Vittorio Fiorone

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Vittorio Fiorone
NascitaGenova, 8 novembre 1861
MorteGenova, 18 ottobre 1920
Cause della mortemalattia
Luogo di sepolturaCimitero di Staglieno Genova
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaCavalleria
Anni di servizio1881-1920
GradoMaggior generale
GuerreGuerra italo-turca
Prima guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieBattaglia di Caporetto
Comandante diBrigata Salerno
Brigata Genova
64ª Divisione
Decorazionivedi qui
Studi militariRegia Accademia Militare di Modena
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Vittorio Fiorone (Genova, 8 novembre 1861Genova, 18 ottobre 1920) è stato un generale italiano, distintosi nel corso della prima guerra mondiale come comandante delle Brigate Salerno e Genova e della 64ª Divisione.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Genova l'8 novembre 1861. Arruolatosi nel Regio Esercito iniziò a frequentare molto giovane la Regia Accademia Militare di Modena da dove usci con il grado di sottotenente, assegnato all'arma di cavalleria, nel 1881. Promosso tenente colonnello, nel 1897 prestava servizio nel 6º Reggimento bersaglieri, allora al comando del colonnello Valerio Borgna.[1] Partecipò alla guerra italo-turca e poco prima della grande guerra fu promosso colonnello. All'atto dell'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 24 maggio 1915, comandava il 61º Reggimento fanteria della Brigata Sicilia. Promosso colonnello brigadiere, tra il 24 ottobre 1915 e il 2 giugno 1916 fu comandante della Brigata Salerno e, promosso maggior generale, tra il 28 ottobre 1916 e il 25 aprile 1917 fu comandante della Brigata Genova. Divenuto comandante della 64ª Divisione, inquadrata nel XXVII Corpo d'armata del generale Pietro Badoglio. Mantenne il comando fino a dopo la battaglia di Caporetto, nel corso della quale la divisione si sbandò completamente. La sua divisione si trovava nella parte settentrionale dell'altopiano della Bainsizza, sulla sinistra dell'Isonzo, dove vi era il comando divisionale con a disposizione un reggimento della Brigata Belluno e un battaglione della Brigata Taro. Dopo la disfatta venne allontanato dal servizio attivo, e terminò il conflitto decorato con una medaglia d'argento e una di bronzo al valor militare. Venne poi reintegrato dal nuovo comandante dell'esercito, generale Armando Diaz.[2] ma ammalatosi gravemente, spirò due anni dopo la fine della guerra,[3] il 18 ottobre 1920.[4] A Montebelluna gli è stata dedicata una strada.

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'argento al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Comandante di un reggimento di fanteria, guidava brillantemente le sue truppe, in due giorni di combattimento, alla conquista di un'importante posizione, ponendosi alla testa di un battaglione per l'assalto alla baionetta. Si distinse anche in successive operazioni, quale comandante di brigata, sempre primo fra le sue truppe. Cima Palone, ottobre 1915-Monte Mrzli, marzo 1916-Alta Val d'Assa, maggio 1916
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Recatosi sulla prima linea per seguire le truppe a immediato contatto e per infondere all'azione il necessario impulso, vi restava l'intera giornata, nonostante l'intenso fuoco dell'artiglieria nemica. Breg, 29 agosto 1917
Cavaliere dell'ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle Campagne d'Africa - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa delle campagne di Libia - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia commemorativa della guerra italo-austriaca 1915-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia a ricordo dell'Unità d'Italia 1848-1918 - nastrino per uniforme ordinaria
Medaglia interalleata della vittoria - nastrino per uniforme ordinaria

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Annuario militare del Regno d'Italia, 1897, p. 343. URL consultato il 12 marzo 2021.
  2. ^ Ministero Difesa, divisione Generali D.G.U.E
  3. ^ Stato Maggiore Esercito:Div.Onorcaduti
  4. ^ Bollettino ufficiale delle nomine, promozioni e destinazioni negli uffizial, 1920, p. 1910. URL consultato il 12 marzo 2021.
  5. ^ Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia n.15 del 20 gennaio 1916, p.288.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

  • Brigata Genova, su Il Fronte del Piave. URL consultato il 13 giugno 2021.
  • Brigata Salerno, su Il Fronte del Piave. URL consultato il 13 giugno 2021.