Agatino Paternò Castello

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Agatino Paternò Castello La Valle
Principe di Biscari
In carica1633 –
1675
SuccessoreVincenzo Paternò Castello
TrattamentoSua Eccellenza
Altri titoliBarone di Aragona, Cuba e Sparacogna, di Bicocca, dei Supplimenti di Mazzara, Trapani e Sciacca
NascitaCatania, 10 giugno 1594
MorteCatania, 19 gennaio 1675 (80 anni)
DinastiaPaternò Castello
PadreOrazio Paternò Castello
MadreDigna La Valle Statella
ConsorteMaria Paternò Castello La Restia
Figli
  • Vincenzo
  • Orazio
  • Giulio
  • Francesco Saverio
  • Ignazio
  • Giacinto
  • Elisabetta
  • Felicia
  • Agata
  • Domenico
  • Susanna
  • Digna Merita
  • Digna Francesca
ReligioneCattolicesimo

Agatino Paternò Castello La Valle, principe di Biscari (Catania, 10 giugno 1594Catania, 19 gennaio 1675), è stato un nobile e politico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio terzogenito di Orazio, X barone di Biscari, e della nobildonna Digna La Valle Statella dei baroni di Crucifia, nacque a Catania il 10 giugno 1594. Succedette al padre e ai fratelli maggiori Francesco e Vincenzo nel possesso della baronia di Biscari, negli altri titoli e beni, e nel 1623 sposò la nipote Maria, figlia del predetto Vincenzo, da cui ebbe tredici figli.[1]

Personaggio di primo piano della vita politica ed economica della Catania del XVII secolo[2], nella città siciliana esercitò le cariche di patrizio nel 1623-24, 1627-28, 1631-32, e di capitano di giustizia nel 1633-34.[3] Investito dei titoli e dei feudi ottenuti per via matrimoniale il 4 giugno 1624[3], fu anche vicario generale del Val di Noto, e, con privilegio datogli dal re Filippo IV di Spagna il 21 giugno 1633, esecutoriato il 26 agosto, ricevette l'investitura del titolo di I principe di Biscari. Assieme all'investitura del titolo di principe dello stato e terra di Biscari, il Paternò Castello ebbe dal monarca spagnolo anche il trattamento di regio consanguineo.[4]

Nel 1639, il cardinale Giovanni Doria, luogotenente del Re in Sicilia, lo nominò vicario generale del Regno di Sicilia, carica che ricoprì fino al 1648.[4][5] Le rivolte antispagnole del 1647 scoppiate in Sicilia, interessarono anche a Catania, dove il Principe di Biscari svolse un'importante funzione di mediazione tra i cittadini rivoltosi e l'autorità viceregia.[6] Nel 1649, fu nominato vicario generale del Regno di Sicilia con "l'Alter Ego, e suprema potestà civile e criminale".[4]

Acquistò la terra baronale di Bicocca, a sud di Catania, di cui fu investito il 22 gennaio 1668.[7]

Morì a Catania il 19 gennaio 1675.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ M. C. Calabrese, Baroni imprenditori nella Sicilia moderna, Maimone, 2012, p. 16.
  2. ^ Calabrese, p. 15.
  3. ^ a b V. Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 5, Forni, 1981, p. 198.
  4. ^ a b c C. Nicotra, Il Carmelo catanese nella storia e nell'arte, Samperi, 1977, p. 130.
  5. ^ D. Palermo, Tra mediazione e repressione: l'aristocrazia catanese durante la rivolta del 1647, in Mediterranea. Ricerche storiche n. 2, Mediterranea, 2004, p. 63.
  6. ^ Palermo, p. 79.
  7. ^ Rivista del Collegio Araldico, vol. 32, Collegio Araldico, 1933, p. 247.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • F. Paternò Castello di Carcaci, I Paternò di Sicilia, Catania, Prampolini, 1936.
  • F. P. Di Vita, I Paternò Castello di Biscari. Una famiglia, un patrimonio nella Sicilia moderna (1700-1734), Torino, Giappichelli, 2007, ISBN 8834877225.

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di biografie