Utente:Potsdamergänzer/Reggio Emilia

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Pietra d'inciampo per Ferminio Toniato a Guastalla

La lista delle pietre d'inciampo nella provincia di Reggio Emilia contiene l'elenco delle pietre d'inciampo poste nella provincia di Reggio Emilia. Esse commemorano il destino delle vittime di questa regione della Shoah, della persecuzione della resistenza italiana e di altre vittime del regime Nazista in questa regione. Le pietre d'inciampo (in tedesco Stolpersteine) sono una iniziativa dell'artista tedesco Gunter Demnig che ha già posato più di 75.000 pietre in tutta l'Europa.

Generalmente, le pietre d'inciampo sono posizionate di fronte all'edificio dove le vittime hanno avuto la loro ultima residenza autogestita. La prima collocazione nell' Emilia-Romagna si svolgeva al 13 gennaio 2013 a Ravenna. La prima serie di pietre d'inciampo per Correggio e Reggio nell'Emilia fu posata al 9 gennaio 2015.

Le tabelle sono parzialmente sortibili; il sortimento accade in ordine alfabetico sequendo il cognome.


Provincia di Reggio nell'Emilia[modifica | modifica wikitesto]

Cadelbosco di Sopra[modifica | modifica wikitesto]

A Cadelbosco di Sopra si trova solo una pietra d'inciampo.

Immagine Scritta Locazione Vita
QUI ABITAVA
ALLENIN BARBIERI
NATO 1919
CATTURATO 8.9.1943
DEPORTATO 1943
TREUENBRIETZEN
ASSASSINATO 23.4.1945
Piazza della pace John Lennon, 8 Allenin Barbieri nacque 1919 a Gattatico. Era un socialista. Fu arruolato il 23 Aprile 1938 nell’esercito italiano come aviatore. Nel novembre 1938 si trasferiva con la famiglia in via Roma 13 a Cadelbosco. Venne arrestato dalle truppe tedesche in seguito dell’armistizio dell’ 8 Settembre 1943. Fu deportato nel campo di Nichel a Treuenbrietzen e sperava di essere liberato dell'Armata Rossa. In un ultimo massacro dei nazisti 127 italiani sono stati fucilati il 23 Aprile 1945.

I corpi furono sepolti prima al cimitero di Nichel e poi nel cimitero italiano d’onore di Berlino-Zehlendorf.[1][2][3]

Castelnovo ne' Monti[modifica | modifica wikitesto]

Tutte le vittime di Castelnovo erano comunisti, erano sinceramente antifascisti. Furono catturati durante il rastrellamento dell'8 ottobre 1944. Sono stati tenuti nella Casa del Fascio, dove oggi si trova il teatro Bismantova. Eccetto Peretti e Simonazzi, tutti furono deportati a Kahla, una città piccola in Turingia, dove erano forzati al lavoro pesante per il rifornimento di armi. La fabbrica si chiamava REIMAHG, un'abbreviazione del nome Reichsmarschall Hermann Göring. Qui i prigionieri dovevano lavorare all’interno di gallerie scavate nella montagna – per assemblare aerei del tipo Messerschmitt Me 262, cacciabombardieri della Germania nazista.

Fino a 15.000 prigionieri provenienti da tutta l'Europa erano forzati a lavorare nelle caverne di Kahla. Tra 2.800 e 6.000 hanno perso la vita a causa di condizioni disumane, a causa del freddo e della malnutrizione. Nel cimitero di Kahla è stata posta una lapide con tutti i nomi dei cittadini di Castelnovo morti lì.

