcuni "austriaci") ritengono che l'aumento dell'offerta di moneta faccia aumentare la domanda di beni di produzione fino a che non si giunge ad una crisi, altri ritengono che faccia aumentare la produzione solo nel breve periodo, altri ritengono che il costante aumento dei prezzi che si verifica da qualche decennio è dovuto al prevalente regime di oligopolio, altri che è la quantità di moneta ad adeguarsi ai prezzi, non viceversa, e che comunque non è possibile controllare l'offerta di moneta ecc.;
  • la trappola della liquidità mi pare c'entri molto poco, diciamo pure nulla, con l'inflazione; la trappola, infatti, scatta solo dopo una caduta dell'efficienza marginale del capitale, quindi nelle fasi recessive, e ai tempi di Keynes recessione voleva dire caduta dei prezzi;
  • il deflatore del PIL è invece un aspetto importante, di cui bisognerebbe parlare; in sintesi:
    • gli indici dei prezzi al consumo sono calcolati anche sulla base dei prezzi di beni importati;
    • il deflatore del PIL misura le variazioni dei soli prezzi dei beni prodotti, ma anche di quelli non di consumo;
ne segue che si usano gli indici dei prezzi al consumo per misurare "il costo della vita", il deflatore per depurare le variazioni della produzione da quelle dei prezzi.
--Leitfaden (msg) 10:58, 10 lug 2009 (CEST)[rispondi]

Grazie a Kormoran e a Leitfaden. Quando citavo la trappola della liquidità e il deflatore del PIL intendevo dire che mi pareva che andassero citati, significativamente, nel corso dell'esposizione. La trappola della liquidità c'entra, a mio avviso, perché è una circostanza nella quale l'andamento del prezzi e l'iniezione di liquidità si decorrelano toalmente. E' quindi un controesempio della regola semplicistica del rapporto tra liquidità e prezzi, e insieme l'illustrazione di altri meccanismi (più complessi) che agiscono nello stabilire l'andamento dei prezzi. Anche la "mancanza di inflazione" c'entra con l'inflazione ;-) (l'anonimo di prima) --80.67.117.90 (msg) 11:10, 10 lug 2009 (CEST)[rispondi]

Ho capito perché volevi menzionare la trappola della liquidità. Sì, ha senso (aumento l'offerta di moneta, ma non ho alcun effetto - nemmeno sui prezzi - perché la moneta in più "finisce sotto il materasso"). Se altri non lo faranno prima, me ne ricorderò quando metterò mano alla voce. Grazie. --Leitfaden (msg) 11:52, 10 lug 2009 (CEST)[rispondi]

Richiesta aggiunta sezione[modifica wikitesto]

Buongiorno, vorrei che venisse aggiunta una sezione sugli effetti reali dell'inflazione rispetto alle condizioni di vita dei lavoratori. Per questo richiedo collaborazione per fonti a sostegno dei seguenti concetti:

Nel sistema di produzione capitalista, gli effetti dell'inflazione sulla classe proletaria sono più che mai deleteri.

Prendendo ad esempio, la condizione in cui viene a trovarsi un operaio salariato, sotto l'effetto dell'inflazione, quando non vi siano sufficienti sistemi di tutela al suo reddito, si noterà che la qualità di vita fuori e dentro il suo ambiente di lavoro, subirà un degrado proporzionale all'andamento inflazionistico.

Questo effetto è dovuto principalmente al modello contrattuale che la maggioranza dei proprietari dei mezzi di produzione sostengono verso i sindacati, ma anche dalla politica economica che mette al centro gli istituti bancari quali attori principali delle leve che regolano l'andamento economico.

In seguito viene sostenuta questa tesi con un ragionamento.

E' ben noto che all'aumento dell'inflazione i sindacati rivendichino un contestuale aumento dei salari. E' altrettanto noto che gli imprenditori al momento della contrattazione chiedano un aumento di produttività correlato all'aumento di salario.

Queste due quantità sono incompatibili e matematicamente ci si può ricondurre a fenomeni che in fisica sono descritti come violazione di un principio di conservazione.

Affermare che l'inflazione è causata anche dalle rivendicazioni salariari, è una conseguenza della spirale di incomprensioni e devianze sulla percezione degli obbiettivi dell'attività economica.

Infatti, se fatalmente, venissero agganciate le compensazioni inflazionistiche sul salario con l'aumento di produttività, l'operaio si ritroverebbe a rincorrere l'inflazione, di fatto lavorando sempre di più ma mantenendo inalterato il suo potere d'acquisto.

Questo fenomeno ha l'ulteriore effetto di impedire un vero riconoscimento dell'aumento di produttività del salariato dovuto all'apporto dell'esperienza maturata dal lavoratore nel suo impiego. All'operaio, l'aumento di salario corrispondente alla variazione dell'inflazione è semplicemente un fatto dovuto di giustizia.

