Bruno Pulga

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Bruno Pulga (Bologna, 14 luglio 1922Bologna, 24 gennaio 1993) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Bolognese, si è diplomato presso il liceo artistico della sua città natale; ha completato gli studi negli anni 1943-1949 nelle facoltà di architettura di Venezia prima e di Firenze poi. Tornato a Bologna ha frequentato l'Accademia come allievo di Giorgio Morandi e di Virgilio Guidi. Nel frattempo ha compiuto (nel 1950) il primo viaggio a Parigi, città in cui è poi ritornato diverse volte nella sua vita. La prima mostra collettiva risale al 1954 quando Pulga espone presso la galleria La Bussola di Torino. L'anno successivo tiene la prima personale a Bologna ed inizia la collaborazione con la Galleria Il Milione di Milano. Nel 1955 e nel 1960 vince un premio acquisto alla terza e all'ottava edizione del Premio Spoleto. Seguono poi i viaggi a Londra, Berlino e Parigi, città quelst'ultima in cui Pulga risiede nel 1961 ed espone regolarmente[1].

Fu molto legato ai pittori Music, Gischia, Hartung, Pignon, Anna-Eva Bergman, Ida Barbarigo, con i quali espose nel 1962 a Cortina d'Ampezzo, e nel 1964 in Germania (presso i Musei di Wolfsburg e Norimberga). Nel 1963 riceve un premio alla Biennale dell'incisione di Venezia[2].

Ritornato in Italia nel 1965 sono da ricordare le sue personali a Milano, Bergamo, Torino e Venezia. Di nuovo a Parigi per esporre nelle gallerie più importanti quali la Galerie Facchetti, il Salon de May, la Galerie Martin Malburet, la Galerie Ariel[1]. Nel 1978 è alla Biennale di Venezia, nel 1986 di nuovo (dopo quella del 1965) alla XI Quadriennale di Roma[2].

Muore nel 1993.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

L'Appennino e il suo paesaggio dominano, fin dal 1955, la pittura di Pulga.

Una drammatica scena a cui gli accadde di assistere, un bambino morto in una sala operatoria dopo una trapanazione cranica, lo spinse a produrre, a partire dal 1956, una lunga serie di Teste (Têtes).

A partire dagli anni settanta la pittura di Pulga abbandona ogni dimensione allusiva alla figura e si sviluppa in una tessitura nervosa e tagliente su vasti campi di colore; la sua pittura è chiamata "Ultimo Naturalismo"[3], il cui caposcuola è Francesco Arcangeli.

Elenco (parziale) di esposizioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Circolo di cultura, Bologna, 1955.
  • Klihmn gallery, Munich, 1958.
  • Galleria Il Milione , Milano, 1958.
  • Galleria Il Milione , Milano, 1959.
  • Galleria Il Milione , Milano, 1963.
  • Galleria Traghetto , Venezia, 1964.
  • Galerie Facchetti, Parigi, 1965.
  • Galerie Martin Malburet, Parigi, 1968.
  • Galleria Lorenzelli, Bergamo, 1969.
  • Fondazione Querini Stampalia, Venezia, 1975.
  • Galleria Rotelli, Finale Ligure, 1975.
  • Galleria Due Torri, Bologna, 1978.
  • Bayerische Staatsgemäldesammlungen, Monaco, 1982.

Note[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Marco Valsecchi, Bruno Pulga. 12 opere, Milano, Edizioni del Milione, 1958.
  • Jean Bouret, Pulga, Paris, Le musée de poche, 1970.
  • Andrea Tugnoli, Bruno Pulga, Bologna, Clueb, 1999. ISBN 8-849-11296-3.
  • Bruno Pulga. Bologna-Parigi e ritorno, Bologna, Bononia University Press, 2009 (catalogo della mostra tenuta alla Fondazione del Monte di Bologna dal 7 maggio al 12 luglio 2009). ISBN 8-873-95454-5.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Controllo di autoritàVIAF (EN32801904 · ISNI (EN0000 0000 7859 919X · SBN VEAV009358 · ULAN (EN500005706 · LCCN (ENn84208089 · WorldCat Identities (ENlccn-n84208089