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Ulay

Ulay, pseudonimo per Frank Uwe Laysiepen (Solingen, 30 novembre 1943), è un artista e fotografo tedesco, una delle figure chiave della Performance art degli anni '70.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Figlio di un nazista e cresciuto in un paese diviso a metà, vive con conflitto le sue origini tedesche, motivo per cui decide di rinunciare al suo nome e alla sua nazionalità[1].

Nei primi anni '70 si trasferisce ad Amsterdam, attratto dal movimento olandese ''Provo'', caratterizzato da tendenze anarchiche. Qui si avvicina alla fotografia analogica e all'uso della Polaroid e intraprende una ricerca sulle nozioni di identità e corpo, sia a livello personale che collettivo, principalmente attraverso serie di fotografie Polaroid, aforismi e performance. Progressivamente l'approccio alla fotografia diventa sempre più performativo come nella serie Fototot del 1976 e in There is a Criminal Touch To Art, sempre del 1976.

Lo stesso anno conosce Marina Abramovic alla Galleria de Appel di Amsterdam, dove l'artista serba si esibisce per un programma televisivo dedicato alla performance; era il 30 novembre, data di nascita di entrambi gli artisti. Tra i due nasce subito un'intesa artistica che sfocia in una profonda e travagliata relazione sentimentale. Realizzano insieme una serie di performances dal titolo Relation Works, nella quale esplorano i limiti della resistenza fisica e psichica. Dopo 12 anni decidono di porre fine al loro rapporto tramite un'ultima performance: The Wall Walk in China. Gli artisti percorrono la Muraglia Cinese, partendo dai capi opposti, per incontrarsi al centro e dirsi addio[2]. Alla fine della relazione seguono anni di ostilità e battaglie di natura professionale: l'artista denuncia Marina per aver venduto delle opere appartenenti ad entrambi come esclusivamente sue[3][4].

Dopo la fine della relazione con Marina, si concentra sulla fotografia affrontando il tema dell'emarginazione e ritornando su quello del nazionalismo. Negli ultimi anni, è impegnato principalmente in progetti e iniziative volte a sensibilizzare la comprensione e la conservazione delle risorse idriche che culminano nel Earth Water Catalogue del 2012.

Nel 2011, subito dopo il suo trasferimento da Amsterdam a Lubiana, gli viene diagnosticato un cancro. Dopo una serie di trattamenti chemioterapici che hanno migliorato la sua salute, trasforma la propria malattia in un impegnativo progetto di vita che costituisce il nucleo centrale del documentario Project Cancer[5], diretto da Damjan Kozole e uscito nel 2013. Nel documentario l'artista si interroga sulla natura della vita, dell'amore, della storia e dell'arte raccontando la sua carriera attraverso interviste, video di archivio, fotografie e riproduzioni dei suoi lavori più effimeri..[6]

Opere[modifica | modifica wikitesto]

Renais sense, 1974[modifica | modifica wikitesto]

Uno dei primi riconoscimenti del suo talento avviene grazie a Wies Smals e Mia Visser[7], importanti galleristi della scena artistica di Amsterdam; per loro egli realizza nel 1974 la mostra Renais sense e con loro fonda la De Appel Foundation enrando così a far parte di una cerchia centrale di artisti performativi come Alison Knowles, Gina Pane, Laurie Anderson, Vito Acconci, Jürgen Klauke e Marina Abramović.

Attraverso un processo costante di autosperimentazione scopre dentro di sè una sensibilità femminile che cerca di tradurre attraverso la fotografia. I temi trattati in questa serie, Auto Polaroid, ovvero l'intimità, il radicalismo e l'importanza del gesto performativo fotografato suscitano numerose polemiche presso il pubblico. Questa serie di lavori sperimentali anticipa la sua concezione filosofica del mezzo fotografico, cioè "la fotografia è solo uno sguardo, un dettaglio o un frammento dell'insieme", come se la camera oscura fosse "una finestra" attraverso la quale si guarda il mondo[8].

