Annibale Lovera di Maria

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Annibale Lovera di Maria
NascitaTorino, 1909
Morte27 giugno 1940
Cause della morteferite riportate in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
Reparto64º Reggimento fanteria "Cagliari"
GradoTenente di complemento
GuerreSeconda guerra mondiale
BattaglieBattaglia delle Alpi Occidentali
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941)[1]
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Annibale Lovera di Maria (Torino, 190927 giugno 1940) è stato un militare italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque in via Cervignasco, a Torino, nel 1909, figlio di Angelo e Irene Dalla Chiesa.[2] Discendente da nobile famiglia di origine nizzarda, dopo avere compiuti i periodi di istruzione premilitare presso l'Università di Torino, arruolatosi nel Regio Esercito dal luglio 1931 iniziò a frequentare la Scuola allievi ufficiali di complemento di Moncalieri conseguendo la promozione a sottotenente nel dicembre successivo.[3] Assegnato al 54º Reggimento fanteria "Sforzesca", fu posto in congedo nel gennaio 1933 e ripresi gli studi interrotti si laureò l'anno successivo in economia e commercio.[3] Promosso tenente nel gennaio 1939, l'anno dopo, alla vigilia della entrata in guerra del Regno d'Italia, fu richiamato in servizio attivo e assegnato al 64º Reggimento fanteria "Cagliari" mobilitato.[3] A partire dal 10 giugno 1940 prese parte alle operazioni belliche sul fronte occidentale.[3] Rimasto ferito gravemente nel combattimento di La Villette in Val Savine il 23 giugno, decedette quattro giorni più tardi presso l'ospedale da campo n. 120.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un plotone mitraglieri, durante un vigoroso attacco a posizioni nemiche particolarmente agguerrite, spinto da impareggiabile audacia, infondeva, con calma mirabile e indomito coraggio, superbo spirito combattivo al proprio reparto. Ferito una prima volta, raddoppiava di ardore nel trascinare i suoi uomini alla lotta con l’animo proteso verso la vittoria. Colpito mortalmente da granata, rifiutava ogni soccorso, lanciando contro il nemico in fuga il grido di « Viva il Re », « Viva il Duce », « Viva l’Italia », a testimonianza della sua fede invitta e del suo sublime eroismo. All'ospedale da campo, nel supremo olocausto della vita, confermava ancora una volta le sue eccelse virtù militari. Bramans, 23 giugno 1940.[4]»
— Regio Decreto 16 novembre 1940.[5]

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p.401.
  2. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.42 del 18 febbraio 1941, pag.798.
  3. ^ a b c d e Combattenti Liberazione.
  4. ^ quirinale.it
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 14 dicembre 1940, registro 46 guerra, foglio 51.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 394.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]