Diocesi di Clisma

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Clisma
Sede vescovile titolare
Dioecesis Clysmatena
Patriarcato di Alessandria
Sede titolare di Clisma
Mappa della diocesi civile d'Egitto (V secolo)
Vescovo titolaresede vacante
IstituitaXVIII secolo
StatoEgitto
RegioneAugustamnica
Diocesi soppressa di Clisma
Suffraganea diLeontopoli
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

La diocesi di Clisma (in latino Dioecesis Clysmatena) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Clisma, identificabile con Tell-El-Colzum, è un'antica sede episcopale della provincia romana dell'Augustamnica Seconda nella diocesi civile d'Egitto. Faceva parte del patriarcato di Alessandria ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Leontopoli.

Il primo vescovo noto di quest'antica sede episcopale è Giacomo, che prese parte al concilio di Tiro del 335.[1] Morì attorno al 347, come documenta la lettera festale XIX di Atanasio di Alessandria, nella quale il patriarca alessandrino riporta i nomi di vescovi deceduti di diverse sedi egiziane e i nomi di coloro che furono nominati al loro posto. Per la sede di Clisma al defunto Giacomo succedettero due vescovi, Titoes e Paolo; quest'ultimo era stato consacrato vescovo dal patriarca ariano Gregorio di Cappadocia (339-346), ma in seguito era ritornato all'ortodossia, mantenendo la sede di Clisma.[2]

Il vescovo Poemone (Poimen) è documentato in due occasioni: sottoscrisse nel 458 la lettera dei vescovi dell'Augustamnica Seconda all'imperatore Leone dopo la morte di Proterio di Alessandria;[3] l'anno seguente sottoscrisse il decreto sinodale di Gennadio I di Costantinopoli contro i simoniaci.[4]

Stefano partecipò al concilio di Costantinopoli del 553.[5][6] L'ultimo vescovo noto, di epoca ignota,[7] è Giuliano, che raccolse le reliquie del martire locale sant'Atanasio e le depose nella chiesa di Mārta Mariam di Qulzum, che divenne il centro principale del culto a questo santo.[8]

Dal XVIII secolo Clisma è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 5 giugno 1991.

Cronotassi[modifica | modifica wikitesto]

Vescovi di epoca bizantina[modifica | modifica wikitesto]

  • Giacomo † (prima del 335 - circa 347 deceduto)
  • Titoes † (circa 347 - ?)
  • Paolo † (menzionato nel 347)
  • Poemone (Poimen) † (prima del 458 - dopo il 459)
  • Giuliano †

Vescovi titolari[modifica | modifica wikitesto]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (FR) Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, p. 70 e nota 166.
  2. ^ (FR) Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, p. 68, nº 17; p. 73.
  3. ^ (LA) Concilium universale Chalcedonense, volumen quintum: Collectio Sangermanensis, in «Acta Conciliorum Oecumenicorum», edidit Eduardus Schwartz, vol. II/5, Berlino-Lipsia, 1936, p. 17,5.
  4. ^ (LA) Mansi, Sacrorum conciliorum nova et amplissima collectio, t. VII, col. 918.
  5. ^ (LA) Concilium universale Constantinopolitanum sub Iustiniano habitum, edidit Johannes Straub, volumen primum, «Acta Conciliorum Oecumenicorum» vol. IV/1, Berolini, 1891, pp. 220-231 (nº 65).
  6. ^ (DE) Evangelos Chrysos, Die Bischofslisten des V. Ökumenischen Konzil, Bonn, 1966, pp. 25-33.
  7. ^ (EN) Klaas A. Worp, A Checklist of Bishops in Byzantine Egypt, p. 301.
  8. ^ (EN) V. Christides, Hagiography in the service of history : the martyrdom of St. Athanasius of Klysma and the spread of Christianity in southern Egypt and Nubia, Ekklesiastikos Pharos, vol. 92, nº 1, 2010, pp. 126-142.
  9. ^ Gaetano Passarelli, La cosiddetta "Antica chiesa portoghese" di Syriam, ossia la chiesa costruita dal p. Paolo Nerini, Studi barnabiti, 23, 2006, pp. 168, 182

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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