In alcuni lavori della stessa serie si concentra sulla rappresentazione dell'androginia.[9] L'artista vuole esprimere: il desiderio di ottenere un'unità androgina e di ritrovare se stessi attraverso la fusione con la persona amata.In queste sue esperienze, la sua relazione con Paula Françoise-Piso[10] è molto importante, in quanto fonte di ispirazione. Nella serie intitolata in maniera suggestiva S'He e firmata con il nome composito PA-ULA-Y[11], anticipa l'unione di una coppia che diventa una cosa unica, un'unità che diventerà più tardi perfetta e concreta nella relazione con l'Abramović.

Fototot, 1976[modifica | modifica wikitesto]

Si tratta di una serie di performances eseguite nel 1976 presso il De Appel e la Galerie Beyeler a Wuppertal. La prima performance di questa serie prende il nome di Photo Death. L'artista indossa una tuta bianca con cappuccio e una maschera bianca per rendersi anonimo. A qualcuno del pubblico viene chiesto di stare di fronte ad un pezzo di lino reso fotosensibile alla luce e fissato alla parete. Ulay scatta una foto Polaroid di questa persona la cui silhouette viene impressa, attraverso il flash, sul materiale fotosensibile. In questo modo si ottengono un negativo e un positivo: il positivo viene proiettato sul negativo; l'artista si pone all'interno della proiezione. Il soggetto fotografato viene ridotto ad una figura bianca sul materiale fotografico e quindi non identificabile. Quando Ulay entra nella proiezione della foto Polaroid assume l'identità della persona immortalata. Questo è il pensiero dell'artista sulla performance: "Photo death ha sottolineato la caducità dell'essere umano attraverso un infinito regresso della riproduzione meccanica. Per me è stata la fine di tutta la questione fotografica"[12].

There is a Criminal Touch to Art Corresponding to a Situation, 1976[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976, dopo aver incontrato Marina Abramović, la sua arte diventa più radicale. L'ultimo lavoro che firma singolarmente è questa performance realizzata alla Neue Nationalgalerie di Berlino. Rappresenta un lavoro chiave all'interno della sua opera, poichè sottolinea non solo la lotta con la sua origine tedesca, ma anche la problematica situazione delle minoranze all'interno della società tedesca del dopoguerra. L'artista ruba il dipinto Der arme Poet del pittore romantico Carl Spitzweg (pittore preferito di Adolf Hitler[13]) dalla Neue Nationalgalerie e lo trasferisce nella casa di una famiglia di immigrati turchi in uno dei quartieri poveri di Berlino.[14]. Fotografa il lavoro nel suo nuovo contesto e poco dopo chiama il direttore del museo per venire a vedere la nuova esposizione dell'opera d'arte. Jörg Schmidt Reitwein filma l'intera azione.

Relation Works, 1976-1988[modifica | modifica wikitesto]

Nel 1976 decide di vivere e lavorare insieme a Marina Abramovich, esprimendo il loro progetto nel manifesto Relation Work’s Art Vital: "Arte Vitale - nessun posto fisso, movimento permanente, contatto diretto, relazione locale, auto-selezione, limitazioni passanti, assunzione di rischi, energia mobile, nessuna prova, nessuna fine prevista, nessuna ripetizione.[15]" Nelle performance di questi anni i due artisti indagano i limiti del corpo e della mente e il tema della relazione uomo-donna.

La fotografia in bianco e nero AAA-AA-AAAA, scattata durante una performance in studio televisivo senza pubblico a Liegi, mostra i ritratti a mezzo busto di Marina e Ulay che si urlano a vicenda. La performance è il seguito di Freeing the Voice, in cui la Abramović grida fino a diventare rauca. AAA-AA-AAAA si concentra sul rapporto tra due amanti. Sono partiti da una posizione di parità per finire per superarsi a vicenda. Come in molti casi, la performance è stata ripetuta per essere girata un anno dopo la sua creazione originale ad Amsterdam da Louis van Gasteren, a scopo di documentazione[16].