Immagine Scritta Locazione Vita
QUI ABITAVA
INELLO BEZZI
NATO 1902
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 14.3.1945
Via Umberto Monti, 9 44°25′53.05″N 10°23′28.59″E / 44.431403°N 10.391275°E44.431403; 10.391275 (Pietra d'inciampo per Inello Bezzi) Inello Bezzi era il figlio di Silverio Bezzi e Maria Pinelli. Nacque il 25 novembre 1902 a Castelnovo ne’ Monti. Aveva due sorelle, Esterina e Valentina, e un fratello, Orlando. Di professione era bracciante agricolo. Nel gennaio del 1922 si sposò con Maria Salsi a Cadelbosco Sotto. La coppia aveva due figlie: Adalgisa (nata nel 1922) e Silvana (nata nel 1924). La famiglia risiedeva in via Monte. Secondo i registri di leva fu caporale nel Quarantesimo reggimento fanteria a Napoli fino all’ottobre del 1939. È stato richiamato alle armi nel 1941 e congedato al novembre 1942. Al’8 ottobre 1944, durante il grande rastrellamento nazista in Appennino, si recò con il genero presso il Comando Tedesco per ricevere un lasciapassare. Tutte e due furono arrestati però il genero riuscì a scappare fingendo una malattia agli occhi. Inello Bezzi fu trasferito al campo di transito di Fossoli e poi deportato a Linz dove avvenne lo smistamento. Fu scelto per Kahla, un campo di lavoro terribile in Turingia. Qui i prigionieri dovevano lavorare all’interno di gallerie scavate nella montagna – per assemblare aerei del tipo Messerschmitt 262, cacciabombardieri della Germania nazista. Inello Bezzi non è mai riuscito a scrivere a casa dal giorno del rastrellamento a Castelnovo. Doveva lavorare fino al punto di esaurirsi. Inello Bezzi ed i suoi compagni Ermete Zuccolini e Francesco Toschi sono morti nel campo di Kahla tra il marzo e l'aprile 1945.[4]
QUI ABITAVA
ROBERTO CARLINI
NATO 1910
CATTURATO 6.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 19.4.1944
Gombio Roberto Carlini nacque il 6 luglio 1910 a Gombio. Era il figlio di Angelo e Irma Tondelli. Aveva dieci fratelli e sorelle. Di professione faceva il contadino. Il 15 settembre 1934 si sposò con Luigia Ghirelli. La coppia aveva due figli, Mirella (nata nel 1935) ed Ugo (nato nel 1938). Venne catturato a sua casa la mattina del 6 ottobre 1944. Secondo il figlio Ugo era una giornata piovosa. Improvvisamente si avanzò una colonna di soldati tedeschi quando la madre era fuori a prendere la legna. Il Carlini non scappava. Fu portato a Castelnovo e trattenuto nella Casa del Fascio. La moglie riusciva a vederlo un’ultima volta. La famiglia non ebbe mai più sue notizie. Di seguito Roberto Carlini e gli altri prigionieri da Castelnovo furono portati con una corriera al Campo di transito di Fossoli. Da lì partiranno su treni bestiame verso la Germania per essere poi destinati nei diversi campi di lavori forzati. Fu assegnato al trasporto per Kahla in Turingia. Il castelnovese Zannoni teneva un elenco di tutti i suoi concittadini che morirono nel campo a causa della malnutrizione e delle sevizie. Secondo Zannoni che poteva riportare questo elenco in Italia dopo la liberazione il Carlini morì al 17 marzo del 1945, avendo solo 35 anni.[5]
QUI ABITAVA
ANSELMO GUIDI
NATO 1898
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 26.3.1945
Isolato Maestà, 3 Anselmo Guidi nacque nel 1898. Fu catturato il 8 ottobre 1944 nella Casa del Fascio di Castelnovo ne’ Monti. Fu poi internato al campo di transito di Fossoli e deportato a Kahla in Germania. Era operaio forzato in una fabbrica di armi della REIMAHG. Morì il 26 marzo 1945.[6][1]
QUI ABITAVA
RENATO EGIDIO GUIDI
NATO 1927
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 6.3.1945
Isolato Maestà, 3 Renato Guidi era operaio forzato in una fabbrica di armi della REIMAHG vicino a Kahla. Morì il 19 marzo 1945, all'età di 46 anni.[6]
QUI ABITAVA
DINO PERETTI
NATO 1922
CATTURATO 9.9.1943
PIEDICOLLE
DEPORTATO 1943
KASSEL
MORTO 19.4.1944
Fariolo,
via Pereto, 23
Dino Peretti
QUI ABITAVA
PIERINO RUFFINI
NATO 1901
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 27.2.1945
Isolato Maestà, 3 Pierino Ruffini morì il 19 febbraio 1945, all'età di 43 anni, come operaio forzato nella fabbrica di armi REIMAHG vicino a Kahla.[6]
QUI ABITAVA
UGOLINO SIMONAZZI
NATO 1901
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
BRANDENBURG / HAVEL
ASSASSINATO 13.3.1945
Via Roma, 80
44°25′55.38″N 10°23′52.01″E / 44.43205°N 10.39778°E44.43205; 10.39778
Ugolino Simonazzi, nato 1901, era un tipografo, artista e militante comunista. È stato catturato al 8 ottobre 1944 ed interrogato dai nazisti. Venne deportato a Brandenburg an der Havel, vicino a Berlino, dove era incarcerato al Zuchthaus Görden (de), un carcere del Terzo Reich sopratutto per detenuti politici. Li è deceduto di stenti il 13 marzo 1945 a 44 anni.

