Utente:Maxyork08/Sandbox-Etmanato-ucraino-1918

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Secondo etmanato o Stato ucraino
Dati amministrativi
Nome ufficialeSecondo etmanato Другий Гетьманат o Stato ucraino Українська Держава
Lingue parlateUcraino
CapitaleKyiv
Dipendente daImpero tedesco Impero Austro-Ungarico
Politica
Forma di StatoAutocrazia
Forma di governoConservatore Reazionario
EtmanoPavlo Skoropad'skyj
Nascita29 aprile 1918
CausaColpo di stato esautora la Rada Centrale
Fine14 dicembre 1918
CausaResa degli Imperi centrali e fine della Prima guerra mondiale
Territorio e popolazione
Bacino geograficoEuropa orientale
Religione e società
Religioni preminentiChiesa ortodossa Chiesa greco-cattolica Ebraismo
Evoluzione storica
Preceduto daRepubblica Popolare Ucraina
Succeduto daRepubblica Popolare Ucraina
Ora parte diBandiera dell'Ucraina Ucraina

Chiamato ufficialmente Stato ucraino (in ucraino Українська Держава traslitterato Ukraїns'ka Derzhava),[1] oppure anche Secondo etmanato (in ucraino Другий Гетьманат trasilitterato Druhyi Hetmanat) distinguendolo dall'Etmanato cosacco dei secoli XVI - XVIII, fu una struttura statale nata con un colpo di stato voluto dall'alto comando militare tedesco che sostituì la Rada Centrale, organo amministrativo della Repubblica Popolare Ucraina, nata a sua volta dal collasso dell'Impero zarista e dalla rivoluzione russa del febbraio 1917. [2] La durata ufficiale fu di quasi otto mesi, dal 29 aprile 1918 al 14 dicembre 1918 dissolvendosi con la resa delle Potenze centrali ed il ritiro delle truppe tedesche dai territori ucraini. [2]

Origine del nome[modifica | modifica wikitesto]

Il nome fu preso in ricordo dell'Etmanato cosacco che si formò nelle steppe ucraine nel XVI secolo fino al suo assorbimento nell'Impero russo di Caterina II. Il capo di stato venne nominato etmano, carica presieduta unicamente da Pavlo Petrovych Skoropads'kyi.

Premesse e contesto storico[modifica | modifica wikitesto]

Testo della Terza Universale

La Rivoluzione a San Pietroburgo e l'abdicazione dello Zar Nicola II furono gli eventi che diedero inizio al periodo di disordini e rivoluzioni in Ucraina. Fin da subito ci furono organi e istituzioni tra loro sovrapposte come la Rada Centrale a maggioranza e tendenza socialista, la quale il 20 marzo nominò Mychajlo Serhijovyč Hruševs'kyj suo Presidente ed i Soviet dei rappresentanti degli operai e dei soldati, il primo nacque a Kharkiv il 15 marzo ed il giorno seguente a Kyiv. Il potere politico era diviso tra tre istituzioni: Soviet di Kyiv, la Rada Centrale e il Consiglio delle Organizzazioni civiche unite costituito da ex funzionari zaristi e partiti politici ucraini al fine di creare un organo esecutivo. Tutti e tre gli organismi inizialmente riconobbero l'autorità del governo provvisorio di Pietrogrado.[2] Fra tutti però la Rada fu la più autorevole e rappresentativa. Principalmente costituita da forze di sinistra, i due partiti che ne formavano la spina dorsale: il partito social-democratico e quello socialista rivoluzionario, insieme ottennero circa il 70% dei voti durante l'elezione per l'Assemblea costituente.[3] Il 23 giugno venne emanata la prima legge nazionale chiamata "universale" riprendendo il nome dei proclami dei capi cosacchi ai tempi diChmel'nyc'kyj e Mazepa.[1] La Rada dichiarò così la propria autonomia amministrativa, istituendo una tassa, invitando le minoranze etniche alla collaborazione per un'unità nazionale e distribuendo ai contadini la terra sequestrata ai grandi proprietari terrieri. Il 29 giugno venne creato il primo governo di nove membri con a capo Volodymyr Kyrylovič Vynnyčenko.

