Anoura cadenai

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Anoura cadenai
Immagine di Anoura cadenai mancante
Stato di conservazione
Specie non valutata[1]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Superordine Laurasiatheria
Ordine Chiroptera
Sottordine Microchiroptera
Famiglia Phyllostomidae
Sottofamiglia Glossophaginae
Tribù Glossophagini
Genere Anoura
Specie A.cadenai
Nomenclatura binomiale
Anoura cadenai
Mantilla-Meluk & Baker, 2006

Anoura cadenai (Mantilla-Meluk & Baker, 2006) è un pipistrello della famiglia dei Fillostomidi endemico della Colombia.[1][2]

Descrizione[modifica | modifica wikitesto]

Dimensioni[modifica | modifica wikitesto]

Pipistrello di piccole dimensioni, con la lunghezza della testa e del corpo tra 59 e 61 mm, la lunghezza dell'avambraccio tra 36,12 e 36,97 mm e la lunghezza delle orecchie tra 11 e 15 mm.[3]

Aspetto[modifica | modifica wikitesto]

La pelliccia è corta e crespa. Il colore generale del dorso varia dal bruno-nerastro al nerastro. Il muso è allungato e fornito all'estremità di una piccola foglia nasale lanceolata. La lingua è sottile, allungabile e provvista di papille filiformi sulla punta. Le orecchie sono relativamente piccole, arrotondate e separate. È privo di coda, mentre l'uropatagio è ridotto ad una sottile membrana lungo la parte interna degli arti inferiori ed è cosparso di pochi peli.

Biologia[modifica | modifica wikitesto]

Alimentazione[modifica | modifica wikitesto]

Si nutre di nettare e polline.

Distribuzione e habitat[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è conosciuta soltanto lungo il versante occidentale delle Ande colombiane sud-occidentali.

Vive tra 800 e 1.400 metri di altitudine.

Conservazione[modifica | modifica wikitesto]

Questa specie è trattata dalla IUCN come parte di Anoura fistulata.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (EN) Anoura cadenai, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  3. ^ Mantilla-Meluk & Baker, 2006.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

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