Vera Scardino

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Vera Scardino (Forlì, 14 febbraio 1916Modena, 13 aprile 2006) è stata una pittrice italiana.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Il padre Giuseppe era ferroviere, di origine siciliana; la madre, Alida Fussi, romagnola, era cognata dell'industriale e collezionista d'arte Giuseppe Verzocchi. Giunta a Modena con i genitori in tenera età, studiò all'Istituto Superiore d'Arte Adolfo Venturi sotto la guida di Benito Boccolari e successivamente all'Accademia di Bologna.[1]

Artista precoce, la Scardino esordì nel 1934 partecipando a una mostra del GUF a Modena: fu la prima di una serie di collettive, soprattutto sindacali, allestite in Emilia-Romagna e successivamente anche nel Friuli-Venezia Giulia, dove la giovane artista spiccò sempre tra i migliori espositori, come si rileva dalle recensioni dell'epoca[2].

All'Accademia di belle arti di Bologna fu allieva di Virgilio Guidi e di Giorgio Morandi. Nel primo periodo produttivo, subì il fascino dello stile di Felice Casorati.[3] Nel 1936 attrasse l'attenzione di Corrado Padovani, critico ferrarese del Corriere Padano, che accostò il suo stile a quello di Carlo Socrate.[4][5] La pittrice iniziò così a frequentare l'ambiente artistico ferrarese, legandosi ad artisti quali Mimì Quilici Buzzacchi, Felicita Frai, Clara Zappi, Marta Ramaciotti, con le quali espose nel 1938 alla Mostra intersindacale bolognese e al Concorso femminile del Ritratto in Pittura a Villa Comunale di San Remo.[1][6]

Nel 1939 divenne insegnante di tecniche artistiche a Fiume, allora città italiana, in cui affrescò con scene mitologiche la locale sede della Tirrenia di Navigazione (1940), progettando anche i lampadari, ornati con segni zodiacali, con un gusto non lontano da quello di Giò Ponti.[7]

A causa delle vicende belliche, fu costretta a tornare definitivamente a Modena, prendendo la decisione di dedicarsi totalmente alla didattica e di non abbandonare più gli anziani genitori, non partecipando più a mostre d'arte a partire dal 1950. La passione per l'insegnamento la portò così a lavorare lungamente nelle scuole superiori di Modena, soprattutto nell'istituto magistrale. Continuò tuttavia l'esercizio della pittura nel tempo libero, dedicandosi al paesaggio, alla natura morta e all'esecuzione di scene sacre. Nello stile di questo periodo si palesò la sua vena più autentica, con disegni di straordinaria leggerezza, oli e tempere con impronte di naturalismo lirico ma non sentimentale, ed un rigore compositivo non alieno da rivisitazioni metafisiche.[8]

Nel 1990, a distanza di quarant'anni esatti dalla sua ultima mostra collettiva, decise di tenere la sua prima personale di pittura, organizzata a Ferrara presso la galleria "Il Rivellino", allora sede del Club amici dell'arte. Da allora, la Scardino riprese ad esporre in collettive e illustrò il libro di poesie Vietato traversare (2002) dell'omonimo, ma non parente, Lucio Scardino.

Morì novantenne,[9] lasciando erede del proprio patrimonio artistico la parrocchia modenese di San Pio X, che negli anni duemila ha organizzato tre sue mostre antologiche.

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Picnic sul Frignano, olio su tela, 1960. Ferrara, collezione privata
  • Autoritratto, 1934, olio su tela[7]
  • Strade di Modena, 1934[10]
  • Mia madre, 1935[7][11]
  • Fratelli, 1936, olio su tela[7]
  • Giasone, 1940, bozzetto decorativo per Fiume[11]
  • Pic-nic sul Frignano, 1960[11]
  • Sulla spiaggia, 1960[11]
  • Autoritratto incompiuto[12]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b A cura di Anna Maria Fioravanti e Francesca Mellone, 4ª Biennale Donna - 1990 - Presenze femminili nella vita artistica a Ferrara tra Ottocento e Novecento, Ferrara, 1990 editore=Liberty house, p. 65.
  2. ^ Silvio Benco, Il Piccolo, 2 marzo 1940
  3. ^ Alberto Barbieri, A regola d'arte: pittori, scultori, architetti, fotografi, scenografi, ceramisti, galleristi, critici e storici d'arte nel modenese dell'Ottocento e del Novecento, Modena, 2008, p. 260
  4. ^ Corrado Padovani, La Mostra Triennale di Belle Arti a Modena, in Corriere Padano, 21 aprile 1936.
  5. ^ Corrado Padovani, Mostra intersindacale a Bologna - La pittura, in Corriere Padano, 25 dicembre 1936.
  6. ^ Il concorso femminile del Ritratto a San Remo, in L'illustrazione italiana, 4 settembre 1938.
  7. ^ a b c d Fioravanti - Mellone.
  8. ^ Barbieri.
  9. ^ Necrologie (indica la data di morte al 13 aprile), Scardino Vera [collegamento interrotto], su necrologie.gazzettadimodena.gelocal.it, gazzettadimodena. URL consultato il 21 ottobre 2020.
  10. ^ Lucio Scardino, Una pittrice del Novecento. Vera Scardino, in Il Ducato, n. 47, Modena, 2020, p. 126
  11. ^ a b c d Scardino.
  12. ^ Autoritratto incompiuto (s.d.)

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Lucio Scardino, Vera Scardino in Anna Maria Fioravanti e Francesca Mellone (a cura di), 4ª Biennale Donna - 1990 - Presenze femminili nella vita artistica a Ferrara tra Ottocento e Novecento, Comune di Ferrara - U. D. I., Liberty house, Ferrara, 1990, pp. 65 e 268
  • Alberto Barbieri, A regola d'arte: pittori, scultori, architetti, fotografi, scenografi, ceramisti, galleristi, critici e storici d'arte nel modenese dell'Ottocento e del Novecento, Modena, 2008, p. 260
  • Lucio Scardino, Una pittrice del Novecento. Vera Scardino, in Il Ducato, n. 47, Modena, 2020, pp. 125-130
  • Micaela Torboli, Scardino, disarmata bellezza. I misteri di una pittrice schiva, in La Nuova Ferrara, 31 gennaio 2021

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