Tutto ciò creò disagio in Russia. "Quasi immediatamente, la stampa russa ha definito l'azione della Rada un tradimento e una pugnalata alle spalle della rivoluzione".[4] Nelle stesse settimane il governo provvisorio di A. Kerenskij ordinò un'offensiva militare sul fronte, ma i tedeschi oltre a resistere, risposero con una controffensiva e l'esercito russo messo in rotta giunse all'apice della sua disgregazione.[2] Mentre i bolscevichi di Lenin aumentavano i consensi nelle città russe, in Ucraina il partito restava una ristretta minoranza, nelle elezioni comunali di Kyiv in agosto 1917 ottennero sei seggi su novantotto, i sostenitori erano ancor più ridotti nella parte occidentale del fiume Dnipro.[5] Il partito bolscevico nei governatorati ucraini aveva ottenuto in tutto il 10%.[3] Inoltre i tre gruppi Kyiv, Kharkiv e Odesa in cui era suddiviso il partito bolscevico ucraino spesso presentava contrasti interni. La presa del potere da parte di Lenin nella notte tra il 25 e 26 ottobre spinse i suoi seguaci a tentare l'esempio anche in Ucraina; la tattica bolscevica era quella di ottenere il controllo dei Soviet e attraverso questi organi legittimare l'autorità del partito.[2] La Rada Centrale dichiarò la sua volontà di resistere a possibili colpi di stato, venne emanata così la "Terza universale" nella quale si proclamava ufficialmente la nascita della Repubblica Popolare Ucraina (Ukraïns'ka Narodna Respublika), non si definiva ancora completamente indipendente, ma certo con forte autonomia dal centro russo. Il territorio considerato appartenente alla gestione autonoma di Kyiv comprendeva nove province dell'ex impero zarista (Crimea esclusa). La nuova Repubblica ottenne appoggio da tutti i soviet ucraini eccetto quello di Kharkiv che riconobbe non la Rada, ma Pietrogrado come autorità superiore. Nella Legge si delineava un marcato orientamento socialista, come la nazionalizzazione dell'industria e la redistribuzione della terra. Difronte al rifiuto della Rada Centrale di sciogliersi entro 48 ore intimato dal Consiglio dei commissari del popolo di Pietrogrado fu inviato l'esercito dell'Armata Rossa guidato da Antonov-Ovseenko in sostegno ai bolscevichi ucraini, i quali il 25 dicembre diedero vita a Kharkiv al primo governo autonomo socialista sovietico ucraino composto da dodici ministri dei quali undici bolscevichi, in aperta competizione con la Rada Centrale di Kyiv.[2]

La risposta all'invasione dell'Armata Rossa fu l'emissione della "Quarta universale" nella quale si dichiarò l'indipendenza e la resistenza armata. Le truppe bolsceviche entrarono a Kyiv il 9 febbraio 1918. Nello stesso giorno delegati della Rada Centrale firmarono un tratto di pace separata con gli Imperi centrali a Brest-Litovsk, accettando oltre alla fine delle ostilità, lo scambio di prodotti agricoli e industriali. Germania e Austria-Ungheria necessitavano di rifornimenti urgenti per le proprie truppe e città alla fame. Per la prima volta dai tempi di Caterina II venne riconosciuta una sovranità autonoma in Ucraina. Le truppe austro-tedesche dovettero intervenire su richiesta della Rada Centrale in supporto contro le armate bolsceviche; soprattutto per far rispettare i patti commerciali stabiliti a Brest-Litovsk, liberando Kyiv il 18 febbraio. Di fronte alle difficoltà del governo ucraino di reperire i prodotti agricoli richiesti da Berlino e Vienna, le autorità militari tedesche decisero di destituire la Rada Centrale con uno governo più favorevole ai propri interessi. Il 28 aprile 1918 si concluse così la prima fase della Rivoluzione ucraina e venne creato il Secondo etmanato.

