Argomento del libero arbitrio

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L'argomento del libero arbitrio, chiamato anche paradosso del libero arbitrio o fatalismo teologico , sostiene che l'onniscienza e il libero arbitrio sono incompatibili tra loro e che qualsiasi concezione di Dio che incorpori entrambe le proprietà è quindi inconcepibile. La nozione di prescienza dell’Eterno rappresenta un tentativo di conciliare le due posizioni. Questi argomenti riguardano profondamente le implicazioni della predestinazione.[1][2]

La Chiesa Cattolica risolse il problema con la trascendenza di Dio rispetto al creato. Pur intervenendo nel tempo e nel mondo umano come Provvidenza onnipotente, Dio è nunc stans: vive, vede, conosce e contempla tutto il passato, il presente e tutto il futuro in un’unica volta da un luogo che è al di là del mondo e oltre ogni tempo, nell’eternità. Il fatto che Dio conosca il futuro nella dimensione dell’eternità, non impedisce all’uomo, che vive nel tempo, di ignorare il futuro, di non sentirsi predestinato a fare alcune determinate scelte e di esercitare il proprio libero arbitrio in vera libertà, avendo di fronte a sé molteplici alternative possibili di cui nessuna per l’uomo è necessaria e predeterminata.

Onniscienza e libero arbitrio[modifica | modifica wikitesto]

Se Dio creò il gioco, le regole e i giocatori, allor come può ogni giocatore essere libero?

Alcuni argomenti contro l'esistenza di Dio si concentrano sulla presunta incoerenza fra l'onniscienza di Dio e il Suo libero arbitrio in quanto è anche vero Uomo (sant’Atanasio di Alessandria), e col libero arbitrio delle creature umane e angeliche. Questi argomenti impattano profondamente sulle implicazioni della predestinazione.

Il noto filosofo ebreo Maimonide descrisse la presunta antinomia tra l'onnipotenza divina e il libero arbitrio della persona del Creatore, nei termini tradizionali di azioni buone e cattive, come segue:

«Dio sa o non sa che un certo individuo sarà buono o cattivo? Se dici "Lui sa", allora ne consegue necessariamente che l'uomo è costretto ad agire come se Dio avesse saputo in anticipo in che modo egli avrebbe agito; altrimenti, la conoscenza di Dio sarebbe imperfetta…[3]»

Un teologo anglicano fornì una descrizione simile della Rivelazione cristiana:

«La Scrittura ci pone davanti a due grandi contro-verità: la prima, l'assoluta sovranità di Dio (cfr. Roma 9, 20 ss.), e la seconda, la responsabilità dell'uomo. I nostri intelletti non possono riconciliarli»

Una formulazione logica di questo argomento potrebbe essere la seguente[1]:

  1. Dio conosce la scelta "C" che un essere umano affermerebbe di "fare liberamente".
  2. Ora è necessario che C.
  3. Se ora è necessario che C, allora C non può essere altrimenti (questa è la definizione di "necessario"). Cioè, non ci sono effettive "possibilità" dovute alla predestinazione;
  4. Se non puoi fare altrimenti quando agisci, non agisci liberamente (Principio delle possibilità alternative);
  5. Pertanto, quando compi un atto, non lo fai liberamente.

Norman Swartz, tuttavia, sostenne che gli argomenti di cui sopra commettono l'errore modale. In particolare, affermò che questi argomenti presuppongono che se C è vero, con ciò diventa necessario che C sia vero, il che è errato in quanto C è contingente (vedi logica modale). Altrimenti, si può sostenere che il futuro è già prestabilito indipendentemente dalle proprie azioni.

Nel corso del tempo furono proposti altri mezzi per riconciliare l'onniscienza di Dio con il libero arbitrio umano. Alcuni tentarono di ridefinire o riconcettualizzare il libero arbitrio:

  • Dio può sapere in anticipo cosa farò, perché il libero arbitrio è da intendersi solo come libertà dalla coercizione, e qualsiasi altra cosa è un'illusione. Questa è la mossa delle filosofie compatibilistiche.
  • La sovranità (autonomia) di Dio, esistente all'interno di un agente libero, fornisce forti compulsioni interiori rispetto a un certo tipo d'azione (chiamata) e all’esercizio del potere di scelta (elezione). Le azioni di un essere umano sono quindi determinate da impulsi relativamente forti o deboli (provenienti sia da Dio che dall'ambiente che lo circonda) e dal proprio potere relativo di scegliere.

