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Giovanni Amilcare Fogaton[modifica | modifica wikitesto]

Giovanni Amilcare Fogaton, è stato un politico e militare italiano naturalizzato giapponese, Governatore Generale del Giappone tra il 1947 e il 1948, a più riprese Primo Ministro del Giappone tra il 1948 e il 1976 e presidente della Società Fogaton dalla fondazione nel 1937 alla sua morte nel 1989. Ufficiale pluridecorato della grande guerra, distintosi nella difesa del Piave dopo Caporetto, fu successivamente uno dei 35 Ufficiali incaricati di redigere un compromesso tra l'ANC e il Governo Badoglio, che darà successivamente vita al Compromesso Nazionale. Inviato in Giappone nel 1935 a capo della Regia Spedizione Diplomatica in Oriente, che avrebbe dovuto restaurare i diritti italiani in Tientsin, vi rimase fino al 1976, ricoprendo vari ruoli politici e militari. Abile politico, è accreditato come padre del moderno Giappone.
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Giovanni Amilcare Fogaton

Primo Ministro del Giappone
Durata mandato26 aprile 1948 –
23 gennaio 1949
MonarcaHirohito
PredecessoreTetsu Katayama
SuccessoreSé stesso
LegislaturaI
CoalizioneUnità Nazionale Liberale-Socialista-Progressista-Cooperativo-Comunista

Durata mandato23 gennaio 1949 –
6 luglio 1950
MonarcaHirohito
PredecessoreSé stesso
SuccessoreShigeru Yoshida
LegislaturaII
CoalizioneUnità Nazionale Demoliberale-Democratico-Demonazionalcooperativo-Socialista-Comunista

Durata mandato4 maggio 1953 –
27 febbraio 1955
MonarcaHirohito
PredecessoreShigeru Yoshida
SuccessoreSé stesso
LegislaturaIII
CoalizioneLiberale-Riformista

Durata mandato27 febbraio 1955 –
18 novembre 1955
MonarcaHirohito
PredecessoreSé stesso
SuccessoreSé stesso
LegislaturaIV
CoalizioneLiberale-democratica

Durata mandato18 novembre 1955 –
2 giugno 1956
MonarcaHirohito
PredecessoreSé stesso
SuccessoreSé stesso
LegislaturaIV
Gruppo
parlamentare
Liberaldemocratico

Durata mandato2 giugno 1956 –
30 settembre 1957
MonarcaHirohito
PredecessoreSé stesso
SuccessoreSé stesso
LegislaturaIV
Coalizione'Formula Fogaton' Popolare-Socialista-Comunista

Durata mandato30 settembre 1957 –
7 ottobre 1957
MonarcaHirohito
PredecessoreSé stesso
SuccessoreSé stesso
LegislaturaIV
Gruppo
parlamentare
Liberaldemocratico

Durata mandato7 ottobre 1957 –
25 maggio 1958
MonarcaHirohito
PredecessoreSé stesso
SuccessoreNobusuke Kishi
LegislaturaIV
CoalizioneMilitare

Durata mandato18 giugno 1960 –
20 novembre 1960
MonarcaHirohito
PredecessoreNobusuke Kishi
SuccessoreHayato Ikeda
LegislaturaV
CoalizioneUnità nazionale Liberaldemocratica-Socialista

Durata mandato1° dicembre 1970 –
6 agosto 1976
MonarcaHirohito
PredecessoreTakeo Miki
SuccessoreMasayoshi Itō
LegislaturaXXXII-XXXIII Legislatura della Dieta Nazionale Giapponese
Gruppo
parlamentare
Unità Nazionale Liberaldemocratico-Buddhista-Socialista-Demosocialista-Comunista (1970)

Liberaldemocratico (1970-1972) 'Formula Fogaton' Neopopolare-Socialista-Demosocialista-Comunista (1972-1974) Liberaldemocratico-Neopopolare (1974) Liberaldemocratico (1974-1976)


Presidente della Società Fogaton
Durata mandato3 luglio 1937 –
7 febbraio 1989
PredecessoreCarica istituita
SuccessoreRiccardo Croce

L'esperimento popolardemocratico[modifica | modifica wikitesto]

