Zyklon B
Zyklon B (pronuncia: /t͡sy'kloːn ˈbeː/) era il nome commerciale di un agente fumigante a base di acido cianidrico (o acido prussico) utilizzato come agente tossico nelle camere a gas di alcuni campi di sterminio nazisti.
Anche se utilizzato in un numero limitato di lager,[1] principalmente ad Auschwitz e Majdanek, lo Zyklon B è oggi ricordato come uno dei simboli della Shoah. L'uso della parola Zyklon (ciclone in tedesco) ha spinto varie comunità ebraiche a chiedere nel 2002 alla Bosch Siemens Hausgeräte e alla Umbro di ritirare i loro tentativi di usare o registrare tale termine per loro prodotti.[2]
Uso sulle persone
[modifica | modifica wikitesto]L'insetticida cianogenetico fu sviluppato negli anni venti da Fritz Haber[3], un ebreo tedesco, vincitore del Premio Nobel per la Chimica nel 1918, impiegato della Bayer. Haber fu poi costretto a emigrare nel 1933. L'insetticida fu usato dalla Germania nazista nelle camere a gas del campo di sterminio di Auschwitz e nel campo di concentramento di Majdanek. A seconda della concentrazione era denominato Zyklon A, B, C, D, E ed F; la concentrazione denominata Zyklon "D" era utilizzato come insetticida mentre la concentrazione "E" era utilizzata per la disinfestazione degli edifici in legno.[4] Lo Zyklon B si presentava in forma di granuli composti di polpa di legno o terra diatomacea. Tali granuli, di colore bluastro, erano impregnati di acido cianidrico, di uno stabilizzatore e di gas lacrimogeno o irritante che aveva lo scopo di segnalare la presenza del gas prima della sua evaporazione. Una volta estratto dai suoi contenitori ermetici, l'acido cianidrico contenuto nei granuli evaporava a una temperatura di 26 gradi Celsius.[5]
Lo Zyklon B fu inizialmente usato nei campi di concentramento per lo spidocchiamento e il controllo del tifo. Fu sperimentato per la prima volta il 3 settembre 1941, nel campo di Auschwitz, su 600 prigionieri di guerra russi e 300 ebrei. Lo Zyklon B era fornito dalle ditte tedesche Degesch (Deutsche Gesellschaft für Schädlingsbekämpfung mbH - Società Tedesca per la Disinfestazione) e dalla Tesch und Stabenow (Internationale Gesellschaft für Schädlingsbekämpfung mbH, Hamburg), comunemente nota col nome "TESTA", due tra le società che costituivano la IG Farben con amministratore Wurster che deteneva il brevetto. Il gas fu utilizzato in principio unito a un agente irritante aggiunto dalla stessa società; successivamente, per ordine dell'ufficiale Kurt Gerstein, l'irritante fu eliminato[6].
A questo provvedimento la società si oppose[6], perché il suo brevetto riguardava anche l'aggiunta dell'irritante. Esso fungeva da segnalatore della presenza del gas per proteggere gli inservienti che dovevano utilizzarlo, ma fu tolto in quanto le SS ritennero che in sua assenza il processo di uccisione fosse più veloce. La stessa società in origine forniva al campo, oltre al gas, anche il personale addetto a maneggiarlo. Nel 1942 la distribuzione del gas all'interno delle SS fu regolamentata dall'istituto di igiene di Berlino delle stesse SS, diretto da Mrugowsky.
I nazisti ordinarono alla Degesch di produrre lo Zyklon B senza irritante, segnalatore di pericolo chimico[7], contravvenendo alle leggi tedesche. Dopo la seconda guerra mondiale, due direttori della Tesch furono processati da una corte militare britannica e poi giustiziati per aver preso parte alla fornitura del materiale.[8] Dai bonifici di pagamento effettuati dalle SS a questa società si deduce che furono forniti al campo di concentramento di Auschwitz:
- 2.211 kg di Zyklon B nel 1942;
- 5.000 kg di Zyklon B nel 1943;
- 500 kg di Zyklon B nel 1944.
L'acido cianidrico a 200 mg/m³ uccide una persona in circa 10 minuti[9]. Da cinque a sette kg di Zyklon B erano fatti cadere nella camera della morte attraverso un'apertura nel soffitto per uccidere da 1.000 a 2.000 persone in pochi minuti.[10] L'azione tossica si deve allo ione CN−, il quale si lega agli enzimi ossidanti preposti alla respirazione cellulare, in particolar modo all'enzima citocromo-ossidasi, provocando l'anossia. I sintomi da intossicazione erano la perdita di coscienza e le convulsioni e dopo circa 15 minuti sopraggiungeva la morte.
Se l'uso di tale metodo si rivelava antieconomico, i nazisti preferivano utilizzare iniezioni di fenolo: ad Auschwitz fu utilizzata una soluzione acquosa di fenolo, iniettata direttamente nel ventricolo sinistro, con morte in 10-15 secondi. L'utilizzo del gas all'interno del campo era riservato a personale specializzato. In origine, come detto, tale personale era fornito dalla società produttrice, mentre in seguito fu costituito un gruppo di "disinfettori" (Desinfektoren) membri del servizio sanitario delle SS, e successivamente furono impiegati sottufficiali delle SS.
