Chiesa di Santa Maria Bianca (Mirandola)

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Chiesa di Santa Maria Bianca
Chiesa delle Mendicanti
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneEmilia-Romagna
LocalitàMirandola
ReligioneCristianesimo
DiocesiReggio Emilia
Stile architettonicobarocco
Completamentofine del XIV secolo
Demolizione1932

La chiesa di Santa Maria Bianca, nota anche come chiesa delle Mendicanti, era una chiesa situata a Mirandola, in provincia di Modena.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Prospetto dell'ospitale della Mirandola (1766)
L'ex chiesa di Santa Maria dei Battuti prima della demolizione

Le origini della chiesa risalivano alla fine del XIV secolo, mentre a metà del XVII secolo venne ristrutturata assumendo un'insolita e distintiva forma ellittica. Trovandosi in pessime condizioni, l'oratorio della confraternita di Santa Maria Bianca venne demolito nel 1764 e ricostruito con la facciata a nord e a fianco del Duomo di Mirandola. Il nuovo edificio fu realizzato in stile tardo barocco al centro dell'ospedale Santa Maria Bianca.[1]

Nel 1783 l'ospedale venne trasferito nell'edificio dell'ex collegio dei gesuiti di Mirandola, facendo così decadere la chiesa di Santa Maria Bianca e i locali adiacenti recentemente ristrutturati. Tuttavia, l'oratorio venne destinato, con diritto all'officiatura della chiesa, al Conservatorio delle Putte Mendicanti, antica istituzione fondata nel 1620 dal duca Alessandro I Pico della Mirandola per l'assistenza delle ragazze orfane e senza futuro.[1]

All'inizio del XX secolo la chiesa venne chiusa per le pessime condizioni, cadendo in rovina. Nel 1932 venne abbattuta con i resti del vecchio ospedale per far posto all'imponente palazzo della Milizia.[2]

Architettura[modifica | modifica wikitesto]

La facciata della chiesa si presentava snella, con un ricco portale e un timpano classico.[1]

All'interno, l'altare maggiore esponeva una tela della Madonna della Rosa, mentre altri dipinti di San Mauro che risana gli infemi e il Transito di San Giuseppe decoravano il presbiterio. Oltre a tre ancone in gesso, gli altari laterali erano dedicati a San Sebastiano e a Sant'Anna con Maria bambina.[1]

Dopo il 1783 i dipinti vennero trasferiti alla chiesa del Gesù, ricevendo in cambio le tele di San Francesco Saverio e Sant'Ignazio di Lojola (opera di Giovanni Francesco Cassana), mentre sull'altar maggiore venne posta una statua lignea della Madonna di Loreto del 1620.[2]

La piazza del Duomo di Mirandola con portici e l'ex chiesa delle mendicanti all'inizio del XX secolo

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Grana, p. 36.
  2. ^ a b Grana, p. 37.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Memorie storiche della città e dell'antico Ducato della Mirandola, IX.
  • Vilmo Cappi, La Mirandola, storia urbanistica di una città, Modena, Cassa di risparmio di Mirandola, 1973, pp. 80-81.
  • Giuseppe Grana, Oratorio di S. Maria Bianca detto poi delle putte mendicanti, in Chiese della Mirandola, Mirandola, Cassa di Risparmio di Mirandola, 1981, pp. 31-37.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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