Secondo etmanato[modifica | modifica wikitesto]

Vista la situazione di impotenza delle istituzioni ucraine, le truppe tedesche iniziarono a requisire cereali ai contadini, ma potendo scegliere puntarono alla creazione di un governo locale che gestisse il lavoro per loro.

Le autorità tedesche scelsero Pavlo Petrovych Skoropads'kyi ex ufficiale esercito zarista, figlio di un alto ufficiale e discendente da una famiglia della nobiltà cosacca.[1] Al nuovo Etmano furono date delle condizioni:

  • l'accettazione degli accordi di Brest-Litovsk
  • l'abolizione della Rada Centrale
  • il controllo tedesco sulle dimensioni e disposizioni dell'esercito ucraino
  • la necessaria approvazione tedesca di tutte le decisioni ministeriali
  • l'abolizione di tutte le limitazioni all'esportazione di materie prime e manufatti
  • il riconoscimento dei diritti dei grandi proprietari terrieri
Pavlo Petrovych Skoropads'kyi

Skoropads'kyi accettò le condizioni e nacque il "Secondo etmanato" uno Stato più conservatore e reazionario rispetto alla Repubblica precedente. In un certo senso il nuovo etmano stava rispondendo alle esigenze dell'élite tradizionale che era stata messa in ombra dalla Rada centrale, il supporto veniva da quegli strati industriali, nobiliari e commerciali che erano anche la parte della popolazione in maggioranza russa o ucraini russificati, contraria alle istanze indipendentiste e socialiste.[2] “Skoropads'kyj non appena prese il potere, dichiarò che la sua patria avrebbe smesso di essere il terreno per gli esperimenti socialisti.”[3] Rivendicò più territorio rispetto a quello ereditato dalla Repubblica ucraina decaduta, sia a nord nel governatorato di Kursk che la Crimea a sud.[1] Ben accolto anche dalla Chiesa ortodossa fortemente scontenta dagli espropri del governo precedente. La Rada venne sciolta e ripristinato il diritto di proprietà prerivoluzionario. In principio Skoropadsìkyi avrebbe dovuto mantenere un governo provvisorio in attesa dell'elezione di un Parlamento ucraino, ma di fatto ciò non avvenne mai. Il potere legislativo, esecutivo e militare vennero posti sotto la sua autorità. Le forze di tendenza più democratica ed i socialisti si schierarono contro l'indirizzo del nuovo Stato, nacquero gruppi di unità nazionale come l'Unione Nazionale Ucraina un insieme di rappresentanti dei maggiori partiti, lavoratori delle poste, delle ferrovie uniti sotto la guida di Volodymyr Vynnyčenko; altro grande polo di opposizione fu quello di Symon Vasyl'ovyč Petljura il quale rappresentava il malcontento delle aree rurali e principalmente ucraine non russificate. Nonostante l'evidente stacco dallo spirito socialista della Rada ed il contrasto politico, anche l'etmanato continuò sulla strada della formazione e affermazione dell'entità nazionale. Diede grande importanza alla cultura ucraina, continuò le riforme educative iniziate con la Reda Centrale. Furono aperte nuove Università in lingua ucraina. In luglio nacque un esarcato ortodosso autonomo per l'Ucraina e questo comportò l'uso dell'ucraino nella liturgia e l'elezione dei metropoliti di Kyiv e Halych da parte di vescovi residenti in Ucraina. In autunno la situazione divenne critica, con la resa ormai definitiva della Germania era chiaro che non sarebbe stato possibile sopravvivere. Iniziarono i negoziati con le forze Alleate, le quali nonostante la comune avversione ai bolscevichi non riconobbero lo Stato ucraino come indipendente, ma parte della Russia ex imperiale. Così Skoropads'kyi attuò un colpo di stato, nominò un nuovo gabinetto nel tentativo di ingraziarsi il sostegno delle Potenze occidentali, consapevole di aver bisogno di supporto dall'esterno contro la minaccia bolscevica alle porte, abbandonò l'idea di uno Stato indipendente e il 14 novembre proclamò l'Ucraina parte di una futura Federazione russa non bolscevica. Nel frattempo anche l'Unione Nazionale Ucraina formò il proprio corpo governativo: il Direttorio con a capo Petljura e Vynnyčenko, desiderosi di sbarazzarsi dello Stato conservatore, proclamarono il ripristino della Repubblica Popolare Ucraina. Gli Imperi Centrali garantirono la neutralità ed anche il governo russo assicurò garanzie di pace in cambio di libertà di azione dei bolscevichi sul territorio della nuova Repubblica. La Germania firmò la resa sul fronte occidentale l'11 novembre ed il 14 dicembre le truppe tedesche abbandonarono Kyiv al suo destino, le formazioni militari del Direttorio presero possesso della capitale, garantendo un passaggio sicuro alla ritirata delle truppe tedesche. Skoropads'kyi abdicò e fuggì in Germania. Il 19 dicembre venne reinstallata la Repubblica Popolare Ucraina.

