Ceratozamia zoquorum

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Ceratozamia zoquorum
Immagine di Ceratozamia zoquorum mancante
Stato di conservazione
Critico[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Superdivisione Spermatophyta
Divisione Cycadophyta
Classe Cycadopsida
Ordine Cycadales
Famiglia Zamiaceae
Genere Ceratozamia
Specie C. zoquorum
Nomenclatura binomiale
Ceratozamia zoquorum
Pérez-Farr., Vovides & Iglesias, 2001
Sinonimi

Ceratozamia zoquensis[2]

Ceratozamia zoquorum Pérez-Farr., Vovides & Iglesias, 2001 è una pianta appartenente alla famiglia delle Zamiaceae originaria dello stato del Chiapas, in Messico.[3]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Il fusto è cilindrico, di colore marrone scuro, alto dai 10 ai 50 cm con un diametro che può raggiungere la medesima misura.

Presenta da una a cinque foglie, disposte a corona all'apice del fusto, Le foglie possono essere lunghe oltre tre metri e larghe 40–70 cm, con piccioli lunghi da 20 cm a oltre un metro. Il rachide va dai 40 ai 150 cm. Le foglioline si dipartono in maniera alternata dalla porzione distale della foglia, sono lunghe 20–40 cm e larghe 3–6 cm. Se ne osservano da cinque a sedici paia per foglia.

È una specie dioica. I coni maschili sono lunghi 10–30 cm per un diametro di 3–4 cm, di colore marrone chiaro o marrone-rossiccio a seconda degli stadi di maturazione. I microsporofilli sono molto numerosi, a forma di cuneo e disposti a spirale. Sono lunghi circa 1,5 cm e larghi 70–90 mm. I coni femminili sono di forma cilindrica, lunghi 20–25 cm per un diametro di circa 10 cm, di colore verde. I macrosporofilli, anch'essi piuttosto numerosi, sono lunghi 1,5-2,3 cm e larghi 2,4-2,8 cm lungo l'asse maggiore.

I semi sono di forma ovale, di circa 2 cm di lunghezza per 1,5 cm di diametro. Il tegumento è inizialmente di colore bianco, per poi diventare giallo-crema a maturazione.[3]

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

La specie è endemica delle zone occidentali del Chiapas, uno stato del Messico. Cresce nel sottobosco della foresta tropicale pluviale di sempreverdi, sugli affioramenti calcarei dei pendii ripidi.

Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]

Fa parte del complesso Ceratozamia miqueliana, un gruppo di specie con caratteristiche simili, che comprende C. miqueliana, C.becerrae, C.euryphyllidia, C.hondurensis, C.whitelockiana e C.zoquorum.[4]

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

La IUCN Red List classifica C. zoquorum come specie in pericolo critico di estinzione. Nel 2010 si è stimato che la sua popolazione aveva subito un declino dell'80% nei cinquant'anni precedenti. La maggiore minaccia alla sopravvivenza di tale specie viene dalla distruzione del suo habitat per far posto alle piantagioni di caffè.[1]

La specie è inserita nella Appendice I della Convention on International Trade of Endangered Species (CITES).[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Chemnick, J. & Gregory, T, Ceratozamia zoquorum, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) ITIS Standard Report Page: Ceratozamia zoquorum, in Integrated Taxonomic Information System. URL consultato il 22 dicembre 2011.
  3. ^ a b Miguela Pérez-Farrera, Vovides Adrew P., Iglesias Carlos G., A new species of Ceratozamia (Zamiaceae) from Chiapas, Mexico (PDF), in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 137, n. 1, settembre 2001, pp. 77-80, DOI:10.1111/j.1095-8339.2001.tb01107.x. URL consultato il 22 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 20 marzo 2011).
  4. ^ Vovides AO, Pérez-Farrera MA, Gonzàles D e Avendano S, Relationships and Phytogeography in Ceratozamia, in Cycad classification: concepts and recommendations, CABI, 2004, p.109, ISBN 978-0-85199-741-4.
  5. ^ CITES - Appendices I, II and III (PDF), su Convention On International Trade In Endangered Species Of Wild Fauna And Flora, International Environment House, 2011 (archiviato dall'url originale il 4 agosto 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Ceratozamia zoquorum, su The Cycad Pages. URL consultato il 10 dicembre 2011 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
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