Zelotes namaquus
Zelotes namaquus | |
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Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Sottoregno | Eumetazoa |
Superphylum | Protostomia |
Phylum | Arthropoda |
Subphylum | Chelicerata |
Classe | Arachnida |
Ordine | Araneae |
Sottordine | Araneomorphae |
Superfamiglia | Gnaphosoidea |
Famiglia | Gnaphosidae |
Sottofamiglia | Zelotinae |
Genere | Zelotes |
Specie | Z. namaquus |
Nomenclatura binomiale | |
Zelotes namaquus FitzPatrick, 2007 |
Zelotes namaquus FitzPatrick, 2007 è un ragno appartenente alla famiglia Gnaphosidae.
Etimologia[modifica | modifica wikitesto]
Il nome della specie è un aggettivo che deriva dalla regione desertica sudafricana di rinvenimento degli esemplari: il Namaqualand[1].
Caratteristiche[modifica | modifica wikitesto]
Questa specie appartiene all'humilis group, le cui peculiarità sono: l'embolus del maschio è breve, si origina distalmente ed ha anche una curvatura ventrale come nel laetus group; ne differisce per la forma e l'orientamento dell'apofisi mediana che è più ampia in questo gruppo ed è orientato in posizione centrale[1].
L'olotipo maschile rinvenuto ha lunghezza totale è di 3,83mm; la lunghezza del cefalotorace è di 1,92mm; e la larghezza è di 1,33mm[1].
Distribuzione[modifica | modifica wikitesto]
La specie è stata reperita nel Sudafrica occidentale: l'olotipo maschile è stato rinvenuto presso Bitterfontein, nella parte della regione del Namaqualand che appartiene alla provincia del Capo Settentrionale[1].
Tassonomia[modifica | modifica wikitesto]
Al 2016 non sono note sottospecie e dal 2007 non sono stati esaminati nuovi esemplari[1].
Note[modifica | modifica wikitesto]
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- FitzPatrick, M.J., 2007 - A taxonomic revision of the Afrotropical species of Zelotes (Arachnida: Araneae: Gnaphosidae). Bulletin of the British Arachnological Society vol.14, pp.97-172 PDF (pag.118-119)
Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) The world spider catalog, Gnaphosidae, Zelotes namaquus, su wsc.nmbe.ch. URL consultato il 21 febbraio 2016.