Utente:PippoBers/Sandbox2

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L'uniforme[modifica | modifica wikitesto]

Grande Uniforme

I bersaglieri hanno le stesse dotazioni e indossano la medesima uniforme della fanteria dell'Esercito Italiano, fatta eccezione per alcune tradizionali e distintive caratteristiche proprie della specialità.

Il cappello[modifica | modifica wikitesto]

Anche detto cappello piumato, moretto da bersagliere o vaira in onore di Giuseppe Vayra che per primo vestì la divisa del corpo. Si utilizza in occasione di servizi armati d'onore e di parata, quando di ronda o di picchetto e con la grande uniforme.[1] e si indossa inclinato verso destra fino a coprire il lobo dell'orecchio coprendo così metà del sopracciglio. La fibbia del sottogola tenuta sulla tempia sinistra e l'estremità del cinturino rivolta verso l'alto. E' il più riconoscibile emblema del Corpo, il simbolo più sentito delle sue tradizioni, secondo in questo solo al tricolore. A riprova di tale affermazione si ricorda l'episodio che vide protagonista il tenente colonnello Negrotto, Comandante del 23º Battaglione bersaglieri, che colpito a morte sul Mrzli (campo trincerato di Gorizia) nel 1915, durante la prima guerra mondiale, pose il suo cappello sulla punta della sciabola lanciandolo poi al di là del reticolato nemico gridando: «Bersaglieri, quella è la vostra Bandiera! Andate a prenderla!».[senza fonte]

Il piumetto[modifica | modifica wikitesto]

Nel XIX° secolo l'utilizzo di piumaggi sui copricapi militari aveva scopi mimetici ed era di uso comune presso cacciatori e volteggiatori dei vari eserciti. La Marmora, che nel corso dei suoi viaggi in Francia, Austria, Prussia e altrove aveva avuto modo di studiare minutamente le fanterie leggere dei diversi eserciti d'Europa [2], nel concepire la divisa dei bersaglieri lo volle così, affinché rappresentasse plasticamente ardore ed impeto, prontezza nello slancio e resistenza nella corsa.[3]

Porta piumetto

Gli ufficiali che in origine per distinguersi impiegavano penne di colore verde chiaro e subivano per questo una specifica attenzione da parte dei tiratori nemici uniformarono nel 1871 il colore delle loro penne con quelle nere della truppa.[4][5]

Anche se impropriamente, i bersaglieri si riferiscono alle penne del loro cappello sempre con il termine di piume e come tali vengono storicamente celebrate in canzoni e orazioni al punto che la definizione fante piumato è divenuta sinonimo di bersagliere.

Il piumetto è formato da centotrentadue penne nere naturali di cappone di varia lunghezza (trenta lunghe 10-15 cm., cinquanta lunghe 15-18 cm., trentadue lunghe 20-25 cm., venti lunghe 27-29 cm.) che assumono colore verde bronzeo, iridescente; fissate ad un gambo metallico del diametro di 2 mm. e lungo 100 mm. fasciato da un rivestimento in pelle di montone di colore nero dotato tramite una cucitura di una linguetta con occhiello grazie al quale può essere inserito e bloccato nell'apposita sede presente sul copricapo. Nella parte superiore del supporto un bottone nero telato.[6][7]

Sull'elmetto

I bersaglieri montano le caratteristiche piume sui loro elmetti grazie ad un apposito accessorio porta piumetto [6] introdotto a partire dal Mod.31/33 agganciato al bordo inferiore destro della calotta. Ovvero adattandolo quando possibile ai gusci dei più recenti elmetti in materiale composito anche realizzando se necessario le modifiche utili al fissaggio del piumetto sul telino mimetico vegetato.

Cappello, casco coloniale o elmetto che fosse, il piumetto non ha mai abbandonato i bersaglieri se non durante la prima guerra mondiale quando tra il settembre 1915 e gli ultimi mesi del 1917 per occultare i movimenti dei reparti e offrire al nemico bersagli meno individuabili il generale Cadorna ordinò [8] che venissero temporaneamente dismessi piumetti e penne alpine dalla zona del fronte.[9]

Perduta la sua storica valenza mimetica il piumetto tattico montato oggi sugli elmetti ha dimensioni ridotte (50 piume) mentre per il cappello piumato è possibile reperire in commercio un'ampia gamma di piumetti fuori ordinanza, che differiscono oltre che per i materiali (naturali e sintetici) soprattutto per il numero delle penne utilizzate ovvero per volume e lunghezza (fino ai 60 cm. del modello '1000 piume') che il bersagliere può indossare, indipendentemente dal grado.

