Utente:Michela40/Sandbox

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Castellaro[modifica | modifica wikitesto]

Etimologia[modifica | modifica wikitesto]

Castellaro[1]: [ca-stèl-la-ro] n. m. [pl. castellari], termine di formazione onomastica della tarda latinità occidentale, è una variazione fonetica locale sviluppatasi nell’area di influenza dell’Impero Romano dal termine castellar; castellar è una parola derivata dalla voce latina castellum (castello) a cui si aggiunge la desinenza latina -ar.

Si chiama castellaro[2] una forma d’insediamento caratteristica del popolo ligure: si tratta di un antico recinto fortificato in tronchi o pietra a secco comprendente delle abitazioni, costruito di solito a scopi difensivi e religiosi sulla cima di un colle. Di solito i castellari hanno forma ellittica o circolare e sfruttano le naturali asperità del terreno per renderne difficile l'assedio e la conquista[3]. Solo i più complessi hanno forma poligonale[4]. Tale elemento architettonico risale all'Età del Bronzo e Età del Ferro ed è tipico degli antichi Veneti e degli antichi Liguri.

Funzione dei Castellari[modifica | modifica wikitesto]

Aveva funzione protettivo-conservatrice delle poche semplici cose che i Liguri dell'entroterra ottenevano con il loro duro lavoro. Gli studiosi hanno scoperto che le attività principali del popolo erano la coltivazione di cereali e legumi e la raccolta di frutti selvatici. Lo scopo di tali costruzioni era difendere dalle scorrerie dei pirati saraceni o dalle incursioni delle tribù nemiche vicine gli abitanti del territorio (principalmente contadini e semplici artigiani), le greggi, i miseri raccolti dei campi coltivati e dei pascoli della zona, che dovevano essere sempre controllati a vista. Queste rudimentali fortificazioni megalitiche dovevano quindi accogliere, in caso di attacco nemico, le famiglie sparse sul territorio (pagus) o raggruppate in piccoli borghi (vici), famiglie che normalmente si autogestivano con alcune primitive forme di autogoverno democratico (conciliabulum), e questo prima dell'avvento di famiglie dominanti. Molte fortificazioni sfrutteranno ripide scarpate o strapiombi naturali su almeno un lato (castellare di Camogli). Con pianta di forma molto semplice (ellittica o irregolare a seguire il terreno) avranno una o più cinte ed alcuni saranno di dimensioni tali da ospitare, oltre alla famiglia del capo dominante della comunità locale, anche tutti gli abitanti e le greggi della zona.

Excursus storico del termine[modifica | modifica wikitesto]

Nell'Età del Ferro[4] gli abitanti del territorio sanremese apprestarono un complesso sistema di difesa dei villaggi, basato su una serie di insediamenti situati sulla costa o all'inizio delle vallate, detti oppida, e sui dipendenti siti dei vici e dei castella, distribuiti nell'entroterra. Sulle cime dei monti e delle colline prospicienti la costa e su quelle dell'interno venne inoltre predisposto un sistema di fortificazioni costruite con muraglioni a secco in stretto collegamento tra di loro, dette castella o castellari, che costituirono una valida difesa dei terreni coltivati, dei pascoli, dei boschi e delle principali vie di comunicazione dalle incursioni di predoni e tribù nemiche. I castellari furono edificati sulla sommità delle colline in modo da poter controllare il territorio sottostante e renderne difficile l'accesso agli estranei, tanto che i rilievi prescelti avevano sempre le pareti scoscese o rocciose su più lati. La cerchia delle mura era costituita da grandi massi reperibili in loco, o in altri casi da muri a secco di alcuni metri di spessore; nell'area interna dei castellari, la cui superficie variava a seconda dell'ampiezza del terreno, erano ubicate capanne e alcune piccole abitazioni. Nei castellari di più ampie dimensioni potevano trovare sistemazione interi villaggi e zone destinate al pascolo del bestiame. L'organizzazione difensiva, decisamente avanzata per i tempi, prevedeva anche il collegamento tra tutti i castellari, che, in caso di pericolo, si avvertivano a vicenda tramite segnali di fumo o suoni prodotti da corni e conchiglie marine in modo che gli abitanti e gli animali si potessero mettere al sicuro nell'interno delle fortificazioni fino a quando l'emergenza non fosse definitivamente cessata.

