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Nel 1857 un gruppo di professionisti e nobili fondarono a Torino il Club Alpino Italiano (terzo club alpino europeo). L’associazione intendeva diffondere la conoscenza della montagna a scopi scientifici, educativi e di turismo; dispiegò rapidamente la propria presenza nell'Italia settentrionale,[1][2] anche se la sua dimensione associativa rimase relativamente limitata per decenni (contava 5,000 soci a fine 1800).[3]

Nel 1858 fu costituita ad Aosta la Société de la Flore Valdôtaine.[1]  

Sempre a Torino, nel 1871 fu fondata la Società Piemontese per la protezione degli animali. Essa, insieme ad altre analoghe società locali, avrebbe dato vita nel 1929 alla Federazione nazionale fra le società zoofile e per la protezione degli animali (precursore dell’ENPA).[4]

In campo accademico, nel 1888 fu fondata a Firenze la Società Botanica Italiana.[2]

Nel 1895 venne fondato a Milano il Touring Club Ciclistico Italiano (dal 1900 avrebbe preso il nome di Touring Club Italiano). Esso divenne la prima organizzazione ambientale di massa, arrivando a contare 100,000 soci nel 1911, concentrati prevalentemente nell'Italia settentrionale. Il Touring avviò una intensa azione divulgativa con la produzione di cartografia e guide.[3]

Nel 1898 fu fondata a Torino l’associazione nazionale Pro Montibus: era una federazione di associazioni locali per la difesa degli ambienti montani e dei boschi. La sezione emiliana, denominata Società emiliana Pro Montibus et Sylvis, fu tra le più attive ed influenti.Pubblicava la rivista L’Alpe.[1]

Nel 1900 fu fondata a Pavia l'Unione zoologica italiana, che raccoglieva i ricercatori del settore. Nel 1930 cominciò la pubblicazione della sua rivista scientifica, il Bollettino di Zoologia.[5]

Nel 1903 venne fondata la Società Speleologica Italiana.[6]  

Nel 1906 nacque a Bologna l’Associazione peri monumenti e i paesaggi pittoreschi d’Italia, ispirata a proteggere valori estetici e letterari del paesaggio. Formò una cinquantina di comitati locali.[3]

Anni 1970-1980[modifica | modifica wikitesto]

Contesto internazionale[modifica | modifica wikitesto]

Gli anni 1970-1980 videro una crescita globale della consapevolezza ambientale, dei movimenti ambientalisti e delle politiche ambientali sia nazionali, sia internazionali.

Le questioni ambientali ricevevano una crescente attenzione dai media. Il 23 Aprile 1970 fu dichiarato il primo Giorno perla Terra e il 1970 fu dichiarato anno europeo per la conservazione della natura.

Si diffusero nuove riflessioni e prospettive ambientaliste che divennero molto influenti, tra cui[4]: la critica della società tecnologica e la ricerca di alternative sociali sostenibili di Ivan Illich;[7] il contributo di Barry Commoner alla fondazione dell'ecologia politica;[8] l'avvio di studi globali dell'ambiente con il rapporto globale per la prima conferenza ONU sull'ambiente,[9] lo studio del Club di Roma sui limiti della crescita, [10] e il primo rapporto sullo Stato del mondo del World Resources Institute (1984); i lavori di riflessione filosofica ed epistemologica di Gregory Bateson,[11] Fritjof Capra,[12]Ilya Prigogine e Isabelle Stengers,[13]Stephen Jay Gould,[14] Hans Jonas,[15] ;la messa in discussione dei sistemi economici dominanti da parte di Ernst Friedrich Schumacher;[16] la fondazione dell'ecologia profonda col pensiero di Arne Naess[17] e poi di George Session e Bill Devall;[18] l'avvicinamento alle idee ecologiste di pensatori marxisti come Rudolph Bahro,[19] André Gorz; [20] e James O'Connors[21]; il riesame dei principi economici classici di Herman H. Daly;[22]le proposte di cambiamento dei sistemi energetici del fisico Amory Lovins;[23] la critica all'energia nucleare di Robert Junk;[24] la nascita della storia ambientale negli Stati Uniti, con lavoro, tra gli altri, di Donald Worster[25] e di Alfred Crosby ;[26]e in Gran Bretagna, con il lavoro tra gli altri di Thomas Keith;[27]la diffusione dell'ipotesi olistica sull'ecosistema globale del chimico James Lovelock;[28]la nascita dell'ecofemminismo con il lavoro di Caroline Merchant;[29] la nascita dei movimenti di giustizia ambientale con la pubblicazione di una inchiesta della Churches of Christ Commission for Racial Justice;[30]l'affermazione del concetto di biodiversità con il lavoro di Edward Wilson;[31]la critica ai modelli di sviluppo dell'attivista indiana Vandana Shiva.[32]