Il fregio[modifica | modifica wikitesto]

Il fregio della specialità rappresenta un corno con nappe poggiato su due moschetti incrociati; al centro del corno una granata con collo; sormontata da una fiamma a sette lingue ripiegate a sinistra [7] (a destra per chi guarda) inclinata e fuggente, come mossa dal vento della corsa dei bersaglieri, sinonimo di impeto e velocità.[3]

Al centro della granata trova posto il numero del Reggimento in cui si presta servizio.[10] Il bersagliere che opera fuori corpo, cioè non è assegnato organicamente ad alcun reparto della specialità,[11] conserva il fregio ma non vi appone alcun numero.[1] Per tradizione antica ufficiali e sottufficiali dei bersaglieri mantengono nel fregio il numero del primo reparto di assegnazione,[11] i comandanti assumono e mantengono quello del reparto comandato.[11]

fregio per cappello
la pulce del 3°
Sul cappello

Sul cappello il fregio viene applicato nella parte anteriore della calotta, subito sopra la tesa. Si compone di una coccarda tricolore in rayon di circa 8 cm. su cui viene posto il trofeo in metallo dorato alto circa 6,8 cm. e largo 6,2 cm. fissato tramite linguette di metallo ripiegate all'interno del cappello. Completa il fregio l'applicazione di un dischetto bombato anch'esso di metallo dorato sul quale si trova, inciso e smaltato di nero, il numero del Reggimento;[10] dischetto comunemente definito pulce per via della sua caratteristica forma.

In origine e certamente fino al termine della prima guerra d'indipendenza si impiegò, montato su una coccarda di lana azzurra un trofeo di grossolana fattura sul modello di quello in uso tra i cacciatori e la fanteria leggera dell'Esercito Piemontese, coi moschetti incrociati sulla cornetta ma privo della granata.[3]

Negli anni successivi l'aumento del numero degli effettivi e la formazione dei primi battaglioni rese necessario distinguere le truppe sul campo, esigenza risolta da La Marmora con l'inserimento all'interno del trofeo della granata su cui avrebbe trovato posto il numero del battaglione.[12]

Perché la coccarda trovi gli attuali colori occorrerà attendere almeno fino al 1848 quando anche il Regno di Sardegna adotta il tricolore come sua bandiera e gradualmente ne inserisce i colori sulle varie uniformi. La coccarda tricolore dei bersaglieri sarà composta inizialmente e per un breve periodo con colori araldici (il bianco rappresentato dall'argento) quindi con i colori propri della bandiera, ultimo grande cambiamento del fregio piemontese. Nel 1861 i 36 battaglioni di bersaglieri del neo costituito Regno d'Italia già indossano sul cappello un fregio del tutto simile a quello odierno.

fregio per berretto rigido
Sugli altri copricapi

montato però su una coccarda di forma ovale vennero equipaggiati anche i caschi coloniali dei bersaglieri, dal 1885 al 1944.

da completare[modifica | modifica wikitesto]

Il fregio per berretto rigido è in canutiglia, sborda dal cappello. Oltre questo c'è il fregio per il basco da bersagliere (anche quello del basco 1975) e per completezza riportiamo i fregi utilizzati nel periodo 1915-1969 sull'elmetto.

Sul basco
Sull'elmetto

Il fez[modifica | modifica wikitesto]

Fez da bersaglieri ( Vfp1, Vfp4 e Vsp, fino al grado di Caporalmaggiore Capo)

Il fez ha la sua origine in Marocco, ma i bersaglieri lo incontrarono in Crimea (1855), dove gli Zuavi, reparti speciali del Corpo di spedizione francese, entusiasmati dal valore dei bersaglieri (battaglia della Cernaia), offrirono il loro copricapo, il fez, in segno di ammirazione. Prima, i bersaglieri portavano un “berrettino di maglia di cotone, che copriva le orecchie e poteva tenersi anche sotto il cappello”; di colore rosso aveva un fiocco turchino.

Il basco da bersagliere[modifica | modifica wikitesto]

Nuovo basco nero in uso al Corpo dei Bersaglieri dal giugno 2011. Dal novembre 2015 è stato rimosso il piumetto

Di istituzione recente. Un nuovo basco nero fu presentato il 19 giugno 2011 a Torino, in occasione del 59º raduno nazionale del Corpo, e prese il posto sia del tradizionale fez indossato da graduati e truppa che dei baschi neri analoghi a quelli della fanteria meccanizzata indossati da ufficiali e sottufficiali. Sotto il fregio dei bersaglieri, apposto sul lato sinistro del basco, vi era una sottopannatura quadrata di colore cremisi e, in corrispondenza di questa, un piumetto nero, mentre i nastri erano di colore azzurro, tutti elementi che ricordano la tradizionale iconografia del Corpo.

