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"La chiamata di Matteo", alla festa dei Talami 2016

La festa dei Talami è una celebrazione tipica del paese abruzzese di Orsogna (Chieti). I Talami sono rappresentazioni viventi di scene bibliche che sfilano per le vie del paese su dei carri. La manifestazione si svolge il martedì in Albis e replica, in edizione notturna, il 15 di agosto di ogni anno.

Nel 2011 sono stati riconosciuti “Patrimonio d’Italia per la tradizione”.[1]

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Non siamo in grado di datare con precisione gli l'inizio della tradizione dei Talami, storici, come Plinio Silveri e Pio Costantini, ipotizzano che risalga agli albori della cristianità o, molto più probabilmente, al medioevo.[2] Lo storico e drammaturgo orsognese Plinio Silverii scrive che «il talamo di Orsogna è una delle viventi reliquie del dramma sacro ancora in auge in molte regioni d’Italia ed Europa»[3] . I talami per la loro forma, origine ed evoluzione, infatti, hanno molti tratti in comune con le prime forme drammatiche del medioevo, come la lauda del XIII sec., la rappresentazione muta o le sacre rappresentazioni del XV sec. Queste, come il quadro plastico orsognese, erano spettacoli popolari di soggetto sacro che avevano funzione sia educativa che ricreativa. Essi venivano organizzati e realizzati all’interno di chiese, chiostri o conventi, dai sacerdoti che spesso collaboravano con i componenti di compagnie religiose e di confraternite.

La leggenda e la nascita dei Talami[modifica | modifica wikitesto]

Affresco della Madonna del Rifugio

La tradizione orsognese colloca come sede originaria del Talamo la chiesa della Madonna del Rifugio, rasa al suolo dai bombardamenti del 1944. Si trovava nell’attuale Belvedere. Secondo la leggenda popolare, l'edificio sacro sorse in questo luogo perché qui era apparsa la Vergine a dei paesani.[4] Non è possibile identificare con precisione la data di fondazione della chiesa. Il dato storico più antico che ci è giunto è l’iscrizione su una campana fusa da Luca da Guardiagrele nel 1341.[5] La chiesa, stando alle testimonianze che ci sono giunte, era di forma rettangolare, ad una sola navata e senza transetto. I lati maggiori erano disposti rispettivamente verso nord e verso sud, quelli minori ad est e ovest. L’ingresso era situato sul lato maggiore a nord, dove vi era anche il campanile. All’interno vi erano cinque altari: uno maggiore e quattro minori. L’altare maggiore era situato sulla parete rivolta verso est. Al di sopra di questo, vi era un grande affresco di cui non si conosce l’autore. L’affresco, incorniciato da colonne e da vari angeli in gesso, rappresentava la B.V. Maria nell’atto di proteggere, con il suo manto, alcuni pastori.[6] Questa aveva il volto dipinto di nero, per cui era chiamata dai fedeli Madonna nera. L’immagine godeva di grande venerazione, non solo presso gli orsognesi, ed era anche considerata miracolosa. Secondo i credenti il miracolo avveniva all’alba del martedì dopo Pasqua e consisteva nel cambiamento improvviso, e dalla durata di pochi istanti, del colore del volto che passava da nero a bianco. Secondo altre testimonianze, si trattava, invece, di un leggero movimento degli occhi. Nell’attesa che ciò avvenisse, veniva organizzata nella chiesa una veglia a partire già dalla sera del lunedì in Albis. Questa era tenuta solo dai fedeli che, per tutta la notte, pregavano, recitavano il rosario e intonavano canti popolari. Il talamo sorse proprio in questo contesto, per desiderio dei fedeli di riprodurre l’immagine pittorica oggetto della loro venerazione. L’iniziativa fu presa dalla Confraternita di Nostra Signora del Rifugio, la quale gestiva il santuario fin dalla sua fondazione. Così, fanciulli e fanciulle, immobili in pose prestabilite, rievocavano sul sagrato della chiesta l’apparizione di Maria, come era raffigurata dall’effige. La cosa acquistò sempre più interesse, da venire riproposta ogni anno sempre il martedì in Albis, giorno che diventò, per il paese, “il martedì dei Talami”.

L'evoluzione dei talami[modifica | modifica wikitesto]

