Antonio de Caturcio

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Antonio de Caturcio, O.P.
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricopertiVescovo di Caorle (1412-1431)
 
Nominato vescovo1º ottobre 1412 da papa Giovanni XXIII (dichiarato poi antipapa)
Deceduto1431
 

Antonio de Caturcio, o Caturio o de Cataneis (... – 1431), è stato un vescovo cattolico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

La prima notizia documentata riguardante il vescovo Antonio nella cronotassi caprulana risale al 1665, in un trattato sui personaggi illustri appartenenti all'ordine domenicano[1], dove si legge:

(LA)

«Fratrum Praedicatorum fidelitatem erga S. Matrem Ecclesiam miratus Ioan. XXIII plures ex illis hoc anno ad regimen fidelium in diversis orbis Ecclesiis, viris selectis, destinavit: et quidem P. Antonium de Caturce, Caprulen. Bartholomaeum Fernandi, Laodicen. Ioannem de Duranol, Archiepiscopali Duracen. in Sclavonia. Conradum Exienhuth Arien. in Grecia: et Ioannum Mercatum Betleemitanae praefecit, qui commissos sibi greges deamantes, per mandatorum Dei semitam, ut aeternam vitam consequerentur, direxere.»

(IT)

«Ammirato Giovanni XXIII della fedeltà dei fratelli Predicatori nei confronti della Santa Madre Chiesa, molti uomini scelti tra loro destinò in quest'anno a reggere i fedeli in diverse Chiese del mondo: e certamente P. Antonio de Caturcio, mise a capo della caprulense, Bartolomeo Fernandi, della laodicense, Giovanni di Durazzo, della arcivescovile duracense in Slavonia, Corrado Exienhuth della ariense in Grecia e Giovanni Mercato della betlemmitana ai quali commissionò le amate greggi, per indirizzarle nel sentiero dei comandi di Dio, affinché conseguissero la vita eterna.»

Lo stesso autore lo riporta in un trattato del 1696[2], mentre, nello stesso anno, un atto firmato dal vescovo Domenico Minio lo cita come il primo dei vescovi ritornati alla propria sede dopo la devastazione dell'isola di Caorle[3], ad opera dei genovesi e dei pirati slavi alla fine del 1300.

Dalle cronache dettagliate riportate in queste fonti, si apprende che Antonio era un frate dell'ordine dei predicatori, baccelliere in teologia[4]. L'attribuzione de Caturci con cui è solitamente indicato nelle cronache potrebbe significare la sua provenienza dal convento domenicano di Cahors in Francia, città che aveva dato i natali a Giovanni XXII, pontefice proprio in quell'epoca. Fu nominato vescovo di Caorle da Giovanni XXIII, oggi considerato antipapa. In effetti era quello il periodo in cui tre papi sedevano sulla cattedra di Pietro, e Baldassarre Cossa era il pontefice a cui rispondeva l'obbedienza pisana. Non deve stupire che le nomine dei vescovi in quel periodo fossero considerate del tutto regolari; infatti, il vescovo Antonio, così come molti dei suoi contemporanei, rimasero insediati nelle loro diocesi anche dopo la rinuncia di Giovanni XXIII, avvenuta in seguito al Concilio di Costanza, a cui, si apprende, il vescovo Antonio partecipò[2].

Come ricorda il vescovo Minio, viene ricordato per l'istituzione della Confraternita dell'Assunta a Caorle, e godette della fama di buon pastore[2][3][5]. Sebbene venga indicato nella stessa relazione come il primo vescovo di Caorle dopo la distruzione operata dai genovesi, in realtà è noto da numerose fonti[3][4][5][6][7] che almeno un altro vescovo, Nicolò Bazia, sedeva sulla sede caprulana all'inizio del XV secolo, ma fu esautorato proprio per aver lasciato la sede vacante per molti anni. Quindi l'annotazione del vescovo Minio potrebbe riferirsi al fatto che Antonio fu il primo a risiedere a Caorle dopo la distruzione dei genovesi, se non il primo ad essere nominato. È interessante, poi, che nella relazione del vescovo Minio, unica in tutta la storiografia, il vescovo Antonio venga indicato come de Cataneis, anziché come de Caturci. In effetti, nel trattato di fra Vincenzo Maria Fontana (che, come sopra menzionato, riporta la stessa data. 1696, della relazione Minii), subito dopo il nome del de Caturci compare fra Matteo di Catania, vescovo di Patti dal 1414 al 1431, un periodo sorprendentemente sovrapponibile con quello del vescovo Antonio a Caorle. Risulta quindi probabile (anche se non provato con certezza) che il vescovo Minio possa essersi confuso nell'assegnare la provenienza del vescovo Antonio proprio per questo motivo.

Secondo le fonti, il governo pastorale di Antonio de Caturcio durò 19 anni, e la morte lo colse nel 1431[2][3][5].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ (LA) Vincenzo Maria Fontana, Monumenta Dominicana, Roma, Typis et Sumptibus Nicolai Angeli Tinanij, 1675
  2. ^ a b c d Vincenzo Maria Fontana, Galleria de' sommi pontefici, patriarchi, arcivescovo e vescovi dell'ordine de' predicatori, Benevento, nella Stamparia Arcivescovale, 1696
  3. ^ a b c d Paolo Francesco Gusso e Renata Candiago Gandolfo, Caorle Sacra, Venezia, Marcianum press, 2012
  4. ^ a b (LA) Konrad Eubel, Hierarchia Catholica Medii Aevi, Regensburg, Libraeriae Regensbergianae, 1914
  5. ^ a b c Giovanni Musolino, Storia di Caorle, Venezia, La Tipografica, 1960
  6. ^ Ferdinando Ughelli, Italia Sacra, tomo V, Venezia, presso Sebastiano Coleti, 1720
  7. ^ (HR) Hrvatski Franjevacki Biografski Leksikon, Zagreb, Vicko Kapitanovic e Emanuel Hosko, 2001

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

Predecessore Vescovo di Caorle Successore
Nicolò Bazia 1412 - 1431 Andrea da Montecchio