Utente:Pisetta Giulia/Sandbox

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Francesco Gerloni nasce a Trento il 27 dicembre del 1835 [1], terzo figlio di Girolamo De Negri e Carlotta De Negri Di Montenegro, frequenta a Trento la scuola elementare e di seguito il "Ginnasio Tridentino" a indirizzo umanistico, abbandona la scuola al sesto anno (che corrisponde alla prima classe liceale) e raggiunta la maggiore età, si iscrive alla scuola militare di Linz per poi arruolarsi il 10 settembre 1854 nel 38 reggimento Infanterie Regiment[2]; cadetto della Fortschule a Mariabrunn bei Wien, dopo cinque anni di studi e di esercitazioni è promosso a Unterlieutenant e nel febbraio 1860 è trasferito al Linien Infanterie Regiment Großfürst Michael. Una volta ottenuta la carica di Oberlieutenant, nel novembre del 1864 decide di aggregarsi al Corpo di Massimiliano I del Messico a Lubiana, il quale si dirige a Veracruz sulla nave "Brasilian".[3] Data la grande conoscenza delle lingue, tra le quali la lingua spagnola egli divenne interprete dell’esercito austriaco a México. Raggiunge le Americhe attorno al 15 gennaio 1865, dopo una sosta all’isola della Martinica. Nell’agosto del 1865 Francesco Gerloni assume il comando dello squadrone di formazione della Gendarmeria Imperiale. Dopo una serie di vittorie ottenute dall'Armata Imperiale, il presidente americano Abraham Lincoln, reduce della guerra di secessione, schiera 50.000 soldati per sostenere l'esercito messicano, permettendo a Benito Juárez di opporsi all’intervento europeo in Messico. Prima dell'assedio di Santiago de Querétaro, Napoleone III vista la resistenza, ritira le proprie truppe, cosa che Massimiliano I non fa, decidendo così di rimanere in Messico con i suoi contingenti. Si ritira a Santiago de Querétaro che cade sotto assedio messicano. Massimiliano tenta la fuga ma viene intercettato e catturato per poi essere condannato a morte dalla corte marziale. Gerloni è uno dei pochi volontari che non diserta rimanendo fedele a Massimiliano anche dopo la sua esecuzione, come tutti i soldati rimasti viene catturato e reso prigioniero ma riesce a fuggire fingendosi morto e solo nel settembre del 1867, riesce a tornare a Trento. Dopo la guerra del Messico, Gerloni abbandona la vita militare e si sposa con Virginia Altenburger, con la quale ha un figlio (Mario Gerloni Trento, 4 dicembre 1873 - Trento 17 agosto 1969). Sfruttando la sua dimestichezza con le lingue (parla correttamente tedesco, inglese, spagnolo, italiano, francese e portoghese) viene nominato pochi mesi dopo il suo ritorno dalla guerra come interprete al Tribunale di Trento fino al 1910. Contemporaneamente è docente di bachicoltura, apicoltura, frutticoltura e altre materie, presso una delle scuole più prestigiose ed economicamente utili, ovvero l’Istituto agrario San Michele All'Adige presso Trento, dove scrive molti trattati sull'apicoltura. Scorre parte del suo tempo ad insegnare francese all'Accademia di Commercio di Trento. A fine Ottocento, si dedica allo sport unendosi a diverse associazioni a sfondo irredentistico perché pensa che queste società insegnino l'uso armonioso e coraggioso del corpo per educare all'amore della patria. Egli fa parte della Società degli Alpinisti Tridentini, Società Ginnastica di Trento e fonda il Veloce Club Trentino nel marzo 1887, dedicato al ciclismo, al tempo biciclismo, questo club è il capostipite della Federazione Italiana Ciclistica. Dal 1868 al 1894, Gerloni continua a condurre una vita incentrata su questi tre lavori, coltivando la sua passione per il ciclismo e continuando a scrivere trattati sull'apicoltura. Viene eletto consigliere comunale a Trento negli anni: 1894, 1898, 1902 e nel 1906, rimarrà in carica fino al 1910, anno del fine mandato. Nel 1907 partecipa a rivoluzioni accese contro le spedizioni dei pangermanisti (a Pergine nel 26 luglio, a S. Sebastiano, Folgaria e Calliano il 28 luglio). Viene quindi denunciato per partecipazione alle rivoluzioni, ma viene rilasciato. Con l’inizio della prima guerra mondiale, si trasferisce a Gorizia dove si occupa di propaganda per tentare di convincere i soldati austriaci di lingua italiana a disertare e arruolarsi nell'esercito italiano. Data la propaganda pacifista esercitata nei confronti dei soldati austriaci, Gerloni viene perseguitato dalle autorità che tentano di arrestarlo. Per sfuggire, diventa "profugo volontario" in Italia, andando a Verona, Milano e Roma. Prosegue per Mottola dove vive il fratello Carlo, insegnante di lettere. Continua la sua vita lì fino alla sua morte, avvenuta in circostanze tuttora sconosciute l’11 febbraio 1918.

