Assassinio dei monaci di Tibhirine

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«Se mi capitasse un giorno (e potrebbe essere anche oggi) di essere vittima del terrorismo che sembra voler coinvolgere ora tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia si ricordassero che la mia vita era donata a Dio e a questo paese... Che sapessero associare questa morte a tante altre ugualmente violente, lasciate nell’indifferenza dell’anonimato.»

Assassinio dei monaci di Tibhirine
Data21 maggio 1996
LuogoTibhirine
StatoBandiera dell'Algeria Algeria
Coordinate36°17′44″N 2°42′56″E / 36.295556°N 2.715556°E36.295556; 2.715556
ObiettivoMonaci trappisti
ResponsabiliGruppo Islamico Armato (attribuito)
Conseguenze
Morti7
Sopravvissuti2
Beati Monaci di Tibhirine
Cimitero del monastero di Tibhirine.
 

Martiri

 
NascitaXX secolo
Morte1996
Venerato daChiesa cattolica
BeatificazioneSabato 8 dicembre 2018
Ricorrenza21 maggio
AttributiPalma
Abito trappista

L'assassinio dei monaci di Tibhirine venne commesso nel 1996 quando sette monaci trappisti furono sequestrati dal loro monastero presso Tibhirine, in Algeria, nella notte tra il 26 e il 27 marzo, e uccisi il 21 maggio seguente.

Le vittime sono state poi beatificate con altri martiri d'Algeria l'8 dicembre 2018.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il Monastero di Notre Dame dell'Atlante è un monastero dell'Ordine dei Cistercensi della Stretta Osservanza (meglio conosciuti come Trappisti), fondato nel 1938 a Tibhirine, vicino alla città di Médéa, 90 km a sud di Algeri.

Nella notte tra il 26 e il 27 marzo del 1996 un commando formato da una ventina di uomini armati irruppe nel monastero, sequestrando sette dei nove monaci che ne formavano la comunità, tutti di nazionalità francese.[1]

Il sequestro fu rivendicato un mese dopo dal Gruppo Islamico Armato, che propose alla Francia uno scambio di prigionieri.[1] Dopo inutili trattative, il 21 maggio dello stesso anno i terroristi annunciarono l'uccisione dei monaci, le cui teste furono ritrovate il 30 maggio; i corpi non furono invece mai ritrovati.[1]

I sette monaci erano:

  • Christian de Chergé, 59 anni, monaco dal 1969, in Algeria dal 1971.
  • Luc Paul Dochier, 82 anni, monaco dal 1941, in Algeria dal 1947.
  • Christophe Lebreton, 45 anni, monaco dal 1974, in Algeria dal 1987.
  • Michel Fleury, 52 anni, monaco dal 1981, in Algeria dal 1985.
  • Bruno Christian Lemarchand, 66 anni, monaco dal 1981, in Algeria dal 1990.
  • Célestin Ringeard, 62 anni, monaco dal 1983, in Algeria dal 1987.
  • Paul Favre-Miville, 57 anni,

Due monaci della comunità scamparono al sequestro, Amédée Noto e Jean-Pierre Schumacher, e dopo la morte dei loro confratelli si trasferirono nel monastero di Fès in Marocco.[2]

I funerali si svolsero nella basilica di Notre-Dame d'Afrique, ad Algeri, il 2 giugno 1996, insieme a quelli del cardinale Léon-Etienne Duval[3] e i resti furono poi sepolti nel cimitero del monastero il 4 giugno.

I monaci trappisti erano ben consapevoli della situazione di pericolo in cui si trovavano, ciò nonostante decisero di non abbandonare il monastero, per fedeltà alla loro missione.

L'assassinio dei monaci è avvenuto nel periodo della sanguinosa guerra civile algerina, seguita al colpo di Stato del 1992 attuato dai militari per impedire il secondo turno delle elezioni amministrative che molto probabilmente avrebbe dato la maggioranza dei seggi e il potere di modificare la Costituzione al Fronte Islamico di Salvezza (FIS).

Influenza culturale[modifica | modifica wikitesto]

  • Nel 2003 René Guitton con il libro Si nous nous taisons… Le martyre des moines de Tibhirine, ha vinto il Prix Montyon, premio letterario rilasciato dall'Académie Française.
  • 2016 - Genverde. Canzone Il mio ultimo pensiero, tratta dagli scritti di Padre Christian.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Il quotidiano 'Le Monde' torna sulla strage dei trappisti di Tibhirine, Radio Vaticana, 28 novembre 2009. URL consultato il 21 aprile 2014.
  2. ^ Anna Pozzi, Tibhirine, parla l’unico monaco sopravvissuto, Avvenire, 4 febbraio 2013. URL consultato il 21 aprile 2014.
  3. ^ Valerio Pellizzari, "I monaci in Algeria uccisi dai militari", La Stampa, 6 luglio 2008. URL consultato il 21 aprile 2014 (archiviato dall'url originale il 23 aprile 2014).
  4. ^ (EN) Awards 2010, su festival-cannes.fr. URL consultato il 13 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 4 febbraio 2012).

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Frère Christian de Chergé e gli altri monaci di Tibhirine, Più forti dell’odio, Qiqajon, Magnano 20102.
  • Mireille Duteil, Les Martyrs de Tibhirine, éd. Salvator, 1996
  • René Guitton, Si nous nous taisons… Le martyre des moines de Tibhirine, éd. Calmann-Lévy, 2001
  • John Kiser (trad. Henry Quinson), Passion pour l'Algérie: les moines de Tibhirine, éd. Nouvelle Cité, 2006
  • Christophe Henning, Petite vie des moines de Tibhirine, Desclée de Brouwer, 2006
  • Rina Sherman, Le Huitième mort de Tibhirine, éd. Tatamis, 2007, éd. Lazhari Labter, Alger.
  • Raymond Mengus, Un Signe sur la montagne, éd. Salvator, 2008
  • Nel 2009, Les Éditions de Bellefontaine, casa editrice monastica francese, apre una collana dedicata agli scritti dei monaci di Tibhirine
  • Mohamed Balhi, Tibhirine, l'enlèvement des moines, 2002, éditions Dar El Farabi, Liban.
  • Jean-Marie Lassausse con Christophe Henning, Il giardiniere di Tibhirine, San Paolo, Cinisello Balsamo 2011

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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