Angelo Gabrieli

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Angelo Gabrieli
NascitaRocca Pietore, 1914
MorteSelenyj Jar, 31 dicembre 1942
Cause della morteMorto in combattimento
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaFanteria
SpecialitàAlpini
Reparto4º Reggimento alpini
Anni di servizio1914-1942
GradoCaporale
GuerreSeconda guerra mondiale
CampagneCampagna italiana di Grecia
Campagna italiana di Russia
BattaglieSeconda battaglia difensiva del Don
Decorazionivedi qui
dati tratti da Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959) [1]
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Angelo Gabrieli (Rocca Pietore, 1914Selenyj Jar, 31 dicembre 1942) è stato un militare italiano insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Rocca Pietore, provincia di Belluno, nel 1914, figlio di Ferdinando e Veneranda Decassan.[2] Muratore di professione, nell’aprile 1935 venne arruolato per prestare servizio militare di leva nel Regio Esercito ed assegnato al battaglione alpini "Belluno" del 7º Reggimento alpini venendo posto in congedo nel 1936 con il grado di caporale.[3] Richiamato in servizio nel settembre 1939, allo scoppio della seconda guerra mondiale, ed assegnato al battaglione alpini "Val Cordevole" del Gruppo alpini Valle, dal 10 giugno 1940 prese parte alle operazioni di guerra svoltesi alla frontiera alpina occidentale, e dal gennaio 1941 a quelle svoltesi sul fronte greco–albanese e nei Balcani.[3] Rientrato in Italia, alla fine dello stesso anno fu trasferito al battaglione sciatori "Monte Cervino", del 4º Reggimento alpini ed assegnato alla 80ª Compagnia cannoni controcarro da 47/32, partiva per l'Unione Sovietica nell'aprile 1942.[3] A Nova Kalitva ricopre il ruolo di puntatore di uno dei cannoni controcarro.[3] Il 31 dicembre, nel pieno della seconda battaglia difensiva del Don durante un attacco lasciò che un carro armato russo, un T-34, gli si avvicinasse per potergli sparare a bruciapelo.[3] Nonostante le granate risultassero palesemente insufficienti a perforare la corazza del carro rimase al suo posto di combattimento continuando a sparare fino a che non fu schiacciato dai cingoli dl carro insieme al suo cannone.[3] Fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Puntatore di pezzo anticarro, già distintosi per abilità e valore in precedenti azioni, durante un attacco in forza di carri armati nemici, attendeva freddamente che questi giungessero a breve distanza per poterli colpire con sicura efficacia. Ferito gravemente da una raffica di mitragliatrice, rifiutava di allontanarsi dal pezzo ordinando ai propri uomini di sostenerlo in modo di poter continuare la propria opera di puntatore. Nonostante le sue gravi condizioni riusciva a colpire un carro nemico. Accortosi che questo benché colpito continuava la sua corsa verso il pezzo, ordinata ai suoi dipendenti di allontanarsi e mettersi in salvo mentre con disperata energia ricaricava e puntata il pezzo da solo. A distanza di non più di due metri faceva partire il colpo colpendo a morte il carro nemico che spinto dall’inerzia schiacciava il cannone e il suo eroico tiratore. Superbo esempio di coraggio, altruismo e assoluta e completa dedizione al dovere. Selenii Jar (Fronte russo), 31 dicembre 1942.[5]»
— Decreto del Capo Provvisorio dello Stato 31 dicembre 1947.[6]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare 1965, p.159.
  2. ^ Combattenti Liberazione.
  3. ^ a b c d e f Bianchi, Cattaneo 2011, p.363.
  4. ^ Bianchi, Cattaneo 2011, p.362.
  5. ^ Quirinale - scheda - visto 23 marzo 2023
  6. ^ Registrato alla Corte dei conti lì 9 febbraio 1948, Esercito registro 8, foglio 308.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Andrea Bianchi e Mariolina Cattaneo, I quaderni dell'Associazione Nazionale Alpini. Il Labaro, Roma, Associazione Nazionale Alpini, 2011, ISBN 978-88-902153-1-5.
  • Gruppo Medaglie d’Oro al Valore Militare, Le Medaglie d’oro al Valore Militare, volume secondo (1942-1959), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 159.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]