Costantino Maniace

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Costantino Maniace (in greco Κωνσταντῖνος Μανιάκης?; ... – ...; fl. IX secolo) era un alto funzionario di corte bizantino della metà del IX secolo.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Maniace discendeva probabilmente da una nobile famiglia armena. Giunse alla corte bizantina sotto l'imperatore Teofilo (regno 829-842), come membro di una delegazione di principi armeni, e fu lasciato nella capitale bizantina, Costantinopoli, come ostaggio[1][2]. La sua intelligenza e le sue qualità fisiche lo contraddistinsero ben presto, conquistando la fiducia di Teofilo e salendo nella gerarchia di corte. Alla fine del regno di Teofilo, era droungarios della Guardia. Mantenne questa carica anche dopo la morte di Teofilo e fu lui che nell'843 fece deporre il patriarca Giovanni VII Grammatico, che in seguito accusò ingiustamente Maniace di averlo torturato[1][2].

La sua influenza alla corte imperiale fu alta durante la reggenza dell'imperatrice Teodora e di Teoctisto, e anche dopo, durante l'unico regno di Michele III (r. 842-867). Alla fine salì al rango di patrikios e alla carica di logothetes tou dromou ("logoteta postale", di fatto ministro degli Esteri), quest'ultima nell'866-867 secondo Rodolphe Guilland[1][2]. Dopo la caduta di Teoctisto nell'855, provocata dal fratello di Teodora, Bardas, Maniace tentò invano di salvare Teoctisto dall'esecuzione[1][2]. Maniace fu uno dei sostenitori di Basilio il Macedone, che divenne poi imperatore (r. 867-886), durante i suoi primi giorni alla corte imperiale. Secondo Genesio e altri cronisti bizantini, Maniace era imparentato con il futuro imperatore, che era anch'egli di origine armena[1][2]. Maniace fu anche un fermo oppositore del patriarca Fozio e di conseguenza amico e alleato del suo rivale, Ignazio, aiutandolo persino durante l'imprigionamento di quest'ultimo per ordine di Bardas[1][2]. Durante l'assassinio di Bardas da parte di Basilio il Macedone nell'aprile dell'866, Costantino protesse Michele III durante il successivo tumulto[1][2]. Fu uno dei compagni di Michele III nel passatempo preferito dell'imperatore, le corse dei carri, ed è menzionato per l'ultima volta nelle gare tenutesi il 1º settembre 866 nell'ippodromo del palazzo di San Mamete[1][2].

Famiglia[modifica | modifica wikitesto]

Tradizionalmente, Costantino Maniace è stato identificato con il padre di Tommaso, patrikios e logoteta all'inizio del X secolo, e come padre o nonno dello storico Genesio, ma ricerche più recenti di Patricia Karlin-Hayter e Tadeusz Wasilewski hanno messo in discussione questa ipotesi[3].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Winkelmann et al. (2000), p. 578.
  2. ^ a b c d e f g h Guilland (1967), p. 569.
  3. ^ Winkelmann et al. (2000), pp. 578, 579.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • (FR) Rodolphe Guilland, Le Drongaire et le Grand drongaire de la Veille, in Recherches sur les institutions byzantines, Tome I, 1967, Berlino, Akademie-Verlag, pp. 563–587.
  • (DE) Friedhelm Winkelmann e Ralph-Johannes Lilie, Konstantinos Maniakes (# 3962), in Prosopographie der mittelbyzantinischen Zeit: I. Abteilung (641–867), 2. Band: Georgios (# 2183) – Leon (# 4270), Berlin, Germany and New York, New York, Walter de Gruyter, 2000, pp. 577–579, ISBN 978-3-11-016672-9.