La tesi negazionista
[modifica | modifica wikitesto]Tra i principali negazionisti dell'Olocausto, Robert Faurisson sosteneva che non esistessero prove verificabili che avessero dimostrato il funzionamento tecnico dello sterminio mediante camere a gas con Zyklon B. In particolare Faurisson tentava di contestare la testimonianza del comandante di Auschwitz Rudolf Höss, secondo la quale una squadra speciale (Sonderkommando), costituita da ebrei, metteva in moto un apparecchio di ventilazione ed entrava pochi minuti dopo la gasazione, magari fumando o mangiando, prendeva i cadaveri, li portava fuori, e poi verso i forni crematori per incenerirli.
La tesi, dimostratasi falsa[11], di Faurisson sosteneva che, avendo lo Zyklon B come caratteristica quella di attaccarsi fortemente alle superfici, e di penetrare nella pelle, sarebbe stato fisicamente impossibile che coloro che entravano a contatto con i cadaveri degli ebrei potessero fumare perché l'acido cianidrico è altamente esplosivo.
Le tesi chimico/ingegneristiche di Faurisson e degli altri negazionisti, pur non avendo alcun peso nella storiografia scientifica, sono state sottoposte a critica e smontate da vari studiosi. In particolare, nel corso del processo per diffamazione intentato dal negazionista britannico David Irving alla studiosa statunitense Deborah Lipstadt venne presentata una completa expertise scientifica a cura del chimico statunitense Richard Green, che contribuì al rigetto della causa da parte della corte[11]. Tale tesi ribatté specificamente tutte le affermazioni di Faurisson e degli altri negazionisti. Le tesi negazioniste hanno infine trovato ampia smentita non solo nelle aule di tribunale ma anche nella storiografia[12].
Condanna
[modifica | modifica wikitesto]Il 30 settembre 1946 i giudici del tribunale del Processo di Norimberga condannarono le SS, dichiarandole un'organizzazione criminale. I giudici sottolinearono questa sentenza dichiarando che: "Le SS furono usate per scopi criminali, che comprendevano: la persecuzione e lo sterminio degli ebrei, brutalità ed esecuzioni nei campi di concentramento, eccessi nell'amministrazione dei territori occupati, l'amministrazione del programma di lavoro schiavistico e il maltrattamento e assassinio di prigionieri di guerra".[13] La sentenza continuava dichiarando che il sospetto di crimini di guerra avrebbe coinvolto tutte le persone "che erano state ufficialmente accettate come membri delle SS [...] che divennero o rimasero membri dell'organizzazione sapendo che veniva usata per commettere atti dichiarati criminali dall'articolo 6 dello statuto di Londra sui crimini di guerra".[14][15]
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ La maggior parte dei campi di sterminio (Chełmno, Bełżec, Sobibór, Mauthausen-Gusen, Treblinka) utilizzava come agente tossico il monossido di carbonio prodotto dai gas di scarico di grandi motori. Non tutte le vittime dell'Olocausto vennero uccise all'interno dei campi di sterminio: circa 1.000.000 - 1.500.000 fu uccisa dalle Einsatzgruppen mediante fucilazione in Unione Sovietica a partire dal giugno 1941.
- ^ (EN) Siemens retreats over Nazi name, in BBC News, 5 settembre 2002. URL consultato il 1º agosto 2015.
- ^ Paolo Magionami (7 agosto 2001). Fritz Haber dal sito web «Torinoscienza.it». Riportato il 19 settembre 2007.
- ^ Richard Breitman, Il silenzio degli Alleati, Milano, Mondadori, 1999, pp. 94, ISBN 88-04-45535-7.
- ^ Brian Harmon (1994). Technical aspects of the Holocaust: Cyanide, Zyklon-B, and Mass Murder Archiviato il 12 novembre 2010 in Internet Archive..
- ^ a b Robert Jay Lifton, I medici nazisti, Milano, Rizzoli, 1986, p. 221.
- ^ Nuremburg Doc NI-9913-A Mendelsohn and Detwiler, p 149.
- ^ Enrico Girmenia, L'eutanasia nazista: Lo steriminio dei disabili nella Germania di Hitler, Armando Editore, 2016, p. 152.
- ^ WHOTAC World Health Organization, Technical Report Series.(WHO, 1211 Geneva, 27, Switzerland) No.1-1950- Volume(issue)/page/year: -,30,1970
- ^ Auschwitz: Technique and operation of the gas chambers, Jean-Claude Pressac 1989, The Beate Klarsfeld Foundation Page 16.
- ^ a b L'expertise completa è visibile [qui Copia archiviata (PDF), su holocaust-history.org. URL consultato il 25 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 26 settembre 2007).] (testo in inglese)
- ^ Si vedano in merito Richard J. Evans, In Defense of History, New York: Norton, 1999; Richard J. Evans, Lying About Hitler: History, Holocaust, and the David Irving Trial, Basic Books, 2002 ISBN 0-465-02153-0; Valérie Igounet, Histoire du négationnisme en France, Seuil, 2000; Valentina Pisanty, L'irritante questione delle camere a gas. Logica del negazionismo, Bompiani 1998 ISBN 88-452-3588-2; Pierre Vidal-Naquet, Les Assassins de la mémoire, Paris, Maspéro, 1981.
- ^ IMT, 1946, Vol. XXII, p. 516, in: Höhne, 1969, p. 3.
- ^ (EN) International Military Tribunal (Nuremberg). (PDF). Werle. Humboldt Universitat. Berlin.
- ^ International Military Tribunal, 1947-1949, Vol. XXII, p. 517 in: Höhne, 1969, p. 3.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Jean-Claude Pressac e Beate Klarsfeld Foundation, Auschwitz: technique and operation of the gas chambers, Beate Klarsfeld Foundation, 1989, OCLC 802664747.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Zyklon B
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Ken Stewart, Zyklon-B, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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