Beni della casata d'Orléans

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Durante l'Ancien Régime, i beni della casa d'Orléans (biens de la maison d'Orléans) comprendevano due parti distinte di possedimenti: l'apanage ed i "biens patrimoniaux".

Ancien Regime[modifica | modifica wikitesto]

L'apanage d'Orléans[modifica | modifica wikitesto]

Filippo di Francia indossa il l'armatura ed il cordon bleu dell'Ordine dello Spirito Santo.

L'appannaggio degli Orléans venne originariamente costituito da re Luigi XIII per suo fratello Gastone. Questi, morto senza eredi nel 1660, fece tornare l'appannaggio concessogli alla corona di Francia. Luigi XIV poco dopo, nel 1661, concesse tale appannaggio a suo fratello Filippo. Originariamente composto dai titoli di duca d'Orléans, duca di Valois e duca di Chartres e signore di Montargis, esso venne espanso nel tempo come segue:

  • Nel 1672, Luigi XIV aggiunse il titolo di duca di Nemours, le contee di Dourdan e di Romorantin, il marchesato di Coucy e di Folembray.
  • Nel 1692, il Palais-Royal venne incorporato nell'appannaggio in contemplazione di una clausola del testamento del cardinale Richelieu che lo aveva concesso ad uso del re
  • Nel 1740, Luigi XV vi aggiunse l'hôtel de Grand-Ferrare a Fontainebleau.
  • Nel 1751, la contea di Soissons.
  • Nel 1766, La Fère, Marle, Ham, Saint-Gobain, il Canale dell'Ourcq, e l'hôtel Duplessis-Châtillon a Parigi.

I biens patrimoniaux[modifica | modifica wikitesto]

I "biens patrimoniaux" avevano diverse origini:

Acquisti[modifica | modifica wikitesto]

Oltre alle rendite dagli appannaggi e dai "biens patrimoniaux", ai soldi ricavati dai ruoli e dagli uffici ottenuti dai membri della casata d'Orléans, vi furono una serie di terre e castelli acquistati:

I beni sotto la monarchia di luglio[modifica | modifica wikitesto]

L'atto di donazione del 7 agosto 1830[modifica | modifica wikitesto]

Luigi Filippo di Francia

Il 7 agosto 1830, due giorni prima della sua ascesa al trono, Luigi Filippo d'Orléans passò, in presenza del suo notaio, Jean Antoine Philippe Dentend,[2] un atto di "donazione" dei suoi "beni patrimoniali" per evitare che essi fossero uniti a quelli della corona dopo la sua ascesa al trono, secondo l'antica legge francese. Nel 1830, pertanto, i soli beni privati della famiglia Orléans vennero esclusi dai beni della corona, riservandone comunque l'usufrutto personale.

Beni ereditati da Luigi Filippo[modifica | modifica wikitesto]

Acquisti fatti da Luigi Filippo[modifica | modifica wikitesto]

  • Il Palazzo d'Orléans a Palermo, acquisito nel 1809
  • Il Castello di Neuilly a Neuilly-sur-Seine, acquisito il 16 luglio 1819 dal futuro Luigi Filippo in camvio delle scuderie dette "di Chartres" situate in rue Saint-Thomas du Louvre.
  • Il Castello di Maison-Rouge a Gagny (vedi sopra) acquistato da Luigi Filippo il 29 dicembre 1845 per 60.000 franchi. Dopo la Rivoluzione del 1848, l'ex re mise il suo castello a disposizione del suo ex aiutante di campo, il generale de Rumigny, che lo acquistò il 12 gennaio 1853 a seguito del decreto del 10 gennaio 1852 che confiscava i beni della casata d'Orléans.
  • Il Castello di La Ferté-Vidame che venne restituito alla duchessa di Orléans con la Restaurazione, alla sua morte nel 1821 passò a suo figlio primogenito Luigi Filippo, futuro re dei francesi. Egli fece ricostruire i muri di difesa del dominio, riparò le forniture d'acqua ed espanse il castello (di ridotte dimensioni) ma venne interrotto in tutto questo dalla rivoluzione del 1848.

I possedimenti degli Orléans durante il loro esilio nel Regno Unito[modifica | modifica wikitesto]

Orleans House a Twickenham.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Marie-Claude Guigue, Topographie historique du département de l'Ain, Bourg-en-Bresse et Lyon, A. Brun, 1873, p. 4, disponible en ligne sur Gallica.
  2. ^ Dentend era un figlio illegittimo del fratello minore di Luigi Filippo, Antonio Filippo di Borbone-Orléans, duca di Montpensier.
  3. ^ Raymond Cazelles, Le Duc d'Aumale, Prince aux dix visages, Paris, 1984
  4. ^ Orléans House sur Noblesse et royauté.com Archiviato il 3 marzo 2016 in Internet Archive.

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