Nel 1972, si tenne a Stoccolma la prima Conferenza delle Nazioni Unite sull’Ambiente umano: fu il primo grande summit planetario sulla questione ambientale e richiamò un’enorme attenzione globale. Da quel momento, le iniziative internazionali si moltiplicarono rapidamente: la convenzione delle Nazioni Unite per la protezione delle zone umide (Ramsar, 1971); la “Convenzione di Londra” per la prevenzione dell’inquinamento marino causato da rifiuti (1972); il Piano ONU d’azione mondiale per la popolazione (1974); la prima conferenza ONU sul clima (1979); la Strategia mondiale per la conservazione dell'IUCN (1980); la Carta mondiale della natura (1982); la costituzione della Commissione ONU per l'ambiente e lo sviluppo (cosiddetta Commissione Bruntland) (1984) allo scopo di delineare un percorso globale di sviluppo sostenibile, espressione che entra ufficialmente nel dibattito internazionale; la Convenzione ONU sul diritto del mare (1984); il bando generalizzato alla caccia alle balene per fini commerciali (1986); il Protocollo internazionale per la difesa della fascia dell’ozono (1988); la costituzione della Commissione intergovernativa sul cambiamento climatico‐IPCC (1988), destinato a divenire il più importante centro globale di monitoraggio e di elaborazione sull'argomento; la Conferenza mondiale sul cambiamento atmosferico di Toronto (1988) che richiese la riduzione del 25% delle emissioni globali di anidride carbonica entro il 2005; il Trattato di Basilea per il trasporto internazionale dei rifiuti tossici verso i paesi in via di sviluppo (1988);

Dall'inizio degli anni 1970 gli USA introdussero principi e politiche ambientali che fecero scuola, tra cui una legge quadro per l’ambiente (1970), la costituzione dell’Agenzia per la protezione ambientale (1970), legislazione contro l’inquinamento dell’aria e un’agenzia per il controllo delle condizioni occupazionali e sanitarie del lavoro. Analoghe misure vennero prese da molti altri paesi, che rapidamente costituirono i rispettivi Ministeri per l’Ambiente.  

Dagli anni 1980 la Comunità Europea cominciò ad introdurre normative ambientali. L’Atto unico europeo, entrato in vigore nel 1987, definì i principi della politica comunitaria in materia ambientale ‐ fra cui il “chi inquina paga” e il principio di precauzione ‐ e attribuì alla Comunità poteri diretti nel campo delle politiche ambientali.

I disastri ambientali che catalizzarono maggiormente l'attenzione pubblica internazionale erano legati all'inquinamento:

  • L'uso dell’Agente Arancio fece della guerra del Vietnam il primo conflitto del quale si denunciarono le conseguenze ambientali: fu coniato il termine “ecocidio”, inteso come “deliberata distruzione dell’ambiente come strategia militare”, destinato successivamente a entrare nel lessico ambientalista.
  • Nel 1976 furono lanciati i primi allarmi scientifici sui danni alla fascia dell'ozono causati da inquinanti atmosferici.
  • Nel 1978 al largo della Bretagna affondò la superpetroliera Amoco Cadiz che inquinò decine di chilometri di costa causando un danno biologico colossale.
  • Nel 1979 ci fu un grave incidente alla centrale nucleare di Three Mile Island, in Pennsylvania: fu il più grave disastro di un reattore occidentale fino ad allora, che indicò il fallimento delle misure di sicurezza, più volte paventato dagli antinuclearisti. L’incidente ebbe una straordinaria risonanza globale e rafforzò notevolmente la credibilità pubblica dei movimenti antinucleari.
  • Nel 1983, durante il conflitto Iran‐Iraq, fu danneggiata la piattaforma petrolifera iraniana di Nowruz nel Golfo Persico, provocando lo sversamento in mare di 260.000 tonnellate di petrolio.
  • Nel 1984 a Bhopal, in India, esplose uno stabilimento dell’impresa chimica statunitense Unione Carbide (gruppo Dow Chemical) uccidendo migliaia di persone.
  • Nel 1986 esplose l'impianto nucleare di Cernobyl, in Ucraina, per una fusione del nocciolo: ebbe enorme l’impatto sull'opinione pubblica mondiale, nell'immediato come nel medio e lungo periodo. Numerose manifestazioni contro gli impianti nucleari furono organizzati in Europa.
  • Tra il 1986 e il 1992 si diffuse in Gran Bretagna l'encefalopatia spongiforme bovina (cosiddetto “morbo della mucca pazza”): la vicenda seminò il panico per un lungo periodo nel mercato alimentare europeo e contribuì a mettere in discussione le modalità di allevamento industriale.
  • Nel 1988 nello stretto di Prince William, in Alaskal, a petroliera Exxon Valdez .riversò 38.000 tonnellate di petrolio provocando uno dei maggiori disastri ambientali marittimi mai avvenuti, che colpì profondamente l’opinione pubblica mondiale.