Sempre più irritato dalla svolta a destra dei liberaldemocratici, Fogaton iniziò ad organizzare la caduta del suo stesso esecutivo monocolore verso la fine della primavera 1956, prendendo contatti con la fazione progressista del partito di governo e organizzando un congresso progressista autonomo per il 7 maggio 1956. Il fatto avvenne a seguito dei tentativi del ministro dell'interno Hatoyama di introdurre un sistema elettorale su base statunitense, proposta bocciata da Fogaton nel tardo 1955; divenne chiaro che Hatoyama si trovava a capo di una coalizione di destra dentro il nuovo LDP, che pretendeva le dimissioni di Fogaton. Il congresso, che aveva l'obiettivo di porre fine a questa deriva, incontrò l'inaspettata opposizione del segretario Yoshida, che sconfessò i progressisti; sotto pressione di Fogaton, Ishibashi rifiutò di rientrare nei ranghi liberaldemocratici e fondò un nuovo partito di centrosinistra, il Partito Popolare Democratico. Fogaton fu accusato di essere di fatto il capo dei separatisti; il suo esecutivo entrò in crisi, mentre l'LDP rischiò di spaccarsi. Il 23 maggio Hatoyama successe a Yoshida alla guida del partito, portando sempre più a destra i liberali, che ritirarono l'appoggio al Governo Nazionale di Fogaton. L'esecutivo si trovò paralizzato; tuttavia, Fogaton riuscì il 28 maggio ad ottenere il completo sostegno di Ishibashi, andando a negoziare un 'governo d'opposizione costituzionale' formato da popolardemocratici, socialisti e comunisti, che avrebbe ottenuto una leggerissima maggioranza nella Dieta. Il nuovo governo si insediò il 2 giugno 1956, con un programma di ampie vedute e relativamente progressista, che incontrò la feroce opposizione dei liberaldemocratici.

Tra i programmi varati dall'opposizione costituzionale nei 15 mesi di governo vi furono una espansiva riforma del sistema pensionistico, che venne dapprima bocciata dalla Dieta e poi approvata a seguito di alcune moderazioni; la rinazionalizzazione delle ferrovie, che sopravvisse ad un tentato blocco da parte del Ministero del Lavoro ma non venne attuata a seguito delle proteste congiunte di LDP e comunisti, risultando nella riforma della JNR in una corporazione semi-autonoma e nell'introduzione di nuovi fondi nel progetto Shinkansen; il Trattato Anti-Nucleare del 1957, che andrà a impedire lo stazionamento di testate nucleari su suolo giapponese.

Nel frattempo, malumori nel PDP portarono alla formazione di forti contese interne al governo tra i popolari e i loro alleati socialisti; questo, unito alla salita al potere di una corrente moderata all'interno del LDP guidata dal nuovo segretario Ikeda, portò a negoziati per la riunificazione di LDP e PDP. Il 23 agosto la corrente pragmatica del LDP ottenne la nomina di Kishi a segretario, che riuscì ad unire le correnti interne del LDP e terminare con successo i negoziati con Ishibashi, a dispetto delle frizioni tra i due. Fogaton ottenne quindi un nuovo mandato di governo con il sostegno del LDP unificato, in vista di un ritorno al primo governo civile dal 1953. Il settimo esecutivo Fogaton ebbe tuttavia vita molto breve, venendo rimosso forzosamente dallo stesso Fogaton dopo meno di una settimana.

Giovanni Amilcare Fogaton
NascitaCazzano di Tramigna, 16 agosto 1887
MorteTokyo, 7 febbraio 1989
Dati militari
Paese servitoRegno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
Anni di servizio1915-1989
GradoGenerale
GuerrePrima Guerra Mondiale

Seconda Guerra Mondiale Guerra del Pacifico

BattaglieBattaglia del Piave

Battaglia di Guastalla Incidente del 15 marzo Battaglia di Ota

DecorazioniOrdine del Crisantemo

Ordine Supremo della Santissima Annunziata

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La Battaglia di Ota[modifica | modifica wikitesto]

Il 6 ottobre 1957 l'ammiraglio Teruhisa Komatsu bombardò Tokyo nel tentativo congiunto di deporre Fogaton, ormai in controllo del Giappone da più di undici anni. Mentre alcune unità della Rikujō Jieitai occupavano Ota e la sede dell'Unità Diplomatica in Oriente del Regio Esercito, Fogaton abbandonò precipitosamente la Dieta rifugiandosi presso il Palazzo imperiale, dove fu accolto dall'Imperatore a braccia aperte.

Nella notte vi furono aspri combattimenti tra i golpisti e l'Unità Diplomatica presso Minamishinagawa, che si risolsero con la ritirata delle forze italiane oltre il fiume Meguro nella prima mattina.

Mentre le unità ribelli della Marina Giapponese occupavano l'isola di Chuobohatei, la Squadra dell'Oriente della Regia Marina prendeva il controllo delle parti più interne della Baia di Tokyo, stabilendo quartier generale presso il Giardino di Hama rikyū. Hirohito condannò ufficialmente i golpisti, mentre la Regia Marina Britannica e la Marina Repubblicana Cinese, accorse nel corso della notte dalla Corea assicuravano un assedio navale alle forze dei golpisti. Stretto tra le forze congiunte italiane, britanniche e cinesi, Komatsu si arrese la sera del giorno 7, venendo arrestato prima che potesse commettere seppuku. Pochi minuti prima, Fogaton aveva rassegnato le dimissioni e ottenuto un nuovo mandato di governo, congiunto ad una dichiarazione di stato d'assedio su tutto il territorio giapponese.

