Dinfna

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Santa Dinfna
La decapitazione di santa Dinfna di Godfried Maes
 

Vergine e martire

 
Venerata daChiesa cattolica
Ricorrenza30 maggio[1][2]
Patrona diMalati di mente, sonnambuli, epilettici, posseduti, vittime d'incesto e stupro, principesse, psichiatri, fuggitivi[3]

Dinfna[1][2] o Dimpna[3] (VII secolo[2]Geel, VII secolo[1][2][3][4]) era una giovane di origine irlandese che subì il martirio per mano di suo padre nell'odierno Belgio.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il martirio di santa Dinfna e san Gereberno, di Gerard Seghers

Era figlia di un capo pagano irlandese chiamato Damon, e di una bellissima donna, devota cristiana, il cui nome è ignoto[2][3]. La ragazza fu cresciuta sin dalla nascita da un prete, Gerebernus, che la battezzò.

Il padre era affetto da qualche genere di malattia mentale[2][4]; la madre morì quando lei aveva 14 anni[3][4], e suo padre viaggiò in tutto il mondo occidentale alla ricerca di un'altra donna, non trovandola; rincasato, vide che la figlia era bella quanto la madre e, reso folle dal dolore, cercò di sostituirla con lei[2][3][4]. Dinfna, per sottrarsi alle sue mire incestuose, fuggì col suo anziano confessore Gerebernus nel continente e i due, sbarcati ad Anversa, raggiunsero i boschi che circondavano la foresta di Geel (ora in Belgio)[2][3][4]. Damon li inseguì, giungendo anch'egli in Belgio: ivi, un oste rifiutò le sue monete straniere, sapendo che erano difficili da cambiare[3]. Dato ch'era insolito per un taverniere di villaggio conoscere le valute straniere e che aveva già visto la sua, Damon capì che sua figlia era vicina, e concentrò le ricerche nella zona[3]. Li trovò infine presso la Cappella di San Martino a Geel dove i due, credendosi al sicuro, si erano votati alla vita contemplativa[2]. Decapitò subito il sacerdote, e poi anche la figlia, quando questa rifiutò nuovamente di arrendersi al genitore[2][3][4].

Al momento della morte, Dinfna era solo quindicenne[4]; i due santi vennero sepolti dalla gente del luogo dentro a una caverna, in semplici sarcofagi di pietra i cui resti esistono ancora[2]. Le reliquie di Dinfna sono custodite a Geel, mentre quelle di Gerebernus a Xanten[2].

Culto[modifica | modifica wikitesto]

La chiesa di Santa Dinfna a Geel

Sul luogo ove era avvenuto il martirio si susseguirono svariati miracoli, fra cui la cura di persone malate di mente o possedute, e anche le reliquie di Dinfna sono dette in possesso di tali capacità[3][4]: si tramanda che, durante la messa per la loro traslazione, tutti i malati di mente presenti siano stati guariti[2]. La santa venne perciò dichiarata patrona delle persone affette da malattie mentali (espressione che comprendeva allora anche disagi neurologici, quali sonnambulismo ed epilessia). Nel 1286 venne costruita, accanto alla cappella a lei dedicata, anche una casa per ospitare i sempre più numerosi pellegrini, e in seguito un vero e proprio istituto psichiatrico, fondato nel IX secolo, attivo ancora oggi[2][3]. Un santuario venne completato nel 1749.

Essendo però i pellegrini che affluivano invocando una grazia sempre troppo numerosi, le autorità ecclesiastiche si rivolsero sin dagli inizi ai cittadini di Geel, chiedendo loro di condividere i loro sforzi e di aiutarli nel gestire i malati[2], seguendo anche l'esempio assistenziale di Gerebernus. Ciò ha dato luogo lungo i secoli ad un famosissimo e unico metodo nel mondo di trattamento psichiatrico, in cui è la cittadina stessa ad accudire i malati mentali, che sono (usando un termine moderno) deistituzionalizzati e partecipano alla vita sociale del paese; tale metodo è ora diffuso, ma ai tempi era estremamente innovativo[2].

Nonostante Dinfna sia morta nel VII secolo, la sua agiografia fu scritta solo nel 1247 da un canonico della chiesa di Sant'Auberto a Cambrai, chiamato Piero[2]; ufficialmente, egli basò il suo resoconto sulle tradizioni orali, ma più probabilmente attinse al folclore locale[2]. La santa era in origine commemorata il 15 maggio[3][4][5], ma è poi stata spostata al 30 dello stesso mese[1][2].

È patrona, oltre che delle persone affette da disagi mentali e neurologici, anche dei loro luoghi di cura e delle professioni mediche dedicate (come gli psichiatri), nonché delle principesse, delle vittime d'incesto e di stupro, per la perdita dei genitori e per la felicità in famiglia[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Martirologio, su vatican.va, The Roman Curia. URL consultato il 20 dicembre 2011.
  2. ^ a b c d e f g h i j k l m n o p q r s Thomas J. Craughwell, Santi per ogni occasione - 101 santi protettori, Gribaudi, pp. 236, 237.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n (EN) Saint Dymphna, su saints.sqpn.com. URL consultato il 20 dicembre 2011.
  4. ^ a b c d e f g h i (EN) St. Dymphna, su catholic.org, Catholic Online. URL consultato il 20 dicembre 2011.
  5. ^ (LA) (PDF) Vetus Martyrologium Romanum

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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Controllo di autoritàVIAF (EN60586096 · ISNI (EN0000 0000 2734 0196 · CERL cnp00681141 · LCCN (ENn86858808 · GND (DE130483664 · J9U (ENHE987007496274705171 · WorldCat Identities (ENviaf-60586096