Furono fondate nuove organizzazioni ambientaliste: Greenpeace Foundation (Canada, 1970). Fece scalpore l'attentato alla sua nave Rainbow Warrior nel 1985 in Nuova Zelanda, mentre monitorava esperimenti nucleari francesi nel Pacifico.

Nacquero i primi partiti ambientalisti in Nuova Zelanda (1972) e Australia (1972). Nel 1980 fu fondato il partito dei Verdi tedeschi; nel 1983 entrò in parlamento con 28 deputati e il 5,1% dei voti, divenendo presto punto di riferimento per l’ecologismo politico in Europa.

Contesto in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Riforme[modifica | modifica wikitesto]

Nei primi anni 1970 l’Italia avviò processi di devoluzione amministrativa che trasferirono alle Regioni un’ampia serie di importanti competenze. Si intraprese anche un rafforzamento delle politiche ambientali; esse rimasero centralizzate, ad eccezione di alcune competenze urbanistiche. Nel 1977, con il decreto del Presidente della Repubblica n. 616, le competenze delegate alle Regioni aumentarono, anche in campo ambientale: il processo di devoluzione e la normativa incompleta e poco chiara crearono un’aspra dialettica Stato‐Regioni, soprattutto nel settore dei parchi naturali.

Nel 1976 la legge 316 (cosiddetta legge Merli) diresse la tutela delle acque dall'inquinamento: fu la prima importante legge anti inquinamento. Nel 1977 fu approvata la legge sul regime dei suoli, la cosiddetta “legge Bucalossi” tendente a separare il diritto di proprietà dei suoli e diritto di edificare; senza essere la regolamentazione completa del settore urbanistico, da lungo attesa, la nuova legge rese obbligatorie alcune regole di minima civiltà come l’onerosità della concessione a edificare, la promozione dell’edilizia convenzionata, le sanzioni all'abusivismo e il programma poliennale di attuazione.

Nel 1977 fu approvata la legge n. 968 sulla “protezione e la tutela della fauna e la disciplina della caccia” che modificò la disciplina del 1939 introducendo una storica novità: la fauna non è più considerata res nullius bensì “patrimonio indisponibile dello stato”. Si passa da una normativa in cui esiste una lista di specie protette e tutto il resto è cacciabile a un’altra in cui ‐ al contrario ‐ tutte le specie sono protette salvo quelle cacciabili.

Nel 1978 fu approvata, con la legge 833/1978, la riforma sanitaria. Tra le molte conseguenze importanti, impose la prevenzione dei danni alla salute e i primi controlli ambientali. L’approvazione fu sostenuta da uno sciopero generale maturato nelle lotte di lavoratori e medici contro la nocività nelle fabbriche.

Dai primi anni 1980 si intensificarono le riforme legate a direttive europee: il Dpr 470/1982 sulla qualità delle acque di balneazione; il Dpr 175/1988 sui rischi di incidenti connessi con determinate attività industriali (Direttiva Seveso).

Nel 1982 fu approvata la prima normativa per gestire lo smaltimento dei rifiuti con il Dpr 915/82. Fino ad allora venivano abbandonati senza nessun obbligo per gli smaltitori. La normativa classifica i rifiuti in urbani, speciali, tossici e nocivi. È una vittoria e uno strumento per una corretta gestione dei rifiuti e per promuovere riciclo e riutilizzo.

