Maria Fortunata Scola Camerini: differenze tra le versioni

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La baronessa Maria Fortunata Scola Camerini (Rovigo, 20 giugno 1864Creazzo, 1937) è stata una scultrice italiana.

Biografia

Primogenita di otto figli, Maria Fortunata nacque a Rovigo nel 1864[1] dal conte Giovanni Camerini, senatore del neonato Regno d'Italia, e dalla contessa Luisa Raimondi di Podio.[2] Durante l'infanzia e la giovinezza soggiornò tra Firenze, Venezia, Ferrara e Villanova Marchesana, seguendo la famiglia.[2]

Si appassionò fin da subito alle arti, avvicinandosi dapprima alla pittura a soggetto floreale.[3] A villa Luisa, ex convento certosino trasformato in villa di famiglia a Villanova Marchesana, prese lezioni di disegno e realizzò le sue prime composizioni su stoffa, ceramica e altri materiali, partecipando alle esposizioni di Firenze, nel 1890, e di Londra, nel 1897.[2]

Vedendo una sorella modellare la creta del Basso Polesine raccolta nella tenuta paterna, si interessò alla scultura, che divenne da allora un'occupazione costante.[3][2] Autodidatta ma determinata e dotata di talento, ebbe modo di conoscere Giovanni Dupré a Firenze, di cui frequentò lo studio durante vari soggiorni con il padre che aveva commissionato un monumento al noto scultore.[1]

In controtendenza con il suo tempo — a fine Ottocento era insolito che le donne si dedicassero alla scultura, considerata un'arte maschile[3][4] — si specializzò nella ritrattistica, realizzando numerosi busti in bronzo[1] dei suoi familiari e delle personalità che frequentavano la villa di famiglia.[3] Tra di essi si ricordano il ritratto di Isabella Camerini in Valmarana per il Dispensario antitubercolare di Ferrara[1] o ancora i ritratti del padre, dell'arciprete Domenico Marangoni, di Antonio Fogazzaro, del duca Carlo Capace Galeota o del conte Fabio Sanminiatelli Zabarella.[3] L'unica commissione di cui si abbia conoscenza è quella di un Cristo per l'Università Cattolica di Milano.[3]

Maria Camerini non adottò lo stile verista e accademico allora imperante. Secondo Renato Cevese, «ella era capace di esprimersi con personalità a volte vigorosa e con vivezza d'accenti, poiché il ritratto non era per lei un abile gioco formale volto a cogliere gli aspetti esteriori del soggetto, ma processo di acuta e intelligente penetrazione psicologica».[3]

Nel 1892 sposò il barone Bartolomeo Scola e si trasferì a Villa Scola Camerini, detta il Castello.[3][5]

Nel 1899 espose tre busti alla Biennale di Venezia.[2]

«Di fermi principi morali, di profonda religiosità ed altruismo», nel 1911 si adoperò per la fondazione dell'asilo Sant'Antonio a Creazzo. Fece inoltre dono di una copia della pala d'altare dell'Immacolata Concezione del Tiepolo alla chiesa parrocchiale di Sant'Ulderico.[3]

Maria Camerini Scola continuò a scolpire fino alla morte, sopraggiunta a Creazzo nel 1937, lasciando incompiuto il ritratto del figlio Giuseppe, ufficiale dell'Aeronautica Militare precipitato ad Aviano.[1]

La sua gipsoteca è conservata nella cedraia di Villa Scola Camerini. Altre sue opere si trovano nei Musei civici di Vicenza, all'Accademia dei Concordi di Rovigo (i busti di Giovanni Battista Tenani e di Alessandro Casalini) o ancora nella chiesa dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.[1]

Esposizioni

Tra le esposizioni a cui partecipò Maria Camerini Scola si ricordano:[1]

  • 1892, Vicenza
  • 1894, Vicenza
  • 1897, Londra
  • 1899, Venezia, con le opere Ritratto di vecchio e Antonio Fogazzaro
  • 1906, Milano, busto in bronzo
  • 2013, mostra "Cinque secoli di volti" a Palazzo Chiericati, Vicenza, 5 busti

Note

  1. ^ a b c d e f g Alfonso Panzetta 2003, p. 194
  2. ^ a b c d e Moreno Tenani, Villa Luisa, sui social rivive l'epopea di Maria Camerini, in Il Gazzettino, 10 gennaio 2021. URL consultato il 5 novembre 2022.
  3. ^ a b c d e f g h i Cinzia Albertoni, Camerini, la contessa scultrice, in Il Giornale di Vicenza, 18 giugno 2014. URL consultato il 5 novembre 2022.
  4. ^ Per approfondire il tema della scultura come arte maschile, si vedano per esempio Marjan Sterckx 2007 e Irene Graziani e Vera Fortunati 2008
  5. ^ Giustiniano Cacciavillani 1892

Bibliografia

  • Vera Fortunati e Irene Graziani, Properzia de' Rossi: una scultrice a Bologna nell'età di Carlo V, Compositori, 2008, ISBN 978-88-7794-632-4.
  • (EN) Marjan Sterckx, Pride and prejudice: Eighteenth-century Women Sculptors and their Material Practices, in J. Batchelor e C. Kaplan (a cura di), Women and Material Culture, 1660–1830, London, Palgrave Macmillan, 2007, DOI:10.1057/9780230223097_6, ISBN 978-0-230-22309-7.
  • Alfonso Panzetta, Nuovo dizionario degli scultori italiani dell'Ottocento e del primo Novecento, vol. 1, Torino, Ad Arte, 2003, p. 194, ISBN 88-89082-00-3.
  • F. Mazzocca (a cura di), Musei Civici di Vicenza. Dipinti e sculture del XIX, Venezia, Marsilio, 2000
  • A. M. Fioravanti Baraldi e F. Mellone (a cura di), IV biennale donna - 1990. Presenze femminili nella vita artistica a Ferrara tra Ottocento e Novecento, Ferrara, 1990 (catalogo della mostra)
  • Bino Sanminiatelli, Enzo Casalini e Renato Cevese, Maria Scola Camerini, Vicenza, Officine grafiche STA, 1965, SBN IT\ICCU\SBL\0280244.
  • Giustiniano Cacciavillani, Al barone Bartolomeo Scola-Tommasoni nel di delle sue nozze con la nobil signorina Maria de' conti Camerini : 17 febbraio 1892, Vicenza, Stab. tipo-litografico G. Raschi, 1892, SBN IT\ICCU\VIA\0149608.

Collegamenti esterni

  • Maria Scola Camerini, su Catalogo generale dei Beni Culturali, Ministero della Cultura. URL consultato il 5 novembre 2022.