Fabrizio Silvetti, noto insegnante e scalatore castelnovese, oggi vive nella casa di Simonazzi, donata dai genitori di Ugolino alla nonna di Fabrizio, che li aveva accuditi a lungo. Silvetti faceva un intervento dopo la posa della pietra. Egli ha trovato vecchie foto e lavori di Simonazzi e gli fa vedere al suo sito.[7]

QUI ABITAVA
FRANCESCO TOSCHI
NATO 1902
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 30.3.1945
Via I° Maggio, 2 Francesco Toschi

Inello Bezzi, Ermete Zuccolini e Francesco Toschi, sono morti nel campo di Kahla in Turingia fra il marzo e l'aprile 1945

QUI ABITAVA
ERMETE ZUCCOLINI
NATO 1909
CATTURATO 8.10.1944
CASA DEL FASCIO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 1.4.1945
Vicolo Costole
44°26′07.71″N 10°23′58.44″E / 44.435475°N 10.399566°E44.435475; 10.399566
Ermete Zuccolini

Inello Bezzi, Ermete Zuccolini e Francesco Toschi, sono morti nel campo di Kahla in Turingia fra il marzo e l'aprile 1945

Cavriago[modifica | modifica wikitesto]

Correggio[modifica | modifica wikitesto]

Guastalla[modifica | modifica wikitesto]

Novellara[modifica | modifica wikitesto]

Ci sono quattro pietre a quattro indirizzi nella città di Novellara. (4/4) [2]

Reggio Emilia[modifica | modifica wikitesto]

più (3/3) in 2020

Sant'Ilario d'Enza[modifica | modifica wikitesto]

Toano[modifica | modifica wikitesto]

Immagine Scritta Locazione Vita
QUI ABITAVA
AGOSTINO IBATICI
NATO 1909
CATTURATO 4.8.1944
CONSORZIO AGRARIO
CERREDOLO
INTERNATO
CAMPO DI FOSSOLO
DEPORTATO 1944
KAHLA, ERFURT
ASSASSINATO 31.3.1945
Cerredolo di Toano - località La Valle
40°50′37.17″N 14°15′21.33″E / 40.843658°N 14.255925°E40.843658; 14.255925 (Stolperstein für Agostino Ibatici)
Ibatici, Agostino Agostino Ibatici [3]

--> |

| style="text-align:center"|

QUI ABITAVA
RENZO MONTECROCI
NATO 1919
CATTURATO 9.9.1943
BRENNERO
DEPORTATO 1943
AMBURGO
MORTO 27.7.1944

| Via Pala n. 19, Corneto di Toano
| Renzo Montecroci [4], nato a Corneto, era invece un militare catturato sul Brennero nei giorni dell’armistizio e portato ad Amburgo (Fabrizio Montecroci, pronipote di Renzo, a fornire materiale per il suo parente) |- |

| style="text-align:center"|

QUI ABITAVA
AURELIO RIGHI
NATO 1896
CATTURATO 1.8.1944
CONSORZIO AGRARIO CERREDOLO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 17.2.1945

| Corbella di Cerredolo
| Aurelio Righi |- |

| style="text-align:center"|

QUI ABITAVA
LINO RIGHI
NATO 1907
CATTURATO 1.8.1944
CONSORZIO AGRARIO CERREDOLO
INTERNATO FOSSOLI CAMPO
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 30.12.1944
STUKENBROCK

| Corbella di Cerredolo
| Lino Righi |- |

| style="text-align:center"|

QUI ABITAVA
ROMANO RIGHI

| Cisana
| Romano Righi |- |

| style="text-align:center"|

QUI ABITAVA
CELSO RUFFALDI
NATO 1902
CATTURATO 1.8.1944
CONSORZIO AGRARIO
CERREDOLO
INTERNATO
CAMPO DI FOSSOLI
DEPORTATO 1944
KAHLA
ASSASSINATO 22.1.1945

| Cerrodolo di Toano – Località La Corbella
| Celso Ruffaldi [5] |}-->

Villa Minozzo[modifica | modifica wikitesto]

(4/4)


  • 20 gennaio 2020: Villa Minozzo (nelle frazioni di Carniana e Minozzo)
  • 22 gennaio 2020: Novellara
  • 25 gennaio 2020: Reggio Emilia (Coviolo)
  • 27 e 29 gennaio 2020: Reggio Emilia
  1. ^ Il futuro non si cancella: Allenin Barbieri, redazione: Classe 5D Istituto Galvani-Jodi, Reggio Emilia, 2017, consultato il 23 giugno 2018 (con un ritratto fotografico di Allenin Barbieri)
  2. ^ Adriano Arati: [6], Gazzetta di Reggio, 10 gennaio 2017
  3. ^ Victoria Eglau: Die Toten von Treuenbrietzen, Deutschlandfunk Kultur, 27 aprile 2005
  4. ^ Il futuro non si cancella: Inello Bezzi, redazione: Classe 5D e 5G Istituto Carlo Cattaneo, Castelnovo ne’ Monti (RE) – 2016, consultato il 2 novembre 2018
  5. ^ Il futuro non si cancella: Roberto Carlini, redazione: Classe 5C Istituto Nelson Mandela, Castelnovo ne’ Monti (RE) – 2017, consultato il 3 novembre 2018 (con un ritratto fotografico al momento del suo arrivo ad Erfurt, il 24 ottobre 1944)
  6. ^ a b c Thüringische Landeszeitung (Weimar): Italienreise wegen Stolpersteinen, 14 gennaio 2017, consultato il 26 luglio 2018
  7. ^ Istoreco: Castelnovo Monti, 10 gennaio 2016