La prima costruzione geografica della Liguria è stata descritta dagli storici e geografi greci del I- II secolo d. C., Strabone[5] e Diodoro Siculo[6] Nei loro scritti narrano che nei tempi antichi il popolo dei Liguri era stanziato lungo la fascia costiera del Tirreno settentrionale dai Pirenei al sud della Francia, dalla Liguria e da una parte del Piemonte, alla Lombardia e alla Toscana ma, a seguito della seconda ondata migratoria dei Celti avvenuta nel 400 a.C., il loro territorio si ridusse all’attuale Liguria. Ai numerosi castellari a cui le fonti letterarie fanno riferimento va ad aggiungersi una nuova scoperta[7] in località Pau, territorio di Rocchetta Nervina in alta Val Nervia. In epoca romana il termine latino castrum designa uno spazio chiuso dotato di una qualche forma di difesa, circondato da mura ed arroccato intorno al complesso solitamente fortificato.

Modelli di Castellari[modifica | modifica wikitesto]

In provincia di Imperia è presente un comune con il nome di Castellaro, i cui abitanti attribuiscono l’origine della parola alla presenza di una primitiva fortificazione preromana che, secondo alcune ipotesi, poteva occupare l’altura su cui in seguito fu innalzato il castellaro. Il vocabolo castellaro è di origine romana e sostituì il vocabolo castelliero di tradizione ligure, derivante da castellum, ovvero la più antica struttura difensiva.

Nel Medioevo il termine castellare fu utilizzato per indicare un territorio sottoposto al castello, centro del dominio fondiario e signorile simile al feudo. La parola ha origine da castellum, luogo fortificato. Il termine potrebbe derivare anche da Castellarium, cioè un borgus castellarius, un insediamento dipendente da un castello. Uno degli aspetti meno conosciuti - e insieme più affascinanti - della preistoria nel territorio ligure, è costituito, dalla cosiddetta 'civiltà dei castellari', le caratteristiche costruzioni erette sulle alture nel corso dell’Età del Ferro dagli antichi abitanti dell’estremo Ponente Ligure[8].

Castellaro di Camogli[modifica | modifica wikitesto]

In provincia di Genova troviamo il Monte Castellaro di Camogli che si trova nell’attuale abitato di Camogli in cima ad una rocca naturale posta a strapiombo sul versante marino, caratterizzato da una falesia di 70 metri continuamente soggetta ad erosione marina. Sul versante est, a pochi metri dalla vetta, vennero alla luce i resti di un insediamento terrazzato a seguito di ricognizioni di superficie, e di una breve campagna di scavo, tra il 1976 e il 1977. Furono recuperati circa 7.200 frammenti ceramici e 2600 reperti osteologici, oltre a frammenti di litica levigata, alcuni oggetti metallici, due vaghi d’ambra e una scoria di ferro. A seguito di uno studio preliminare e abbastanza sommario dei reperti diagnostici, sono stati individuati tre periodi di frequentazione coincidenti con l’Età del Bronzo medio e recente e la seconda Età del Ferro.

Castellaro di Zignago[modifica | modifica wikitesto]

Sulla dorsale appenninica tra Liguria e Toscana, incastrato tra i monti della Lunigiana, sorge il comune della Val di Vara denominato Zignago. Il complesso del Castellaro di Zignago si estende tra il monte Dragnone ed il monte Fiorito, sovrastando una dirupata che domina alcuni collegamenti montani tra la Val di Vara, la Val di Magra e del Taro. L’edificio è posto a controllo di una vasta area e di vie di transito verso la pianura padana.

