Batterioterapia fecale: differenze tra le versioni

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La batterio terapia fecale o trapianto fecale o trapianto di feci o trasfusione fecale o infusione di probiotici umani (HPI), è un trattamento medico utilmente utilizzato in soggetti affetti da colite pseudomembranosa sostenuta dal Clostridium difficile;[1][2] o anche in caso di colite ulcerosa[3] refrattaria alle comuni terapie.

La terapia prevede il ripristino della normale flora fecale, alterata, nella colite pseudomembranosa, dai trattamenti antibiotici subiti dal soggetto. Di solito si usa un pool di feci ottenute da donatori sani:eterotrasfusione; o in certi casi da feci "donate" precedentemente dallo stesso soggetto: omotrasfusione.[4]

Cenni storici

La tecnica è stata sviluppata da pochi anni dal Team del Dr. Thomas J. Borody a Sydney, Australia, come trattamento alternativo nella Colite pseudomembranosa, specie nelle forme recidivanti e resistenti alla terapia con vancomicina.[3][5]

Questa strategia terapeutica è stato a lungo usata nell'allevamento degli animali, per esempio, per evitare la salmonellosi nei polli.[6] Inoltre, è utilmente utilizzata su topi di laboratorio germ free per rendere umanizzate le feci degli stessi animali, in modo da poter studiare gli effetti di farmaci o altro sull'ecosistema umano riprodotto nel topo.[7]

Razionali teorici

I razionali teorici di questa tecnica terapeutica vanno ricercati nelle ricerche più avanzate che riguardano i probiotici e gli studi sul microbioma, che è l'insieme di microrganismi: batteri, archeobatteri, funghi, virus, presenti in un ambiente specifico.

Colite pseudomembranosa

Colite Ulcerosa

Nella colite ulcerosa, nessun agente patogeno è stato trovato fino ad oggi. Ma l'efficacia della batterioterapia fecale, in questo caso, suggerirebbe che la causa della colite ulcerosa può essere dovuta ad una precedente infezione di un agente patogeno rimasto sconosciuto. Infatti l'infezione iniziale può probabilmente essersi risolta naturalmente in questi pazienti; ma talvolta, uno squilibrio della flora intestinale del colon potrebbe portare ad una riacutizzazione infiammatoria (il che spiegherebbe la natura ciclica e ricorrente di questa malattia). Questo ciclo sembra, almeno in molti casi, essere interrotto dalla ri-colonizzazione del colon del paziente con di un complesso batterico (probiotico) prelevato da un intestino sano (eterotrapianto).[5] Alcuni medici ritengono che questo trattamento effettuato in soggetti in buone condizioni, è sicuro e molti pazienti potrebbero trarre beneficio da questa innovativa terapia.[8]

Altre patologie studiate

Attualmente la tecnica è studiata in soggetti affetti da Malattia di Parkinson, diabete ed obesità.[9]

Procedura

Efficacia

L'efficacia è stimata essere del 90% dei casi trattati.[10]

Precauzioni

Dopo un workshop fatto presso la Yale University nel 2005 e nel 2007, sono state emanate e pubblicate raccomandazioni generali e specifiche, pubblicate e validate nel 2008, riguardo l'uso clinico dei probiotici (Recommendations for probiotic use. - 2008. J Clin Gastroenterol. 2008).[11] In questa importante pubblicazione sono state fatte numerose raccomandazioni per il trattamento delle malattie infiammatorie intestinali (MICI) e la sindrome dell'intestino irritabile con probiotici. Gli autori del workshop hanno raccomandato cautela nell'uso della tecnica del trapianto fecale a causa del limitato numero di studi.

Note

  1. ^ G. Russell, Fecal bacteriotherapy for relapsing Clostridium difficile infection in a child: a proposed treatment protocol., in Pediatrics, vol. 126, n. 1, Jul 2010, pp. e239-42, DOI:10.1542/peds.2009-3363, PMID 20547640.
  2. ^ AA. MacConnachie, Faecal transplant for recurrent Clostridium difficile-associated diarrhoea: a UK case series., in QJM, vol. 102, n. 11, Nov 2009, pp. 781-4, DOI:10.1093/qjmed/hcp118, PMID 19726581.
  3. ^ a b TJ. Borody, Treatment of ulcerative colitis using fecal bacteriotherapy., in J Clin Gastroenterol, vol. 37, n. 1, Jul 2003, pp. 42-7, PMID 12811208.
  4. ^ W. Glauser, Risk and rewards of fecal transplants., in CMAJ, vol. 183, n. 5, Mar 2011, pp. 541-2, DOI:10.1503/cmaj.109-3806, PMID 21398226.
  5. ^ a b TJ. Borody, Bacteriotherapy using fecal flora: toying with human motions., in J Clin Gastroenterol, vol. 38, n. 6, Jul 2004, pp. 475-83, PMID 15220681.
  6. ^ E. Nurmi, New aspects of Salmonella infection in broiler production., in Nature, vol. 241, n. 5386, Jan 1973, pp. 210-1, PMID 4700893.
  7. ^ PJ. Turnbaugh, The effect of diet on the human gut microbiome: a metagenomic analysis in humanized gnotobiotic mice., in Sci Transl Med, vol. 1, n. 6, Nov 2009, pp. 6ra14, DOI:10.1126/scitranslmed.3000322, PMID 20368178.
  8. ^ MS. Silverman, Success of self-administered home fecal transplantation for chronic Clostridium difficile infection., in Clin Gastroenterol Hepatol, vol. 8, n. 5, May 2010, pp. 471-3, DOI:10.1016/j.cgh.2010.01.007, PMID 20117243.
  9. ^ Ananthaswamy, Anil, Faecal transplant eases symptoms of Parkinson's, in New Scientist Health, 2011. URL consultato il 25 agosto 2011.
  10. ^ Joan R. Callahan, Emerging Biological Threats: A Reference Guide, ABC-CLIO, 23 December 2009, pp. 74–, ISBN 978-0-313-37209-4.
  11. ^ MH. Floch, Recommendations for probiotic use--2008., in J Clin Gastroenterol, 42 Suppl 2, Jul 2008, pp. S104-8, DOI:10.1097/MCG.0b013e31816b903f, PMID 18542033.

Bibliografia

Riviste

Testi

Collegamenti esterni