Contemporaneamente al suo impiego al tribunale, Gerloni coltiva la passione per le api e nel 1899 riceve l’incarico di far visita alle valli del Trentino. L'attività è commissionata dal Consiglio dell’Agricoltura trentino (istituto agrario di san michele all'adige trafiletto 1.2.4), poichè ha ricevuto un fondo per l'apicoltura da parte dell'Eccelso Ministero del Governo austro-ungarico. Gerloni tiene delle conferenze nei consorzi, nati per mantenere i rapporti tra i contadini e l'ente pubblico, con lo scopo di conoscere lo stato dell'apicoltura nelle varie valli trentine, riservandosi di intervenire, in caso di bisogno, con le sovvenzioni necessarie. Nel compiere il suo incarico capisce che in Trentino le produzioni di cere e miele avrebbero potuto essere di gran lunga superiori, se ci fosse stata una maggiore attenzione alla produzione e all'allevamento delle api. Infatti egli sostiene che il territorio si presenta favorevole all'allevamento e i prodotti sono molto apprezzati dai visitatori. Inoltre nota che nel territorio si pratica l’apicoltura come occupazione accessoria e si lavora solo con metodi tradizionali. L'apicoltura razionale, intesa come quasi un vero e proprio studio scientifico, viene esercitata da persone di rango superiore, ma Gerloni vuole che si esegua l’apicoltura con rigore e non semplicemente il possesso delle api, definita anche apicoltura empirica, esercitata dai restanti apicoltori. Anche se riscontra il fatto, che in quel momento nel nostro paese non sia possibile esercitare solamente l'apicoltura, a causa dell'economia, come avviene in altri paesi quali la Boemia, la regione dell'Hannover, la Germania e la Svizzera. Nel 1900 viene pubblicata la prima edizione del suo libro “Apicoltura [4] che viene distribuita ai Consorzi di apicoltura.
La sua opera è suddivisa in una parte teorica dove ripercorre la storia dell'apicoltura e dei suoi prodotti, della società all'interno dello sciame e dell'habitat ideale per le api, sia a livello di arnia che di flora. Inoltre è presente una parte pratica in cui parla della gestione dell'arnia e delle api, introducendo anche l'utilizzo di attrezzi specifici. L'ultima parte presenta operazioni particolari dove argomenta il commercio dei prodotti. Per rendere il libro accessibile a tutti gli apicoltori, Gerloni decide di creare una lista delle piante più comuni con i loro nomi in dialetto, in modo da agevolare l'identificazione. In questa stesura Gerloni esprime le sue esperienze fatte in Trentino e in altri luoghi sullo studio dell’apicoltura. Nei dodici anni successivi fa ulteriori esperienze, che comportano una nuova edizione del libro con l’aggiunta delle sue nuove conoscenze nel settore.

  1. ^ (IT) Periodico 1982, primo volume, 1982, p. 376.
  2. ^ (IT) Periodico 1982, primo volume, 1982, pp. 376,377.
  3. ^ (IT) Periodico 1982, primo volume, 1982, pp. 386, 388.
  4. ^ Francesco Gerloni