A partire dal 1º novembre 2015, il piumetto sul basco è stato tuttavia abolito e l'uso del basco da bersagliere è stato nuovamente limitato a ufficiali e sottufficiali, mentre il Fez è tornato ad essere il copricapo per graduati e truppa[13].

Altre dotazioni[modifica | modifica wikitesto]

Il cordone verde

Il cordone verde servì a sostenere la fiaschetta della polvere da sparo (che cadeva sul fianco destro) fino a quando non entrò in dotazione la cartuccia completa. Servì anche per le trombette ed i corni e per il fischietto in legno nero di dotazione. Attualmente viene indossato con l'uniforme per i servizi speciali e d'onore.

I guanti neri

I guanti neri vennero adottati nel 1839, in sostituzione di quelli inizialmente previsti di colore blu scuro come la divisa, che perdevano il colore. I Bersaglieri, quando prescritto, indossano sempre i guanti neri anziché quelli marroni (sull'Uniforme ordinaria e quella di servizio) o quelli bianchi (sull'Uniforme da cerimonia e quella per i Servizi armati di parata e d'onore) utilizzati invece dalle altre Armi, Corpi e Specialità dell'Esercito.

Le fiamme

Il colore cremisi distintivo dei Bersaglieri compariva nelle mostreggiature e filettature della prima giubba di panno azzurro-nero della truppa, e nelle spalline, colletto, bande e manopole degli Ufficiali. Oggi è conservato nelle fiamme a due punte indossate sul colletto.

Il foulard cremisi

Con l'uniforme da combattimento e quella per servizi armati i bersaglieri indossano un fazzoletto da collo di colore cremisi (ovvero azzurro quando impegnati in missioni ONU). Nei teatri operativi all'estero il foulard è sostituito dalla sciarpa a rete. Quello in dotazione, di cotone in tinta unita ha forma triangolare e dimensioni di 70 cm. per 35 cm. E' consentito l'uso di foulard che si ispirano a colori e distintivi dei vari Comandi, Unità ed Enti [1] ovvero vi appaiano fregi, stemmi, denominazione, motto e quanto altro risulti attinente al reparto in cui si presta servizio.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c REGOLAMENTO SULLE UNIFORMI DELL'ESERCITO - pub.SME 6566 (PDF), su Issuu, Ed. SME, 2009.
  2. ^ Pietro Fea, STORIA DEI BERSAGLIERI, su archive.org, Ed. Tipografia della Gazzetta d'Italia, 1879, pp. 7. URL consultato il 15 luglio 2019.
  3. ^ a b c Aut. vari, I BERSAGLIERI, su Issuu, Ed. Rivista Militare, 1986, pp. 127 e succ.. URL consultato il 15 luglio 2019.
  4. ^ Nota su tavola uniformologica - Collezione fregi d'uniformi militari "Col. Dino Panzera" Genova
  5. ^ Luciano Lollio, Alberto Rovighi, Calo Jean, IL SOLDATO ITALIANO DEL RISORGIMENTO, su Issuu, Ed. Rivista Militare, 1986. URL consultato il 16 luglio 2019.
  6. ^ a b Sergio Coccia, Nicola Pignato, LE UNIFORMI METROPOLITANE DEL REGIO ESERCITO DALLA RIFORMA BAISTROCCHI ALL'INIZIO DELLA II G.M., su Issuu, Ed. Ufficio Storico dello SME, 2005, pp. 149 e 157.
  7. ^ a b Stefano Ales, Andrea Viotti, STRUTTURA, UNIFORMI E DISTINTIVI DELL'ESERCITO ITALIANO DAL 1946 AL 1970 tomo I - parte 2, su Issuu, Ed. Ufficio Storico dello SME, 2007, pp. 361-362. URL consultato il 16 luglio 2019.
  8. ^ Circolare del Comando Supremo 10 settembre 1915 n.3338
  9. ^ Andrea Viotti, L'UNIFORME GRIGIO-VERDE 1909-1918, su Issuu, Ed. Ufficio Storico dello SME, 1994, pp. 65. URL consultato il 16 luglio 2019.
  10. ^ a b Ad eccezione di alcuni brevi periodi in cui il numero del Battaglione ha preso il suo posto.
  11. ^ a b c Reggimento o Battaglione a seconda del tipo di organizzazione adottata in quel periodo dalla Forza Armata
  12. ^ I Reggimenti saranno costituiti solo dopo il dicembre 1861, e il loro numero sostituirà sul fregio quello dei Battaglioni originali.
  13. ^ I bersaglieri dopo la festa mettono il basco - la Repubblica.it.