Antonio Cominotti

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Antonio Cominotti
NascitaBrescia, 23 agosto 1893
MorteÉpernay, 23 maggio 1918
Cause della morteCaduto in combattimento
Luogo di sepolturaCimitero Vantiniano di Brescia
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
SpecialitàBombardamento
Anni di servizio1915-1918
Gradoaiutante di battaglia
GuerrePrima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
Fronte occidentale (1914-1918)
Decorazionivedi qui
dati tratti da Grande Enciclopedia Aeronautic[1]
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Antonio Cominotti (Brescia, 23 agosto 1893Epernay, 23 maggio 1918) è stato un militare e aviatore italiano, asso dell'aviazione da bombardamento del Regio Esercito, decorato con tre medaglie d'argento al valor militare e promosso aiutante di battaglia per merito di guerra,[1] durante il conflitto mantenne una fitta corrispondenza con i colleghi giornalisti rimasti presso il giornale La Provincia di Brescia in cui descriveva la sua attività di aviatore al fronte[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Un bombardiere Caproni Ca.33 sul campo d'aviazione di Taliedo.

Nacque a Brescia il 23 agosto 1893, figlio di Achille.[3] Nel 1912 lasciò gli studi per arruolarsi come soldato nel Regio Esercito. Lavorò poi come pubblicista collaboratore alla rubrica sportiva del giornale La Provincia di Brescia.[2] Mobilitato dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, nell'agosto dello stesso anno iniziò a frequentare la scuola di volo.[3] Assegnato all'aviazione da bombardamento, diventa pilota della 14ª Squadriglia con la quale esegue la sua prima missione bellica il 23 maggio 1917, e alla data del 15 settembre aveva già eseguito 38 missioni anche in difficili condizioni meteorologiche tra cui un bombardamento su Pola.[2] Il 26 settembre fu decorato con la prima medaglia d'argento al valor militare per essersi particolarmente distintosi in una missione su Grahovo.[2] Fu decorato con una seconda medaglia d'argento al valor militare nel dicembre 1917, quando aveva raggiunto le 44 missioni belliche ed era in attesa di divenire pilota collaudatore per la ditta Fratelli Pensutti, in cui doveva collaudare i bombardieri Caproni da loro prodotti su licenza.[4] In forza alla 14ª Squadriglia aeroplani, nel 1918 fu trasferito sul fronte francese, venendo promosso aiutante di battaglia per meriti di guerra il 15 marzo 1918.[3] Cadde in combattimento su Épernay il 23 maggio 1918,[1] venendo decorato con la terza medaglia d'argento al valor militare, quando aveva al suo attivo 55 missioni belliche.[3] Riportata in Italia la salma venne successivamente tumulata nel Cimitero Vantiniano di Brescia

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota esperto e audace, partecipò a numerosi bombardamenti spesso eseguiti in lontane zone del territorio nemico e nonostante le avverse condizioni atmosferiche. In ogni contingenza dava prova di alto spirito militare e di cosciente sprezzo del pericolo, portando a compimento il mandato affidatogli. Noncurante dell'intenso ed aggiustato fuoco delle artiglierie e della fucileria, che ripetutamente colpiva il suo velivolo, discendeva a bassa quota, permettendo ai mitraglieri di colpire efficacemente i rincalzi dell'avversario. Cielo dell'Alto medio Isonzo e dell'Istria, 23 maggio-21 agosto 1917.[5]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'aeroplano da bombardamento portava brillantemente a compimento ardite azioni offensive, nonostante la caccia degli aerei nemici e l'efficace tiro antiaereo, dando sempre mirabile prova di perizia e ardimento. Cielo dell'Istria e dell'Isonzo, agosto-dicembre 1917.[5]»
Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Pilota d'aeroplano di singolare perizia e ardito combattente, compiva numerose azioni di bombardamento, sempre portando a termine i perigliosi suoi mandati con entusiasmo, fermezza e audacia ammirevoli. Dopo di aver superato più volte e brillantemente avversità di tempo e di luogo in difficilissime azioni notturne a luce lunare e stellare, al ritorno di una di queste trovava morte gloriosa. Fronte francese, 19-20 maggio 1918.[5]»

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Mancini 1936, p. 188.
  2. ^ a b c d Ludovico 1980, p. 207.
  3. ^ a b c d Enciclopedia Bresciana.
  4. ^ Ludovico 1980, p. 208.
  5. ^ a b c Ludovico 1980, p. 191.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Emanuele Cerutti, Bresciani alla Grande Guerra: Una storia nazionale, Milano, Franco Angeli Editore, 1997.
  • Alessandro Fraschetti, La prima organizzazione dell'Aeronautica Militare in Italia 1884-1925, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1986.
  • Roberto Gentilli e Paolo Varriale, I reparti dell'Aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1999.
  • Domenico Ludovico, Gli aviatori italiani del bombardamento nella guerra 1915-1918, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 1980.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
  • Manlio Molfese, L'aviazione da ricognizione italiana durante la grande guerra europea (maggio 1915-novembre-1918), Roma, Provveditorato generale dello Stato, 1925.
  • Paolo Varriale, I caduti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, Roma, Ufficio Storico dell'Aeronautica Militare, 2014.
  • I Reparti dell'aviazione italiana nella Grande Guerra, AM Ufficio Storico - Roberto Gentilli e Paolo Varriale, 1999

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]