Utente:Peppemasi/Sandbox

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Mauro Masi (pittore)[modifica | modifica wikitesto]

«C'è la Basilicata, c'è il Sud, c'è l'accusa, la speranza nell'opera di Mauro Masi: ma tutto questo sarebbe buona intenzione se non ci fosse, qual è, la sua pittura, leale per quanto è certa, perseguita nella difficoltosa e lieta vicenda di segno, di colore, di luce, incontro ai suoi significati di figura nello spazio e nel tempo.»

Mauro Masi

Mauro Masi (Potenza, 6 dicembre 1920Roma, 3 marzo 2011) è stato un pittore italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Adolescenza e studi (1920-1940)[modifica | modifica wikitesto]

Mauro Masi nasce il 6 dicembre 1920 a Potenza, figlio primogenito dell'avvocato Giuseppe e della maestra Augusta Romano e comincia a dipingere fin dall’adolescenza, incoraggiato soprattutto dallo zio Camillo e dal nonno. Dopo gli studi classici, si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Napoli, ma si laureerà solo nel 1947, dopo aver vissuto i tragici anni della guerra.

La guerra (1940-1944)[modifica | modifica wikitesto]

Nel campo di concentramento di Norimberga espone alcuni ritratti in una mostra organizzata insieme ad altri prigionieri, con i quali Masi condivide un'esperienza che lo avrebbe segnato profondamente. Nel 1943 redige, insieme ad altri commilitoni, tra i quali l'artista lucano Michele Pergola, il giornalino "La voce di San Gerardo", illustrato e vergato a mano con mezzi di fortuna (l'inchiostro viene ricavato da bacche selvatiche), documento che testimonia il profondo legame con la città di Potenza e l'attaccamento alla vita simboleggiato dall'editoriale intitolato "Il fiore".

Il dopoguerra (1945-1963)[modifica | modifica wikitesto]

Ritornato dalla prigionia, Masi organizza a Potenza, nel Palazzo dei Mutilati, il suo studio, dove fa convegno un folto gruppo di intellettuali, pittori, poeti, pubblicisti (tra gli altri, Rocco Scotellaro, Vincenzo De Rosa, Francesco Ranaldi, Michele Parrella, Gerardo Corrado), che presto però daranno vita a una vera e propria diaspora, abbandonando la piccola città di provincia. Nel 1950 ottiene l'incarico di insegnante di francese presso la Scuola di avviamento professionale di Rivello (Potenza), paese che diventerà sua patria elettiva, i cui abitanti e i cui paesaggi della campagna circostante saranno fonte inesauribile di ispirazione per le sue opere dipinte "en plein air". Sempre a Rivello incontrerà la donna della sua vita, la sua amata Gilda, che diventerà sua moglie.

Il periodo napoletano (1963-1969)[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1963 vince il concorso a cattedre per l'insegnamento della lingua francese e si trasferisce a Napoli, che sarà raffigurata da Masi nei suoi aspetti caotici del traffico cittadino, nel lavoro assordante delle acciaierie. Frequenta gli ambienti culturali della città, la storica libreria Guida, la redazione della rivista di Francesco Compagna "Nord e Sud". Conosce intellettuali, artisti e scrittori come Domenico Rea, Raffaele La Capria, Luigi Compagnone, Rosellina Balbi, Cesare De Seta, Paolo Ricci.

Il periodo romano (1970-2011)[modifica | modifica wikitesto]

Quando, nel 1969, Masi si trasferisce a Roma, nelle sue opere il rapporto città – paese diventa sempre più centrale. Nella capitale infatti Masi segue con grande attenzione le trasformazioni sociali in atto e i fermenti culturali degli ambienti artistici e intellettuali (conosce, tra gli altri, Leonardo Sinisgalli, Giovanni Russo (giornalista), Giuseppe Appella) pur continuando a soggiornare periodicamente e a trarre linfa vitale per la sua ispirazione, a Rivello, nella sua Lucania. Mostre, cataloghi, recensioni, articoli, disegni pubblicati su quotidiani e riviste testimoniano la sua feconda attività artistica, sempre saldamente fondata sul duro lavoro quotidiano di un uomo infaticabile, che aveva una chiara consapevolezza che lo studio delle esperienze passate e la conoscenza della letteratura e della storia dell'arte gli avrebbero consentito di creare opere sia lineari dal punto di vista concettuale, che complesse e problematiche dal punto di vista formale. Uomo schivo, lontano dai meccanismi del mercato, tenacemente legato all'arte figurativa, nutrita della poesia e della forza intellettuale dei suoi amici – maestri, muore a Roma il 3 marzo 2011, a soli tre mesi dalla perdita di sua moglie Gilda.

Mostre principali[modifica | modifica wikitesto]

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Giuseppe Appella, Mario Trufelli, Amore di Lucania, Edizioni della Cometa, Roma, 1983, illustrazioni di Mauro Masi;
  • Ezio Cetrangolo, La Lucania di Scotellaro, Edizioni della Cometa, Roma, 1984, illustrazioni di Mauro Masi;
  • Gianni Raviele, Il paese di Marcoffe, Edizioni della Cometa, Roma, 1985, illustrazioni di Mauro Masi;
  • Carlo Belli, Paesaggi lucani di Mauro Masi, Edizioni della Cometa, Roma, 1986;
  • Giuseppe Appella (a cura di), Almanacco della cometa n.1, Edizioni della Cometa, Roma, 1987, con disegni di Mauro Masi.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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