Una proposta di Boezio, poi ripresa da san Tommaso d'Aquino e da C. S. Lewis, suggerì che la percezione del tempo da parte di Dio è diversa, e che questo è rilevante per la comprensione umana del proprio libero arbitrio. Nel suo libro Mere Christianity, Lewis sostenne che Dio è in realtà al di fuori del tempo e quindi non "prevede" gli eventi, ma semplicemente li osserva tutti in una volta. Egli spiegò:

«Ma supponiamo che Dio sia al di fuori e al di sopra della Linea del Tempo. In tal caso, ciò che chiamiamo "domani" Gli è visibile proprio come ciò che chiamiamo "oggi". Tutti i giorni sono "adesso" per Lui. Non si ricorda che hai fatto le cose ieri, ti vede semplicemente che le fai: perché, sebbene tu abbia perso [ciò che fu] ieri, non l'ha fatto, Lui invece no. Se il domani non è ancora lì per te, è già per Lui. Non hai mai pensato che le tue azioni in questo momento fossero meno libere perché Dio sa cosa stai facendo. Ebbene, Egli conosce le azioni del tuo domani proprio allo stesso modo, perché è già nel domani e può semplicemente osservarti. In un certo senso, Egli non conosce la tua azione finché non l'hai fatta: ma poi il momento in cui l'hai fatto è già "adesso" per Lui.»

Un'obiezione comune è sostenere che sia vero il molinismo, vale a dire la tesi secondo cui Dio possa conoscere tramite il pensiero controfattuale le azioni delle sue creature. Secondo il molinismo, Dio non solo conosce il passato, il presente e il futuro, ma anche le azioni delle creature che non si verificheranno mai e come sarebbe stato (sarà) il mondo se le creature avessero scelto (sceglieranno) diversamente altre alternative. Tale dottrina fu usata come argomento da Alvin Plantinga e William Lane Craig, tra gli altri.

Argomento del libero arbitrio per la non-esistenza di Dio[modifica | modifica wikitesto]

Dan Barker suggerì che questo può portare a un "argomento del libero arbitrio per l'inesistenza di Dio"[6] sulla base del fatto che l'onniscienza di Dio sia incompatibile con il Suo arbitrio: se Dio non ha il libero arbitrio, allora Dio non è un essere personale.

I teisti generalmente concordano sul fatto che Dio sia un essere personale e che Egli sia onnisciente[7], ma non sono d’accordo sul fatto che "onnisciente" significhi:

  1. «sa tutto ciò che Dio sceglie di conoscere e che è logicamente possibile conoscere»; ovvero la versione più forte:
  2. «sa tutto ciò che è logicamente possibile sapere».[8]

Queste due accezioni sono note rispettivamente come “onniscienza inerente” e “onniscienza totale”.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b Stanford Encyclopedia of Philosophy, Foreknowledge and Free Will
  2. ^ Norman Swartz, Foreknowledge and Free Will, su Internet Encyclopedia of Philosophy.
  3. ^ The Eight Chapters of Maimonides on Ethics (Semonah Perakhim), redazione, traduzione e commento con introduzione a cura di Joseph I. Gorfinkle, pp. 99–100. (New York: AMS Press), 1966.
  4. ^ Willliam M. Watt, Free Wlil and Predestination in Early Islam, in The Muslim World, vol. 36, n. 2, 1° aprile 1946, p. 124, DOI:10.1111/j.1478-1913.1946.tb02093.x.
  5. ^ C. S. Lewis Mere Christianity Touchstone:New York, 1980 p.149
  6. ^ Dan Barker, The Free will Argument for the Nonexistence of God, su Freedom From Religion Foundation, 1º agosto 1997.
  7. ^ Vedi ad esempio Richard Swinburne Does God Exist? e il Catechismo della Chiesa Cattolica
  8. ^ vedi ad esempio John Polkinghorne

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • san Tommaso d'Aquino, Summa Contra Gentiles
  • san Tommaso d'Aquino. Summa Theologiae I, Q. XIV, art. 13
  • Boezio, De consolatione philosophiae
  • Hasker, William. God, Time, and Foreknowledge". Ithaca: Cornell University Press, 1998.
  • Molina, Luis de. On Divine Foreknowledge, trans. Alfred J. Freddoso. Ithaca: Cornell University Press, 1988.
  • Plantinga, Alvin. "On Ockham's Way Out". Faith and Philosophy 3 (3): 235–269.
  • Ockham, William. Predestination, God's Foreknowledge, and Future Contingents, traduzione a cura di M.M. Adams e N. Kretzmann. Indianapolis: Hackett Publishing Company, 1983.
  • Zagzebski, Linda. "The Dilemma of Freedom an Foreknowledge". New York: Oxford University Press, 1991.
  • Martin Lutero: De servo arbitrio, in inglese: On the Bondage of the Will. In latino e tedesco,1525, in inglese moderno: J.I. Packer e O. R. Johnston, traduzione a cura di Old Tappan, New Jersey: Fleming H. Revell Co., 1957.