Nel 1986 (governo Craxi II) fu istituito per la prima volta un Ministero dell’Ambiente, distinto da quello dei Beni culturali e ambientali. Nel governo Craxi I era in realtà stato istituito un Ministero dell’Ecologia, ma senza portafoglio. Inoltre, la legge 349/86 che lo istituì, ratificò la direttiva comunitaria sulla Valutazione d’impatto ambientale, introdusse norme di riconoscimento delle associazioni ambientaliste con la possibilità di costituirsi parte civile per danno ambientale, promosse la più ampia divulgazione sullo stato dell’ambiente

Nel 1989 la legge n.183 intitolata “Norme per il riassetto organizzativo e funzionale della difesa del suolo” introdusse una regolamentazione finalizzata alla difesa del suolo e la gestione integrata delle risorse idriche. A lungo atteso, è uno dei provvedimenti ambientali più organici mai introdotti in Italia.

Disastri ambientali[modifica | modifica wikitesto]

Numerosi disastri ambientali assunsero rilevanza nazionale: lo scarico di mercurio in mare da parte dello stabilimento Solvay di Rosignano (1971); l’inquinamento dell’IPCA di Cirié (1972); l’epidemia di colera a Napoli ed in Puglia (1973); lo scarico che fanghi rossi dello stabilimento Montedison di Scarlino (1974-1988); l’affondamento a largo di Otranto del mercantile jugoslavo Cavtat, carico di piombo tetraetile (1974); lo scarico della diossina a Seveso (1976); lo sversamento di 32 tonnellate di ossido di arsenico all’Enichem di Manfredonia (1976); una serie di gravi incidenti all'impianto Farmpoplant di Avenza, Carrara (1976-1991); l'esplosione di 200 q. di sodio alla Sloi di Trento (1978); il terremoto dell'Irpinia (1980) che mise in luce la debolezza della Protezione Civile; il disastro della miniera di Prestavel, in Trentino (1985).[4]

Associazionismo ambientale[modifica | modifica wikitesto]

Tra le riflessioni e libri più influenti furono il libro di Enzo Tiezzi Tempi storici, tempi biologici[33]sulla necessità di riconciliare sviluppo umano e processi naturali su scala planetaria; il libro di Aldo Sacchetti L’uomo antibiologico. Riconciliare soscietà e natura[34] sulle sfide ecologiche poste dallo sviluppo industriale

Nel 1990 Tiezzi fonderà la rivista “Arancia blu”.

Le battaglie contro l'energia nucleare[modifica | modifica wikitesto]

La guerra del Kippur del 1973 fece innalzare il prezzo del petrolio. Il governo italiano varò un piano di austerità, con le domeniche senz’auto. La crisi fece percepire i limiti del petrolio e accelerò ricerca di fonti alternative, tra le quali venne fortemente privilegiato il nucleare.

1977 In occasione della conferenza mondiale di Salisburgo organizzata dall’Agenzia internazionale dell’Onu per l’energia nucleare si tiene una contro‐iniziativa intitolata “Conferenza su un futuro non‐nucleare” cui partecipano delegazioni da 19 paesi del mondo. E’ la prima occasione in cui gli anti‐nuclearisti italiani (sono presenti Emma Bonino, Giorgio Nebbia e Mario Signorino) possono confrontarsi direttamente con esponenti stranieri del movimento come Robert Jungk, Brice Lalonde, Petra Kelly e Amory Lovins.

In conseguenza dell'incidente nucleare di Three Miles island, il 19 maggio 1979 scendono in piazza a Roma quarantamila persone: è la prima grande manifestazione italiana contro l’atomo civile.