La zona dove sorgeva il Castellaro di Zignago[9] è quindi un luogo dove la storia ha lasciato tracce di grande rilevanza, il cui studio permette di ricostruire le vicende passate che hanno segnato il corso degli eventi verificatisi nella Liguria nel corso dei secoli: dalle popolazioni più antiche, strenue avversarie di Roma, alla dominazione latina e in seguito a quella bizantina, fino al Medioevo longobardo e poi genovese. Le prime tracce che ci sono pervenute e che ci attestano che questo sito era saltuariamente frequentato, risalgono all’età del bronzo; durante questo periodo un gruppo di famiglie faceva transumare i greggi dei villaggi ai piedi del monte Dragnone ai pascoli del castellaro. Col passare del tempo i loro insediamenti stagionali divennero permanenti, essi innalzarono abitazioni sui pendii del monte, su ripiani ottenuti con muri a secco (questi terrazzamenti sono datati come i più antichi della regione). Successivamente, nel X secolo a.C., venne eretta, sulla cima del rilievo, una capanna dedicata alla Dea Madre, dove in caso di siccità prolungate si facevano offerte agli dei; in quanto i frequenti temporali che avevano luogo in prossimità delle vette venivano interpretati come segni divini. Nel IV secolo a.C. la medesima area sarà adibita dai Liguri Apuani come sede per i loro riti che avvenivano con libagioni (offerta sacrificale di sostanze liquide). Sempre in prossimità della vetta del monte Dragnone nei secoli successivi verrà eretto il Santuario mariano meta, ancora oggi, di numerosi peregrinaggi. Il complesso venne abbandonato intorno al 1000 a.C.

Tuttavia con l’avvento dei Bizantini, tra il VI e il VII secolo, sul Castellaro venne eretto un castello, utilizzato come luogo per l’avvistamento di eventuali incursioni da parte dei longobardi. Il castello presentava una doppia cinta muraria e una torre di vedetta, inoltre i bizantini tracciarono un sentiero ancora visibile. Altre modifiche al costrutto principale avvennero nel XII secolo d.C. per mano dei signori di Vezzano.

Il Castellaro, in principio, aveva una funzione abitativa: grazie alla sua locazione permetteva un’adeguata protezione dai nemici, per tutti coloro, per lo più contadini e pastori, che abitavano i versanti del colle. In caso di attacco nemico, l’edificio doveva quindi accogliere tutte le persone che abitavano il territorio circostante, anche gli animali e i sementi. Grazie ai vari ritrovamenti, gli studiosi hanno ipotizzato che le principali attività svolte dai suoi abitanti erano la coltivazione di cereali e legumi legata in misura minore ad una economia di prelievo, ovvero prelevando risorse già presenti in natura. Con l’arrivo dei Bizantini la sua funzione divenne prevalentemente quella di avamposto, ovvero un dispositivo di sicurezza schierato in corrispondenza del nemico al fine di garantire la possibilità di entrare tempestivamente in azione contro di esso, instaurato in particolare contro la minaccia longobarda.

Nell’ambito del progetto di Valorizzazioni delle risorse naturali e culturali della Liguria da alcuni anni si è provveduto a valorizzare il sito del Castellaro e del monte Dragnone attraverso la sistemazione dell’area archeologica e dei sentieri di accesso. Si è provveduto alla pulitura e al ripristino degli antichi terrazzamenti e delle basi delle capanne dell’età del bronzo utilizzate dagli abitanti nell’attività di allevamento, alla sistemazione dei resti del castello bizantino e del sentiero di accesso tracciato dall’esercito dell’Impero romano d’Oriente, ma anche della torre dei signori di Vezzano. Oltre a questo è stata ricostruita una capanna dell’età del bronzo realizzata con i materiali usati in quelle originali: pali, rami intrecciati e stuccati con l’argilla, pavimento e focolare esterno in pietre e argilla, al fine di rendere visibile la realtà della vita dell’epoca. Sono stati realizzati pannelli illustrativi che spiegano la storia e la natura dei territori visibili dal Castellaro, i culti della pioggia svolti sulle due sommità e il funzionamento dell’abitazione. In più, è prevista la creazione di una stazione multimediale da allestire all’interno della esistente mostra archeologica permanente al fine di collegare attraverso la rete altri siti di interesse storico archeologico presenti sul territorio della Provincia de La Spezia.