Eredità[modifica | modifica wikitesto]

Nonostante la sua dipendenza da truppe straniere e il supporto interno dovuto agli strati sociali più benestanti e più russificati, quindi etnicamente meno ucraini, dal punto di vista del percorso nazionale, il Secondo etmanato riuscì a mantenersi ucraino sia nella forma che nelle istituzioni politiche e culturali,[2] mantenendo attivo il lavoro di costruzione della consapevolezza nazionale nelle masse ucraine, iniziato con la Repubblica Popolare Ucraina. Lo fece attraverso l'apertura di nuove università ed una spinta all'educazione e all'istruzione. Però creò anche molto malcontento contadino appoggiando gli interessi dei grandi proprietari suoi sostenitori, inoltre restò per tutti i mesi di vita uno Stato debole e sottoposto a decisioni straniere. Il ritorno della Repubblica Popolare Ucraina non avrebbe visto maggiori successi dal punto di vista dell'affrancamento e dell'indipendenza. Nonostante tutto, il periodo in cui fu al potere Skoropads'kyj rappresentò quello più stabile nella storia della Rivoluzione ucraina.[3] Anche il Direttorio schiacciato tra più fuochi dovrà lottare disperatamente per la propria sopravvivenza e soccombere una volta per tutte ai bolscevichi, dopo tutto anch'essi, come tutti i predecessori, capaci di imporsi sul paese solamente con l'aiuto esterno e l'appoggio di truppe non ucraine. Il 1920 vedrà l'affermazione del comunismo riuscito ad imporsi sui contendenti non tanto grazie al sostegno popolare, quanto alla forza delle baionette.[3]




Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

(EN) Ukrainian State - Wikipedia

(UK) Українська Держава — Вікіпедія

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d Massimo Vassallo, Breve storia dell'Ucraina. Dal 1914 all'invasione di Putin, Milano, Mimesis Edizioni, 2022, ISBN 9788857589695.
  2. ^ a b c d e f g h Paul Robert Magocsi, A History of Ukraine: A Land and Its Peoples, Toronto, University of Toronto Press, 1996, ISBN 0802008305.
  3. ^ a b c d e Hrytsak Yaroslav, Storia dell'Ucraina, a cura di Bellezza Simone Attilio, traduzione di Pompeo Lorenzo, Bologna, Il Mulino, 2023, ISBN 978-88-15-38343-3.
  4. ^ (EN) Dmitro Doroshenko, History of Ukraine, a cura di G.W Simpson, traduzione di Hanna Keller, Toronto, University of Saskatchewan, 1939 (archiviato dall'url originale).
  5. ^ Giuseppe Perri, The peace on the eastern front and the Hetmanate of Skoropadskyj (april-november 1918) In the Ukraine sources, in Research Gate, gennaio 2015 (archiviato dall'originale).