Carlo Rizzarda

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca

Carlo Rizzarda (Feltre, 23 gennaio 1883Feltre, 4 maggio 1931) è stato un artista italiano, mastro ferraio specialista nello stile liberty.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di Luigi e di Tommasina Saccari, trascorse l'infanzia presso lo storico palazzo D'Antona, in Via Mezzaterra, dove il padre aveva l'officina di carradore, artigiano che costruisce e ripara i carri agricoli e carrozze da traino. A 16 anni iniziò a lavorare presso un fabbro di Farra (località di Feltre) e a frequentare una scuola serale di disegno, dove vinse un premio come migliore allievo nel corso di Disegno industriale.[1] Per quattro anni fu allievo del professor Giacomo Adolfatto. Nel 1904 vinse una borsa di studio a Milano, che gli permise di essere assunto nell'officina artistica del celebre mastro ferraio Alessandro Mazzucotelli.

Nel 1905 s'iscrisse alla scuola di disegno promossa della Società Umanitaria[2], all'epoca gestita da Eugenio Quarti e con Mazzucotelli come professore per il corso di fabbri-oratisti. In quegli anni frequenta anche il corso di stilistica presso l'Accademia di belle arti di Brera, con il professor Osimo. Dal 1907 al 1911 insegnò disegno a Milano e Lodi. Nel 1911 acquistò insieme a un collega il laboratorio di Giuseppe Marinoni, che si trovava in via Cappuccini 15, dando così vita alla nuova ditta "Officina costruzioni in ferro".[3] Nel 1916 partì per la prima guerra mondiale e fu solo al suo rientro che riprese l'attività artistica, prima collaborando con la ditta Bernotti[4] e poi decidendo di fondare una società propria nel 1919. L'apice della sua affermazione artistica e della sua bottega la ebbe nel 1923 alla Biennale delle arti decorative di Monza.

Partecipando a numerosi esposizioni in tutto il mondo, Rizzarda divenne famoso anche in Sudamerica e, nel 1925, gli fu commissionata la realizzazione della cancellata in bronzo e ferro battuto per la basilica di Nostra Signora della Mercede a Buenos Aires.[3]

Nel 1926 acquistò palazzo Bovio-Villabruna-Cumano a Feltre per raccogliere le sue opere e gli oggetti d'arte che aveva acquistato; ne affidò il restauro all'architetto Alberto Alpago Novello.

Morì nel 1931 a seguito di un incidente stradale. È sepolto a Feltre nella tomba che aveva fatto costruire per i genitori che però morirono dopo di lui.

Galleria d'arte moderna[modifica | modifica wikitesto]

A seguito della morte di Carlo Rizzarda, il comune di Feltre ereditò tutte le sue proprietà (il palazzo e la collezione d'arte). Da questo lascito è nata la Galleria d'arte moderna Carlo Rizzarda.

Riconoscimenti[modifica | modifica wikitesto]

La città di Feltre lo ricorda dando il suo nome all'Istituto Professionale per l'industria e l'artigianato e intitolandogli una via.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Marina Pescatori, Lo stile barbarico di Carlo Rizzarda, su lagazzettadellantiquariato.it. URL consultato il 17 aprile 2018.
  2. ^ Carlo Rizzarda Maestro Artigiano, su musei.comune.feltre.bl.it. URL consultato il 17 aprile 2018 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2018).
  3. ^ a b Caro Rizzarda, su treccani.it. URL consultato il 17 aprile 2018.
  4. ^ Stabilimento Rizzarda e Bernotti, su europeana.eu. URL consultato il 17 aprile 2018.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Daniela Colferai, Giovanni Vanz (a cura di), Manufatti in ferro a Feltre, Agorà editore Feltre - DBS Rasai di Seren del Grappa, 2004

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN18148675 · ISNI (EN0000 0001 2209 1634 · ULAN (EN500270233 · LCCN (ENnr96043618 · GND (DE124114210 · WorldCat Identities (ENlccn-nr96043618
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie