Giudici biblici

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I Giudici biblici (in ebraico שופטים?, Shôphaatîm o shoftim)[1] sono dei personaggi biblici che ricoprivano il ruolo di governanti e capi militari, oltre a presiedere le udienze.[2]

Nel Libro dei Giudici sono presentati come capi militari, civili e spirituali ispirati da Dio in determinate occasioni per liberare una o più tribù Israelitiche dalla minaccia delle popolazioni vicine oppure per guidare gli Israeliti in guerra.[3] Tuttavia, come si può dedurre dalla grave ed oscura situazione sociopolitica che vivevano allora gli Israeliti[senza fonte], i giudici in questione non erano sempre dei leader religiosamente devoti o degli statisti eccezionali, ma più che altro individui ambiziosi ed eroi locali (in quanto non si era ancora riuscita a riconquistare un'unità nazionale definita). La loro governanza sull'antico Israele è durata all'incirca dal 1150 a.C. fino al 1025 a.C., cioè fino all'elezione del primo Re d'Israele, Saul.

Accanto a queste figure di stampo militare, il libro racconta anche dei giudici responsabili dell'ordinaria amministrazione e della vita legislativa all'interno delle varie tribù, i cosiddetti giudici minori.

Sansone e il leone, dipinto da Francesco Hayez (1842; Firenze, Galleria d'arte moderna).

Questi personaggi accompagnano la storia del popolo ebraico dall'insediamento in Palestina al tempo di Giosuè e fino all'avvento della monarchia con il re Saul. Dopo la conquista di Canaan da parte di Giosuè, le tribù d'Israele avevano formato una debole confederazione. Siccome in questo periodo e nei seguenti periodi di crisi non ci fu mai un governo centrale, il popolo ebraico venne guidato da questi giudici scelti ad hoc.[4]

Elenco dei Giudici biblici[modifica | modifica wikitesto]

A partire dal Libro dei Giudici può essere costruita la seguente lista di giudici:

Nel Primo libro di Samuele si parla di Eli, Samuele, Gioele e Abia (questi due ultimi figli di Samuele) presentandoli come giudici. Possono esser per questo considerati come gli ultimi quattro dei giudici biblici.
Samgar - le cui gesta, a parte il Cantico di Debora, sono citate nel solo versetto Gc3,31[5], che risulta però essere un'aggiunta posteriore al testo - si ritiene invece non fosse originariamente nella lista dei giudici e gli esegeti della École biblique et archéologique française (i curatori della cattolica Bibbia di Gerusalemme) precisano che «questo v. [Gc3,31] è un'aggiunta (cf. 4,1). Pare che Samgar non sia un Israelita: il suo nome è straniero; da quanto sembra egli è originario di Bet-Anat, in Galilea, che era restata cananea (1,33). La sua inserzione nella lista dei giudici deriva probabilmente da una cattiva comprensione di 5,6»,[6] ovvero proprio del Cantico di Debora che, come ricordano gli esegeti cristiani, presenta parecchie incongruenze ed è «la disperazione della poesia ebraica arcaica: dei 106 versi, quasi la metà in un modo o in un altro presentano oscurità, incertezze, ambiguità».[7]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Il termine in ebraico significa anche "governatori".
  2. ^ (EN) Michael D. Coogan, Glossary, in A Brief Introduction to the Old Testament, New York, Oxford University Press, 2009, p. 426.
  3. ^ (PT) O Período dos Juízes (aprox 1300-1050 a.E.C), su Chazit Hanoar (archiviato dall'url originale il 3 marzo 2016).
  4. ^ (EN) Kenneth A. Kitchen, On the Reliability of the Old Testament, Grand Rapids (Michigan), William B. Eerdmans Publishing Company, 2003.
  5. ^ Gc3,31, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  6. ^ Bibbia di Gerusalemme, Bologna, EDB, 2011, p. 485, ISBN 978-88-10-82031-5.
  7. ^ Raymond E. Brown, Joseph A. Fitzmyer e Roland E. Murphy, Nuovo Grande Commentario Biblico, Brescia, Queriniana, 2002, pp. 179-180, ISBN 88-399-0054-3. Cfr. anche: Bibbia di Gerusalemme, Bologna, EDB, 2011, p. 487, ISBN 978-88-10-82031-5.

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