Dal punto di vista dell'imprenditore, è comprensibile che egli non possa semplicemente aumentare il prezzo di vendita delle sue merci per compensare queste "cause/variazioni" dell'inflazione. E' infatti logico che nel mercato, l'aumento di prezzo della produzione debba poter essere giustificato verso i clienti, attraverso migliorie sulla qualità, o addirittura paradossalmente, la riduzione dell'offerta. La prima si può ottenere attraverso degli investimenti in ricerca e sviluppo e innovazione sul prodotto.

Dove veramente si verifica che anche l'imprenditore è vittima della spirale inflazionistica, seppur con meno ripercussioni, in quanto di solito egli scarica i costi sulla classe operaia, è nell'azione delle banche.

Si sostiene, perversamente, più sopra che l'inflazione "permette al sistema di raggiungere alcuni obiettivi importanti ai fini dell'equilibrio economico" in quanto "processo risulta vantaggioso per i soggetti in posizione debitoria".

Ora, in realtà l'indebitamento è una condizione indotta dal fine primo delle banche, le quali sembrano sostenere verso gli imprenditori la bontà dell'esistenza dell'inflazione quale meccanismo per pagare meno interessi, ma consapevolmente perseguendo il loro vero e concreto fine: mantenere solidamente appoggiato il piede sull'acceleratore della produzione di beni del sistema economico, con la complicità (forse ingenua) degli imprenditori che hanno l'elemento per sfruttare maggiormente la classe operaia.

--Quasarblue (msg) 15:11, 6 nov 2009 (CET)[rispondi]

Vorrei inserire una piccola spiegazione riguardo alla teoria circuitista dell'inflazione:[modifica wikitesto]

La scuola di Digione ha proposto una visione alternativa dell'inflazione: Il tasso di inflazione misura lo scostamento del rapporto tra Quantita di Monetà nel circuito e la produzione reale di beni e servizi. tale inflazione è definita inflazione macroeconomica, contrapposta a una inflazione "microeconomica" misurata dall'indice generale dei prezzi al consumo, tale inflazione è microeconomica perchè essa si limita a misurare una semplice variazione nell'allocazione del reddito o un aumento dei costi di produzione delle merci e dei servizi. L'inflazione macroeconomica misura invece la perdita di potere d'acquisto della moneta derivante da una sua emissione patologica. L'impossibilità logica di utilizzare l'indice generale dei prezzi quale misura dell'inflazione può essere meglio illustrata partendo da due considerazioni: 1) Aumenti di prezzo causano semplicemente una nuova distribuzione del reddito tra tutti i soggetti partecipanti al circuito (soggetti esteri inclusi) effetto simile a quello causato da un aumento delle imposte dirette o indirette o da mutazioni nella forma dei mercati, es: Mercati di concorenza perfetta che per effetto dello sviluppo tecnico si trasformano in mercati oligopolistici o monopolistici. 2: L'inflazione può essere positiva anche in presenza di un indice generale dei prezzi stazionario o addirittura di variazioni negative, introducendo infatti la variabile del progresso tecnico possiamo facilmente capire come il progresso tecnico possa attraverso il suo sviluppo far diminuire i costi di produzione in misura maggiore rispetto ad una eventuale diminuzione dell'indice generale dei prezzi, causando quindi la presenza di inflazione macroeconomica e deflazione microeconomica nello stesso periodo. L'inflazione macroeconomica è perciò vista da Schmitt e dagli altri appartenenti alla scuola di Digione come una patologia monetaria che spezza l'uguaglianza tra prezzo valore: L'inflazione è quindi una dilatazione numerica della moneta, lo stesso valore deve quindi essere ora veicolato attraverso un numero maggiore di unita monetarie. L'inflazione nasce nell'analisi della scuola di Digione da tre diversi fenomeni che verranno qui solo riepilogati: 1) L'intervento delle autorità monetarie le quali emettono moneta per coprire un disavanzo pubblico ( tale fenomeno è però oramai raro nei paesi monetariamente progrediti) 2) L'emissione involontaria di moneta patologica da parte delle banche commerciali, causata dal processo di sovraccumulazione del capitale fisso. 3) La non esistenza di un sistema dei pagamenti internazionali.

Modifiche anonime[modifica wikitesto]

Vorrei invitare l'anonimo che aveva cambiato l'incipit della voce a non dare dell'inflazione una definizione che si riduce a una delle sue possibili cause. Grazie. --Leitfaden (msg) 14:12, 31 gen 2012 (CET)[rispondi]

errore in una formula[modifica wikitesto]

la formula

dovrebbe essere

modifiche introduzione[modifica wikitesto]

ho eliminato il link [1] perché risulta inattivo. ho poi aggiunto link università federico II a supporto della modifica testuale effettuata.

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Inflazione 2012[modifica wikitesto]

Nel testo è scritto ".. equivale ad oltre 6 000 lire del 1999, ad oltre 3 euro del 2006 e 5,17 del 2012". La fonte rimanda a un documento istat con coefficienti fino al 2008,come si è arrivati al 2012?O c'è un errore o manca la fonte per questo dato Satchel9000 (msg) 11:18, 20 feb 2021 (CET)[rispondi]

  1. ^ Why price stability?, Central Bank of Iceland, Accessed on September 11, 2008.