Purtroppo essendo costruzioni dell'Età del Bronzo in un territorio che è sempre stato fortemente antropizzato, molto spesso se ne sono perse le tracce riusati come borghi, castelli romani e poi medievali, o anche come chiesette votive o cimiteri. Spesso la memoria è stata tramandata nei toponimi locali o come nome di via: p.es. "Castello", "Castellaro", "Castelon", "Castelik", "Rocca", "Torri", "Motte", “Castellar” ecc. E’ il caso di Castellar in provincia di Cuneo.

Castellar (Cuneo)[modifica | modifica wikitesto]

In provincia di Cuneo[10], a cinque chilometri da Saluzzo, in Piemonte, troviamo un paese che ha mantenuto il nome Castellar. Esso venne fatto edificare sulla collina del paese nel XIV secolo dal marchese Tommaso II di Saluzzo, a scopo difensivo. In seguito, sotto il dominio del figlio, esso fu ingrandito e adibito ad abitazione. Dal 1300 al 1940 fu posseduto ancora da questa famiglia e, nel corso dei secoli, ampliato e abbellito sempre di più. L’ultima completa ristrutturazione risale al XIX secolo e da allora non ha più subito cambiamenti strutturali drastici. Oggi è una solida costruzione dalla pianta irregolare, che comprende torri angolari e mura perimetrali, le quali racchiudono un enorme giardino, accessibile solo mediante un elegante arco antico ed attraversando il tradizionale ponte. Attualmente è di proprietà della famiglia Aliberti. Il castello oggi è teatro di molti eventi e manifestazioni; inoltre esso può essere visitato con guida in alcuni precisi momenti dell’anno.

Tra Veneto e Friuli[11] esiste un imponente sistema di castellieri che va dal Garda fino all'Istria[12], collocato sulle colline prospicienti la pianura in posizione dominante e altrettanto spesso in aperta pianura come villaggi fortificati.

Toponimi[modifica | modifica wikitesto]

Il toponimo castellaro è rimasto in tanti nomi di località dell'Italia settentrionale ad esempio:

  • Liguria: Castellaro di Zignago, comune in provincia di La Spezia;
  • Liguria: Castellaro di Camogli, comune in provincia di Genova;
  • Piemonte: Castellar, comune in provincia di Cuneo.

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Castellare su Treccani, su treccani.it.
  2. ^ I popoli liguri, su vegiazena.it.
  3. ^ Compagnia di Ventimigliusi, su cumpagniadiventemigliusi.it.
  4. ^ https://www.ibs.it/provincia-di-imperia-storia-arti-libro-andrea-gandolfo/e/9788879040112.
  5. ^ Strabone, Della Geografia.
  6. ^ Diodoro Siculo, Biblioteca storica.
  7. ^ Antichi castellari liguri, su archeonervia.blogspot.com.
  8. ^ Storia della Liguria.
  9. ^ valdivara.it, di Zignago http://www.valdivara.it/it/cultura/il-patrimonio-culturale/castellari-liguri/titolo=Castellare di Zignago.
  10. ^ [www.castellodicastellar.it Castellar,Cuneo].
  11. ^ Castellari in Friuli, su tour-italia.com.
  12. ^ [www.istra.hr/it/tutto-sullistria/storia-dellistria/i-castellieri-preist Castellari in Istria].

   

Bibliografia e sitografia[modifica | modifica wikitesto]