David McDowell

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David McDowell (Saint Paul, 20 gennaio 1918[1]Monteagle, 8 aprile 1985[2]) è stato un editore statunitense.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

David McDowell nacque in Minnesota, uno stato settentrionale degli USA. All'età di tredici anni fu iscritto St. Andrew's School di Sewanee (Tennessee), un collegio per ragazzi retto dalla congregazione anglo-cattolica Order of the Holy Cross[3]. Qui fu allievo del reverendo James H. Flye, un insegnante della St. Andrew's che alcuni anni prima era diventato mentore e figura paterna dello scrittore James Agee[4]. Padre Flye presentò McDowell ad Agee nel 1934 quando McDowell frequentava l'ultimo anno scolastico e Agee era ospite a Sewanee del suo ex insegnante. I due simpatizzarono; come racconterà più tardi McDowell, James Agee aiutò il giovane amico perfino a preparare il discorso conclusivo del valedictorian[5]. L'incontro con Agee fu il primo dei tanti legami di McDowell con gli scrittori dei Sud degli Stati Uniti[1]. Nel 1936, McDowell si iscrisse all'Università Vanderbilt; l'anno successivo si trasferì al Kenyon College di Gambier (Ohio), al seguito del poeta e critico letterario John Crowe Ransom. Conseguì la laurea con lode nel 1940, fu assunto dal Kenyon come insegnante di inglese; fu segretario della rivista letteraria The Kenyon Review fino al 1942 allorché, dopo l'entrata in guerra degli USA, si arruolò nell'esercito e prestò servizio come ufficiale (First lieutenant) in Italia[2].

Terminata la guerra, McDowell lavorò nell'editoria dapprima come direttore delle vendite e della pubblicità della casa editrice New Directions; nel 1949 passò come curatore editoriale alla Random House[2], dove portò dalla New Directions autori come William Carlos Williams e Bennett Cerf e curò, fra l'altro, le opere di Paul Bowles e Whittaker Chambers[6]. Nel 1956 entrò in contatto con Ivan Obolensky, autore del romanzo Rogues' March di cui McDowell fu l'editor. Ivan Obolensky era figlio del principe russo Serge Obolensky e dell'ereditiera americana Ava Astor[7]; la madre di Ivan Obolensky era deceduta nell'estate del 1956 e il figlio aveva ereditato un notevole patrimonio. Il 1º febbraio 1957 McDowell e Obolensky lasciarono la Random House e fondarono una propria casa editrice, la «McDowell, Obolensky Inc.» con lo scopo di pubblicare opere di qualità; della nuova società editrice, Obolensky fu amministratore delegato e tesoriere, mentre McDowell ne fu presidente e redattore capo[8]. I primi romanzi pubblicati furono The Velvet Horn di Andrew Lytle e Una morte in famiglia di James Agee; entrambi questi romanzi divennero bestseller, furono finalisti al National Book Award per la narrativa nel 1958 e il romanzo di Agee vinse il Premio Pulitzer per la narrativa[9]. Una morte in famiglia era incompiuto al momento della morte di James Agee; il romanzo pubblicato postumo nel 1957 era stato assemblato proprio da McDowell il quale era anche amministratore del trust testamentario di Agee[10]. L'intervento di McDowell sul romanzo è stato giudicato da alcuni critici come eccessivo e arbitrario[11], ma nella versione di McDowell Una morte in famiglia è elencato ancora fra i migliori romanzi in lingua inglese[12][13][14].

Per motivi non chiariti, McDowell si dimise dalla «McDowell, Obolensky Inc.» il 1º giugno 1960[15]. I mesi successivi furono difficili per McDowell; paradossalmente, la sua notevole esperienza editoriale rendeva difficile la sua assunzione presso le maggiori case editrici. Più tardi collaborò con quotidiani e periodici, ricoprì incarichi presso Bobbs-Merrill Co, Farrar, Straus and Giroux, Pantheon Books e Harcourt Brace, & Co., Crown Publishing Group ma non riuscì più a realizzare il desiderio di possedere una propria casa editrice. Si ritirò infine nella piccola località di Monteagle dove si dedicò a scrivere una biografia di James Agee che rimase tuttavia incompiuta[16].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b M. Guinn, 1998, p. 7.
  2. ^ a b c Necrologio, NYT, 13 aprile 1985.
  3. ^ Margaret D. Binnicker, St. Andrew's-Sewanee School, su Tennessee Encyclopedia of History and Culture.
  4. ^ Letters of James Agee to father Flye, New York, George Braziller, 1962.
  5. ^ David McDowell, The Turning Point, in D. Madden e J.J. Folks (a cura di), Remembering James Agee, op. cit., 1997, pp. 89-96.
  6. ^ M. Guinn, 1998, pp. 7-8
  7. ^ In Memoriam: Ivan Sergeievich Obolensky, su russiannobility.org, 29 gennaio 2029. URL consultato il 15 aprile 2024.
  8. ^ Anonimo, McDowell, Obolensky, Inc., New Trade Publishing House, in Publishers Weekly, vol. 171, n. 6, 11 febbraio 1957, pp. 111-112.
  9. ^ 1958 Pulitzer Prizes, su pulitzer.org. URL consultato il 14 marzo 2024.
  10. ^ D. Madden e J.J. Folks, 1997, pp. 89-96.
  11. ^ (EN) Hugh Rollin Davis, "The Making of James Agee." PhD diss., University of Tennessee, 2005, pp. 15-225.
  12. ^ Nina Revoyr, A masterpiece revisited, in Los Angeles Times, 23 marzo 2008.
  13. ^ Nick Rennison e Ed Wood, James Agee (1909–1955), A Death in the Family, in 100 Must-Read American Novels, London, A & C Black Publishers Ltd, 2010, p. 19, ISBN 978-1-40813-091-9.
  14. ^ Lev Grossman e Richard Lacayo, All-TIME 100 Novels, su entertainment.time.com. URL consultato il 19 marzo 2024.
  15. ^ Anonimo, McDowell Leaving McDowell, Obolensky, Inc., in Publishers Weekly, vol. 177, n. 21, 23 maggio 1960, p. 33.
  16. ^ M. Guinn, 1998, pp. 9-10.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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