Le forze di terra tennero il controllo di Ota e di gran parte del porto di Kawasaki e Yokohama per tutta la giornata successiva, venendo scacciati dall'Aeroporto Haneda solo dopo l'arrivo di un'aviosquadra italiana nella sera del'8 ottobre.

Fogaton a quel punto aveva il controllo della situazione, prendendo il comando dell'Unità Diplomatica e affrontando sul campo i golpisti in zona Nishikamata. Tra i giorni 8 e 9 riprese il controllo della sede dell'UDO e di gran parte di Kawasaki, mentre le unità della Polizia Giapponese si coalizzavano con i sindacati portuali formando delle milizie pro-governative e rioccupando buona parte di Yokohama.

La mattina dell'11 le ultime forze golpiste si arrendevano presso Mikasa, mentre Fogaton appariva in tenuta militare alla Dieta, dichiarando che i ribelli erano stati sconfitti e coloro che non si erano ancora arresi sarebbero stati processati da tribunali di guerra.

"[...] tuttavia, l'esercizio del mio ufficio mi impone di usare tutti i possibili mezzi per salvaguardare l'assetto costituzionale dello stato giapponese. [...]"

Alcuni accusarono Fogaton di aver architettato l'intero colpo di Stato per poter assumere poteri d'emergenza ed eliminare l'opposizione liberale; tuttavia, a queste voci non venne dato ascolto. Il generale raggiunse infatti i massimi livelli di consenso tra la fine del 1957 e il marzo del 1958, quando governò per decreto senza convocare la Dieta, chiusa per ragioni di sicurezza a metà ottobre 1957, imponendo riforme costituzionali e militari, arrestando golpisti e simpatizzanti, stabilendo grandi tribunali civili con facoltà militari. Tuttavia, lo stato d'assedio permanente iniziò a provocare malumori nel primo inverno 1958; volendo evitare proteste e possibili colpi di coda golpisti, Fogaton allacciò contatti con l'LDP, disponendo la formazione di un governo civile non appena si fosse dimesso. Dopo la purga di quattordici parlamentari di estrema destra, la Dieta riprese le sue funzioni il 5 marzo 1958; Fogaton mantenne tuttavia i pieni poteri. Nei piani di Fogaton, il suo esecutivo sarebbe dovuto durare fino alle elezioni del 1960; tuttavia, forti proteste nello stesso marzo 1958 sfociarono in una tentata sfiducia. Fogaton ottenne di chiamare elezioni per il maggio 1958; tenutisi il 22 maggio, confermarono la vittoria del LDP. Il segretario Kishi ottenne un mandato di governo, e successe a Fogaton dopo le dimissioni di questo il 25 maggio.

Il nono governo[modifica | modifica wikitesto]

Il terzo governo[modifica | modifica wikitesto]

Nel terremoto causato dal tentato colpo di stato di Yukio Mishima, Fogaton venne richiamato a guidare il governo giapponese il 1° dicembre 1970. Il nuovo governo godette dell'appoggio assoluto della Dieta, tantoché Fogaton riuscì a rimanere al potere per quasi sei anni.


Dopo il fallimento della Legge di Riattivazione delle Ferrovie Nazionali, Fogaton dichiarò che il suo tempo era finito:

"[...] oggi non sono che un dinosauro politico, erede dei partiti liberal-monarchici italiani; il Giappone ha bisogno di più di questo, ha bisogno di veri progressisti."

Il 3 luglio, in occasione del trentanovesimo anniversario della fondazione della Società Fogaton, dichiarò che avrebbe speso il proprio compleanno in Italia, abbandonando il Giappone per la prima volta dal 1937. Infine, il 6 agosto, in occasione del ventinovesimo anniversario della sua ascesa a Governatore del Giappone, sì recò alla Dieta per l'ultima volta, rassegnando ufficialmente le dimissioni.

Alla partenza per l'Italia, la sera del giorno stesso, fu accolto da una folla adulante, che diede il saluto al Generale.

Il ritorno in Italia[modifica | modifica wikitesto]

Rientrato in Italia, l'anziano generale condusse una vita riservata nel successivo decennio.

Rimasto in Giappone per quasi quarant'anni, si disse al contempo felice della ritrovata unità e pace dell'Italia, ma avvilito dagli enormi cambiamenti avvenuti durante la sua permanenza in Giappone.

"Io ricordo ancora il Veneto ottocentesco, e così immaginavo di trovarlo una volta tornato; invece, mi trovo ad essere straniero nella mia stessa casa."

Visse nella sua villa a Ca' Roccia, dove pure era nato e cresciuto; gli fu proposto dai rappresentanti locali della DC come pure da quelli del PdC di candidarsi sindaco di Cazzano, ma si rifiutò sempre.

Fu membro attivo dell'ANCR, e amico del generale Ettore Viola, oltre che di Amedeo Guillet. Dopo la morte della moglie Rosa nel 1981, lasciò Ca' Roccia al nipote Annibale, trasferendosi prima a Soave, poi a San Bonifacio e infine, nel 1986, a Verona.