Ahmed Sékou Touré

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Ahmed Sékou Touré

Presidente della Guinea
Durata mandato2 ottobre 1958 –
26 marzo 1984
Capo del governoLouis Lansana Beavogui
Predecessorecarica istituita
SuccessoreLouis Lansana Beavogui (ad interim)

Dati generali
Partito politicoPartito Democratico di Guinea

Ahmed Sékou Touré (Faranah, 9 gennaio 1922Cleveland, 26 marzo 1984) è stato un politico guineano. È stato presidente della Guinea dal 1958 fino alla sua morte.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Tenne il potere con grande forza, accentrando negli anni il potere nelle sue mani e dei suoi familiari[1]; l'opposizione denunciò le minacce ed i crimini commessi, come l'istituzione di Camp Boiro, un campo di concentramento in cui furono imprigionati e trovarono la morte oppositori politici o presunti tali come Loffo Camara, Fodéba Keïta e Achkar Marof.[1] I suoi detrattori dovettero spesso scegliere fra tacere e andare in esilio. Dal 1965 al 1975 tagliò tutte le relazioni con la Francia, di cui la Guinea era stata una colonia.

La Guinea mantenne comunque sempre buoni rapporti con moltissimi paesi socialisti; la rottura con la Francia non fu però apprezzata dai colleghi africani, tanto che si verificarono numerosi incidenti diplomatici, provocando in casi non rari l'interruzione dei rapporti diplomatici. D'altra parte Touré si attirò le simpatie dei movimenti anticolonialisti. Il suo principale alleato fu Kwame Nkrumah, presidente del Ghana, che accolse poi nel 1966 dopo un colpo di Stato. Ha fornito sostegno finanziario all'ANC di Nelson Mandela dal 1962 in poi.

Sua figlia Aminata Touré sposò il calciatore Maxime Camara[2], che divenne poi capo del gabinetto del ministero della Cooperazione internazionale.[3]

Touré morì a Cleveland, negli Stati Uniti d'America, il 26 marzo 1984 durante un'operazione al cuore.

L'opera di destabilizzazione[modifica | modifica wikitesto]

Maurice Robert, responsabile del settore Africa del Service de documentation extérieure et de contre-espionnage (SDECE) dal 1958 al 1968, spiega: "Abbiamo dovuto destabilizzare Sekou Touré, renderlo vulnerabile, impopolare e facilitare il suo rovesciamento. Un'operazione di questa portata comporta diverse fasi: la raccolta e l'analisi delle informazioni, l'elaborazione di un piano d'azione basato su tali informazioni, lo studio e l'attuazione dei mezzi logistici e l'adozione di misure di attuazione del piano. Con l'aiuto dei rifugiati guineani esuli in Senegal, abbiamo organizzato anche dei partigiani d'opposizione a Fouta-Djalon. La supervisione è stata fornita da esperti francesi in operazioni clandestine. Abbiamo armato e addestrato questi oppositori guineani a sviluppare un clima di insicurezza in Guinea e, se possibile, a rovesciare Sékou Touré. Tra queste azioni destabilizzanti, posso citare l'operazione "Persil", ad esempio, che consisteva nell'introdurre nel paese una grande quantità di banconote guineane contraffatte per squilibrare l'economia. »[4]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Gran maestro dell’Ordine nazionale al merito - nastrino per uniforme ordinaria
Ordine dei Compagni di O.R. Tambo in Oro (Sudafrica) - nastrino per uniforme ordinaria
«Per il suo eccezionale contributo ad una libera, unita, pacifica e prospera in Africa.»
— 29 dicembre 2004[5]
Classe speciale della gran croce dell'Ordine al merito della Repubblica Federale Tedesca - nastrino per uniforme ordinaria
Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore (Francia) - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b (FR) Devoir de mémoire : Loffo Camara, 1ère femme ministre de la Guinée post-indépendante, su Africanews.com. URL consultato il 26 maggio 2023.
  2. ^ (FR) Nécrologie : Maxime Camara du Hafia et du Syli n’est plus., su Guineenews.org. URL consultato il 21 maggio 2023 (archiviato dall'url originale il 2 aprile 2016).
  3. ^ Thomas O'Toole, Historical Dictionary of Guinea, Scarecrow Press, 2005.
  4. ^ Maurice Robert, « Ministre » de l’Afrique. Entretiens avec Alain Renault, Seuil, Paris, 2004
  5. ^ Sito web della Presidenza della Repubblica: dettaglio decorato. Archiviato il 12 novembre 2014 in Internet Archive.

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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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