Wealhþeow

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La regina Wealhþeow che serve al banchetto

Wealhþēow è una leggendaria regina dei Danesi che compare nel poema in antico inglese Beowulf per la prima volta al verso 612.

Visione d'insieme sul personaggio

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Wealhþeow è la regina dei Danesi e appartiene al clan dei Wulfing[1]. È sposata con re Hroðgar di Danimarca ed è la madre di Hreðric e Hroðmund e di Freawaru. L'etimologia del nome è dibattuta; una possibile traduzione è "serva straniera" (Hill, 1990).

In rapporto al suo matrimonio con Hroðgar è descritta come friðusibb folca (verso 1168), "parentela garanzia di pace tra due genti", che significa che il loro matrimonio sancì l'alleanza tra Wulfing e Scylding. Per questo è chiamata sia "Signora degli Helming" (verso 620) (perché discende da Helm) sia "Signora degli Scylding" (verso 1168) (essendo sposata con uno Scylding e avendo avuto figli da lui).

Due fonti norrene associano la moglie di Hroðgar all'Inghilterra. La Saga degli Skjöldungar, nel riassunto di Arngrímur Jónsson, capitolo 3, dice che Hroðgar (Roas) sposò la figlia di un re inglese; la Hrólfs saga kraka ok kappa hans, capitolo 5, dice che Hroðgar (Hróarr) sposò la figlia di un re di Northumbria (Norðhymbraland) chiamato Norðri.

In conseguenza di questo, nel 1897 fu avanzata l'ipotesi[2] che il nome "Wulfing" potesse essere sinonimo della famiglia Wuffing dell'Anglia orientale, e che il nome "Helmingas" fosse in relazione con il nome di luogo Helmingham presente nel Norfolk e nel Suffolk, cioè nella zona di occupazione scandinava dell'Inghilterra nel V-VI secolo. Anche se la teoria non fu appoggiata da alcuni[3], essa recentemente è riaffiorata in una discussione sull'identità di Hroðmund[4].

Ruolo nel poema

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Wealhþeow (come Hygd) svolge l'importante ruolo di "padrona di casa" e "locandiera" nel poema[5]. L'importanza del suo personaggio è sottolineato con enfasi ai versi 1161-1231: qui Wealhþeow, desiderosa che Hroðgar assicuri la successione ai suoi figli, ricompensa Beowulf per aver ucciso Grendel con tre cavalli e una collana.

La collana si chiama Brosinga mene, e il nome viene da una storpiatura o un'errata trascrizione dell'antico inglese Breosinga mene, norreno Brísingamen[6], la collana di Freyja. Richard North compara il dono della collana a Brosing, la Brísingamen di Freyja[7] e commenta che:

«L'ampia tradizione norreno-islandese attribuisce il Brisinga men o giroli Brisings a Freyja che è insieme la sorella di Ingvi-freyr, una vanir, la dea dell'amore, e una strega con il potere di resuscitare i morti. L'acquisizione da parte di Freyja di questa collana e il suo furto da parte di Loki sono l'episodio centrale del Sorlaþattr»

Helen Damico (1984/1990) suggerì inoltre che Wealhþeow e la madre di Grendel rappresentassero diversi aspetti di una dea della mitologia norrena, forse legati al mito delle valchirie.

Wealhþeow è stata anche esaminata come rappresentante del regno e del prestigio di Hroðgar e come componente fondamentale per il buon funzionamento della corte. Secondo Stacy Klein, Wealhþeow possiede "garbo elaborato" che dimostra "ricchezza e potere" del regno[8]. Come regina, Wealhþeow rappresenta il "dovere di mantenere la pace tra due clan in guerra" e "denota lo status della corte"[9]. Mentre la sua posizione può apparire conforme al rituale, ella mantiene anche "la coesione nel gruppo dei guerrieri"[10]. Il ruolo delle regine nella Germania antica era di far fiorire "armonia sociale attraverso un'attiva opera diplomatica e di conciliazione"[11]. Wealhþeow riveste questo ruolo parlando costantemente con ognuno degli uomini nella sua reggia e ricordando loro i loro obblighi - obblighi verso la patria, la famiglia o il re.

