Andrea Ferrari (generale)

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Andrea Ferrari (Napoli, 1770Terracina, 1849) è stato un generale italiano. E' ricordato per essere stato il generale del corpo volontari romani nella Prima guerra d'indipendenza durante il Risorgimento e della Repubblica Romana.

Esordi

Da giovane prestò servizio nell'esercito napoleonico, in Italia partecipò ai moti rivoluzionari del 1820 in seguito ai quali fu costretto a rifugiarsi all'estero tra le fila dei costituzionali francesi in Algeria e Spagna. Nel 1844 fu messo a riposo dall'esercito francese.

La difesa del Veneto e di Venezia

Nel 1848 ebbe l'incarico da parte del Governo Pontificio, regnante il Papa Pio IX, di formare una legione di volontari nella prima guerra d'indipendenza contro l'Austria. Il Papa inviava, infatti, alla guerra la non trascurabile forza di 7'500 uomini, organizzati in quattro reggimenti di fanteria italiana, reggimenti svizzeri, due reggimenti di cavalleria, tre batterie da campagna, due compagnie del Genio ed una di artificieri, al comando del piemontese Giovanni Durando. Mentre al Ferrari, in posizione subordinata, vennne affidato il comando dei volontari.

La piccola armata partì da Roma il 24 marzo 1848, seguita, il 26 dal Ferrari, con circa 2'300 volontari, cresciuti per via (specia a Bologna), sino a 12'000. Ad essi se ne aggiunsero altri 1'200 organizzati dallo Zambeccari.

Durante la campagna, Ferrari venne spesso in contrasto con il Durando. Si segnalò, comunque, per coraggio e tecnica militare nella difesa di Venezia dall'assedio.

La difesa di Roma

Rientrato a Roma nel dicembre 1848, fu inviato come responsabile di un corpo militare d'osservazione della Repubblica Romana a Terracina, dove morì - (Storia della Repubblica Romana).

Curiosità

Comandante della legione dei volontari pontifici provenienti dal centro Italia per incoraggiare i propri soldati promosse l'uso di una canzoncina per infondere coraggio, che veniva ripetuta continuamente, anche durante i combattimenti, con le seguenti parole:

«Bianchi e rossi color di pomodoro
morte a Radesky, evviva Pio IX
zitti, silenzio, che passa la ronda
zitti, silenzio e chi va là
evviva Carlo Alberto la guardia nazional.»