La performance Relation in Time, si svolge presso lo Studio G7 di Bologna; fa parte della serie di performance intitolata That Self, che evoca una terza entità nata dall'interazione di energie maschili e femminili. I due, seduti davanti ad un muro bianco con le spalle rivolte l'uno verso l'altro, sono legati tra loro per i capelli. Si sono seduti da soli in silenzio per le prime sedici ore e i visitatori hanno potuto assistere all'ultima ora[17].

Breathing in / Breathing out prosegue il tema della dualità. In questa performance, registrata nell'aprile 1977 a Belgrado, Ulay e Marina dipendono disperatamente l'uno dall'altro per rimanere in vita per quasi venti minuti. Collegati dalle loro bocche, condividono i loro respiri e finiscono per svenire per la mancanza di ossigeno. Questa azione si occupa metaforicamente della morte del sé che è sempre in gioco in un lavoro collaborativo[18].

Rest Energy, registrato nel 1980 al Filmstudio Amsterdam, fa parte della serie That Self. L'artista regge un arco, mentre Marina mantiene in tensione una freccia. La punta di quest'ultima punta verso il cuore dell'Abramović. I microfoni sui loro vestiti rivelano il battito cardiaco accelerato e la respirazione irregolare. Dopo quattro minuti lasciano cadere l'arco[19].

Nightsea Crossing è una serie di ventidue spettacoli che si sono svolti tra il 1981 e il 1987 in tutto il mondo. L'ambientazione (spesso un museo, a volte un ambiente all'aperto), la data e il colore dei loro abiti variano, ma usano sempre lo stesso tavolo in mogano e le stesse due sedie. Gli artisti descrivono la performance come segue: "Nightsea Crossing è un lavoro epico di 90 giorni in cui è previsto un periodo di digiuno e silenzio, prima e durante la performance vera e propria. La performance consiste in sette ore giornaliere di concentrazione seduti immobili in uno stato di tranquillità".[20] I due sono seduti alle estremità del tavolo uno di fronte all'altro, con i loro profili verso il pubblico. Usano l'immobilità e l'aspetto vivo dell'opera per focalizzare l'attenzione sul fatto che la coscienza continua a funzionare all'interno, mentre all'esterno il corpo sembra far parte dell'architettura. Secondo l'Abramović, la performance è una natura morta, una "vita silenziosa", anche se Ulay nota che l'interesse principale è nel processo di rimanere immobile.

Modus Vivendi è il titolo di una serie di performance, nastri e fotografie Polaroid realizzate nei primi anni Ottanta che hanno seguito il progetto Relation Work. Pur continuando a utilizzare i loro corpi come materiali per fare arte, gli artisti si concentrano su forme più metaforiche e teatrali. Le dimensioni delle fotografie Polaroid di questa serie sono eccezionali e sono rese possibili grazie all'aiuto dello stesso inventore della tecnica Polaroid, Edwin Herbert Land. L'ambientazione delle performance è stata trasformata in una vera e propria macchina fotografica a foro stenopeico[21].

La separazione dei due artisti è stata segnata dalla performance di Great Wall Walk in China[22], nel 1988[23].

Ultime opere[modifica | modifica wikitesto]

Dopo la separazione da Marina Abramović nel 1988, egli continua la sua carriera artistica con fotografie Polaroid di performance in studio, fotografie di viaggio e diversi esperimenti fotografici unici e innovativi come i monumentali Fotogrammi e i Polagrammi[24].

La serie "Polagram", creata tra il 1990 e il 1993 in uno speciale studio Polaroid a Boston, raccoglie fotografie di grande formato che mostrano solo le tracce sfocate dell'artista che entra letteralmente nella macchina fotografica[25].

Per quanto il modo di espressione fotografica sia cambiato dai primi anni Settanta, la questione dell'identità rimane centrale nel suo lavoro. In Anagrammatic Bodies del 2015, ricollegandosi ai collage fotografici iconici del 1972, riduce in frammenti la propria immagine per rimontarla con parti fotografiche di altre persone, come quelli di modelle e attrici, producendo ibridi di genere.