Nel 2005 Steinunn Ólína Þorsteinsdóttir interpreta la regina Wealhþēow nel film Beowulf & Grendel.

Nel 2007 Robin Wright Penn interpreta la regina Wealhþēow nel film di Robert Zemeckis, La leggenda di Beowulf. Al contrario del poema, nel film la regina Wealhþēow gioca una parte importante; oltre ad essere la regina rispettosa e composta, Wealhþēow è ritratta come una moglie alquanto infelice, oppressa dalla consapevolezza dell'infedeltà del marito. Ripete la stessa esperienza con Beowulf dopo che si sono sposati.

  1. ^ Wealhþeow è identificata come Helming nel poema, cioè appartenente al clan di Helm, capo dei Wulfing (Widsith, 21).
  2. ^ Gregor Sarrazin 1897, Neue Beowulf-studien, Englische Studien, pagine 228-230. Vedi anche Fr. Klaeber (editore), Beowulf and the Fight at Finnsburgh (Boston 1950), XXXIII, nota 2.
  3. ^ Per esempio, G. Jones, Kings, Beasts and Heroes (Oxford 1972), pagine 132-134.
  4. ^ S. Newton, The Origins of Beowulf and the pre-Viking Kingdom of East Anglia (D.S. Brewer, Woodbridge 1993), pagine 122-128.
  5. ^ The Social Centrality of Women in Beowulf: A New Context Archiviato il 17 novembre 2007 in Internet Archive., Dorothy Porter, estate/autunno 2001.
  6. ^ Edizione in Antico Inglese di James Albert Harrison e Robert Sharp.
  7. ^ Richard North, "The King's Soul: Danish Mythology in Beowulf" in Origins of Beowulf: From Vergil to Wiglaf, (New York: Università di Oxford, 2006), 194
  8. ^ Klein, Stacy S. “Reading Queenship in Cynewulf's Elene.” Giornale di Studi su Medioevo ed Età Moderna. 33.1 (2003): 47-89. Progetto Musa.
  9. ^ Gardner, Jennifer: "The Peace Weaver: Wealhtheow in Beowulf". Università della Carolina Occidentale, marzo 2006.
  10. ^ Ibid.
  11. ^ Butler, Francis. “A Woman of Words: Pagan Ol'ga in the Mirror of Germanic Europe.” Slavic Review. 63.4 (inverno 2004): 771-793. JSTOR.
  • Die altenglischen Frauennamen, M. Boehler, Germanische Studien 98, Berlino 1930.
  • Beowulf's Wealhtheow and the Valkyrie Tradition, Helen Damico, Ufficio Stampa dell'Università del Wisconsin, Madison 1984.
  • "The Valkyrie Reflex in Old English Literature" in New Readings on Women in Old English Literature, Helen Damico e Alexandra Hennessey Olsen (editori), Ufficio Stampa dell'Università dell'Indiana, Bloomington 1990; pagine 176-189.
  • Wealhpeow and related names, E. V. Gordon; Medium Ævum, capitolo 4, pagina 168.
  • 'Wealhtheow' as a Foreign Slave: Some Continental Analogues, Thomas D. Hill, Philological Quarterly 69.1 (inverno 1990); pagine 106-112.
  • Beowulf and the Fight at Finnsburgh, Fr. Klaeber (editore), 3ª edizione, Boston 1950.
  • The Origins of Beowulf and the pre-Viking Kingdom of East Anglia, Sam Newton, D.S. Brewer, Woodbridge 1993.
  • Origins of Beowulf: From Vergil to Wiglaf, Richard North, Ufficio Stampa dell'Università di Oxford, Oxford 2006.
  • Neue Beowulf-studien, Gregor Sarrazin, Englische Studien 23, 1897; pagine 221-267.
  • The feminine name Wealhtheow and the problem of Beowulfian anthroponymy, Stefan Jurasinski, Neophilologus, 2007 [1][collegamento interrotto].

Collegamenti esterni

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