1983. Catena umana di 70.000 persone dallo stabilimento inglese di armi nucleari di Aldemarston alla base aerea di Greenham Common, destinata a ospitare i nuovi missili americani e dove dal settembre 1981 è attivo il Greenham Common Women’s PeaceCamp. Un campo di resistenza non‐ violenta è stabilito anche attorno alla base siciliana di Comiso dove in agosto le forze dell’ordine interverranno con la forza contro i pacifisti.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c Piccioni, 2017
  2. ^ a b Piccioni, 2014
  3. ^ a b c Della Valentina, 2011
  4. ^ a b c Piccioni, 2017
  5. ^ Unione Zoologica Italiana onlus. Prsentazione dell'associazione, su uzionlus.it.
  6. ^ Fantozzi Micali e Lolli, 2009
  7. ^ Ivan Illich e Paolo Perticari, Rivoluzionare le istituzioni : celebrazione della consapevolezza, Mimesis, 2012 [1976], ISBN 978-88-575-0682-1, OCLC 878808243.
  8. ^ Commoner Barry, Il cerchio da chiudere : la natura, l'uomo e la tecnologia, Garzanti, 1972, OCLC 797824640.
  9. ^ Ward, Barbara e Dubos, René, Una sola terra - Rapporto commissionato dal Segretario generale della Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente, Mondadori, 1973.
  10. ^ Donella Hager Meadows et al., I limiti della crescita : rapporto del System Dynamics Group, Massachussetts Institute of Technology (MIT), per il progetto del Club di Roma sulla difficile situazione dell'umanità, LuCe, 2018 [1972], ISBN 978-88-97556-27-5, OCLC 1139763547.
  11. ^ Bateson Gregory, Verso un'ecologia della mente, Adelphi, 2015 [1972], ISBN 978-88-459-1535-2, OCLC 982276900.
  12. ^ Fritjof Capra, Il Tao della fisica, ADELPHI, 2014 [1975], ISBN 88-459-7243-7, OCLC 1181997788.
  13. ^ Ilya Prigogine e Isabelle Stengers, La nuova alleanza : metamorfosi della scienza, Fabbri, 2009 [1979], OCLC 800505565.
  14. ^ Gould, Stephen Jay, Ontogeny and phylogeny, Cambridge, Ma, Harvard University Press, 1977, ISBN 978-0-674-63941-6, OCLC 1023347959.
  15. ^ Jonas, Hans, Il principio responsabilità un'etica per la civiltà tecnologica, Einaudi, 1990 [1979], ISBN 88-06-13252-0, OCLC 75597222.
  16. ^ Ernst Schumacher, Piccolo è bello, Oscar Mondadori, 1978.
  17. ^ (EN) Arne Naess, The shallow and the deep, long‐range ecology movement. A summary∗, in Inquiry, vol. 16, n. 1-4, 1973-01, pp. 95–100, DOI:10.1080/00201747308601682.
  18. ^ Session, George e Devall, Bill, Deep ecology : living as if nature mattered, 1985, ISBN 978-0-87905-247-8, OCLC 1030116061.
  19. ^ Bahro Rudolf, Die Alternative zur Kritik des real existierenden Sozialismus, Europäische Verlagsanstalt, 1976, OCLC 1281904616.
  20. ^ Gorz, André, Sette tesi per cambiare la vita, Feltrinelli Economica, 1977, OCLC 895506814.
  21. ^ O'Connor James, L'ecomarxismo, Datanews, 2000 [1989], ISBN 88-7981-160-6, OCLC 797827865.
  22. ^ Daly, Herman E. Lo stato stazionario: l'economia dell'equilibrio biofisico e della crescita morale. Sansoni, 1981.
  23. ^ Lovins, Amory B., Energia dolce : una scelta coerente per il futuro, Bompiani, 1979, OCLC 878701251. URL consultato il 31 dicembre 2021.
  24. ^ Jungk, Robert. Lo stato atomico: dal progresso alla disumanità . Rowohlt Verlag GmbH, 2016.
  25. ^ Worster Donald, Storia delle idee ecologiche, Il mulino, 1994, ISBN 88-15-04579-1, OCLC 797900962.
  26. ^ (EN) Alfred W. Crosby, The Columbian Exchange: Biological and Cultural Consequences of 1492, Greenwood Press, 1972, ISBN 978-0-8371-7228-6.
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  31. ^ Wilson, Edward O., La diversità della vita : per una nuova etica ecologica, BUR, 2009 [1988], ISBN 978-88-17-03276-6, OCLC 860602705.
  32. ^ Shiva, Vandana, Sopravvivere allo sviluppo, ISEDI, 1993 [1988], ISBN 88-8008-011-3, OCLC 919543331.
  33. ^ Tiezzi., Tempi storici, tempi biologici : la Terra o la morte: i problemi della "nuova ecologia", Garzanti, 1984, ISBN 88-11-59475-8, OCLC 1126366551.
  34. ^ Sacchetti Aldo, L'uomo antibiologico : riconciliare società e natura, Feltrinelli, 1985, ISBN 88-07-81415-3, OCLC 1016022012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]