Gli ultimi lavori vedono l'artista allontanarsi dai temi personali per andare nella direzione dei nuovi progressi sociali e tecnologici. In questi ultimi progetti, che ruotano intorno a questioni sperimentali, si focalizza sul consumo dell'acqua attraverso iniziative che aumentano la consapevolezza verso il problema le risorse idriche. Nel 2002 ha avviato Earth Water Catalogue[26], un database online dove gli artisti possono condividere opere d'arte su questa tematica.

Musei[modifica | modifica wikitesto]

I suoi lavori, così come la sua collaborazione con Marina Abramović, sono presenti in molte collezioni di importanti istituzioni artistiche di tutto il mondo tra cui: Stedelijk Museum Amsterdam; Centre Pompidou Parigi; Museum of Modern Art New York.

Premi[modifica | modifica wikitesto]

  • 1984: The San Sebastian Video Award
  • 1985: The Lucano Video Award
  • 1986: The Polaroid Video Award
  • 1986: Video Award – Kulturkreis im Verband der Deutschen Industrie

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ A. Cassin, "Conversation with Ulay. Finding Identity: Unlearning" in M. R. Bojan, A. Cassin, Whispers: Ulay on Ulay, Amsterdam 2014, pp. 189-192;
  2. ^ http://espresso.repubblica.it/visioni/cultura/2016/03/29/news/la-rivincita-di-ulay-artista-rigoroso-1.255986?refresh_ce
  3. ^ http://www.artslife.com/2016/11/08/marina-abramovic-ulay-tribunale-guerra/
  4. ^ http://www.artspecialday.com/9art/2016/04/13/ulay-larte-pura-e-senza-concessioni/
  5. ^ https://www.ulay.si/
  6. ^ https://anti-utopias.com/newswire/ulay-life-sized/
  7. ^ http://deappel.nl/en/events/from-the-archive-wies-smals
  8. ^ http://www.boersligallery.com/exhibitions/ulay-renais-sense/
  9. ^ https://vimeo.com/245153663
  10. ^ https://www.artbasel.com/catalog/artwork/18817/Ulay-Retouching-Bruises
  11. ^ https://www.artsy.net/artwork/ulay-she
  12. ^ (EN) Fototot | www.li-ma.nl, su www.li-ma.nl. URL consultato il 15 dicembre 2018.
  13. ^ http://www.artnet.com/artists/carl-spitzweg/
  14. ^ https://vimeo.com/248153666
  15. ^ MARINA ABRAMOVIC & ULAY | POMERANZ COLLECTION, su pomeranz-collection.com. URL consultato il 15 dicembre 2018.
  16. ^ http://www.li-ma.nl/site/catalogue/art/abramovic-ulay/aaa-aaa-compilation-version/8009
  17. ^ http://www.li-ma.nl/site/catalogue/art/abramovic-ulay/relation-in-time/8039
  18. ^ http://www.li-ma.nl/site/catalogue/art/abramovic-ulay/breathing-in-breathing-out-belgrade/737
  19. ^ https://www.youtube.com/watch?v=6NvgfninGCk
  20. ^ https://www.britannica.com/topic/Nightsea-Crossing
  21. ^ https://www.castellodirivoli.org/mostra/modus-vivendi-ulay-marina-abramovic-1980-1985/
  22. ^ https://publicdelivery.org/marina-abramovic-the-lovers-the-great-wall-walk/
  23. ^ https://www.youtube.com/watch?v=zaso0j9x098
  24. ^ https://www.schirn.de/en/exhibitions/2016/ulay/
  25. ^ https://www.artsy.net/artwork/ulay-self-portrait
  26. ^ http://worldwatermuseum.com/ulay-and-keti-in-synergies/

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

- M. R. Bojan, "Body: Threshold of Knowledge, Signifyng Surface and Generator of Artistic Exspression" in M. R. Bojan, A. Cassin, Whispers: Ulay on Ulay, Amsterdam 2014, p. 24;

- A. Cassin, "Conversation with Ulay. Finding Identity: Unlearning" in M. R. Bojan, A. Cassin, Whispers: Ulay on Ulay, Amsterdam 2014, pp. 189-192


Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]