Un talamo negli anni '50

L’entusiasmo per la sacra rappresentazione portò i fedeli alla diversificazione degli episodi da rappresentare: prima di passò ad episodi mariani, poi alla rappresentazione di vicende tratte dalla Bibbia e dal Vangelo. La sempre più maggiore affluenza di pubblico costrinse lo spettacolo a spostarsi all’aperto, nella piazzetta che si trovava davanti la chiesa. In seguito all’espansione del paese e alla nascita di nuovi quartieri, poiché un palco non era più sufficiente, l’evento si allontanò dalla chiesa del Rifugio e dalla sua confraternita.[7] L’organizzazione passò ai cittadini che allestirono un palco in ogni quartiere di Orsogna, per un totale di sei quadri. Non erano i talami ad andare dal pubblico, ma il pubblico ad andare da loro, come se fosse una mostra d’arte sacra. Nel Cinquecento vengono fatti due grandi cambiamenti: nasce il fondale del Talamo; e, poiché alcuni fedeli si lamentarono dell’allontanamento dalla devozione d’origine, si decise che ogni talamo avrebbe dovuto rievocare l’episodio dell’apparizione della Madonna. Così venne collegata, sul lato superiore della tavola che fungeva da fondale scenico, una raggiera al centro della quale veniva posizionata una bambina, che impersonava la Madonna, e ai suoi piedi, a destra e a sinistra, due bambini che rappresentavano gli angeli in festa. Nello stesso periodo, i Talami iniziano a diventare mobili. Venivano issati a spalla da alcuni uomini e condotti, dai quartieri di provenienza, al santuario. Poiché vi era un solo palco mobile, dopo che era stato portato in sfilata fino alla chiesa, esso veniva smontato e portato nel quartiere successivo, dove veniva allestito nuovamente.[8] Per facilitarne il trasporto vennero applicati degli appoggi in legno per le spalle. Nacque, così, un nuovo simbolismo: il fondale con Maria e gli angeli costituiva l’empireo; il piano scenico rappresentava il paradiso terrestre; e il gruppo di uomini che sorreggeva il quadro simboleggiavano le anime del purgatorio. Con questa struttura scenico-architettonica, la Sacra Rappresentazione è giunta fino ai giorni nostri senza subire grandi modifiche. Fino al 1959, anno in cui vennero apportate due importanti novità: gli angioletti ai lati non compaiono più, e iniziano ad essere impiegati i trattori per il trasporto. Dallo stesso anno, inoltre, viene aggiunta la sfilata finale. I quadri, giunti uno alla volta dai rispettivi quartieri in Piazza Mazzini, vengono riuniti e diretti in prossimità della Pineta, da dove, poi, sfilano fino a raggiungere via Trento e Trieste, fermandosi nuovamente in piazza dove un lettore illustra e commenta le rappresentazioni. La festa continuava nel pomeriggio con la processione della statua della Madonna del Rifugio e alla sera con concerti in piazza e fuochi pirotecnici.[9] Oggi questa sfilata è stata ridotta. Il martedì di Pasqua i talami giungono nella piazza cittadina uno alla volta, e si dispongono in fila lasciando al pubblico la possibilità di ammirarli da vicino e anche agli attori di muoversi e di rilassarsi un po’. Una volta che ci sono tutti, vengono ridisposti in fila per la sfilata finale, facendo una piccola sosta davanti al comune dove viene commentata la rappresentazione di ogni singolo quadro. Nell’edizione notturna del 15 agosto, vengono fatti sfilare uno dietro l’altro partendo dall’inizio del viale Raffaele Paolucci, vengono, poi, illustrati uno ad uno al pubblico con la solita sosta nella piazza cittadina, per poi proseguire per via Trento e Trieste. Come detto in precedenza, i talami originariamente erano sei, uno per ogni quartiere di Orsogna. A partire dalla fine del secolo scorso si è aggiunto un settimo talamo, il quale viene portato a spalla da dei membri dell’associazione alpini del paese in ricordo dell’antica tradizione. Questo parte dal piazzale Belvedere, luogo in cui sorgeva la chiesa della Madonna del Rifugio.[10] Attualmente la festività dei talami è organizzata e gestita dall’Associazione Talami in collaborazione con il comune e altri enti del paese.

Manifestazioni collaterali ai Talami[modifica | modifica wikitesto]

Correlate alla sfilata dei Talami erano presenti altre manifestazioni: il coro delle ragazze, la rappresentazione a soggetto dei contadini, le canefore [11], il carro allegorico.

Il coro. Formato da bambine e ragazze seguivano il talamo cantando inni alla Vergine accompagnate dalla banda. In origine, oltre alle lodi e agli inni di devozione, venivano cantati anche canzoni didascaliche che mostravano i soggetti rappresentati in ogni quadro. Oggi il coro non è più presente e i talami sono “scortati” in piazza dalla banda.

Il carro. Si tratta di un carro allegorico che seguiva l’ultimo talamo, attualmente precede il talamo a spalle. «È un carro agricolo, addobbato vistosamente con rami di alloro e mortella, da cui pendono ciambelle, salumi, forme di formaggio e, a grappoli, agrumi».[12] I due buoi che lo trainano sono anche loro addobbati con fiocchi e nastri. Lo precede un corteo di ragazzi e ragazze, oggi vestiti con gli abiti tradizionali, che lanciano alla folla spighe di grano. Nell’accompagnamento alcune ragazze portavano ceste con pane, frutta e dolci e anfore con olio e vino come doni da offrire a Maria. Stando a ciò che riporta lo storico orsognese Silverii, la figura delle Canefore era scomparsa per un periodo di tempo, poiché egli la definisce in disuso nel suo testo riguardante le tradizioni orsognesi, scritto negli anni Ottanta del secolo scorso. Queste figure sono tornate a far parte del corteo da un paio d’anni. Scomparsa totalmente è la rappresentazione popolaresca a soggetto che i contadini eseguivano per improvvisazione. Era una finzione teatrale che riproduceva con il linguaggio mimico-gestuale il lavoro nei campi.

Tradizioni legate alla festa dei Talami[modifica | modifica wikitesto]

Le principali tradizioni legate alla festa popolare dei Talami sono tre:

  • Il lunedì in Albis, “la feste di lu mezze”[13] per gli orsognesi, cioè il giorno che è tra la Pasqua e la festa della Madonna. In questa giornata sono previste scampagnate in campagna, durante le quali si consuma il pranzo al sacco e si mangiano dolci tipici come “lu fiarone” o “fiadone”.
  • Il giorno della festa della Madonna era considerato una cerimonia di iniziazione dei ragazzi maggiorenni alla società degli adulti. «Mentre le ragazze lanciavano sorrisi e vezzi ai ragazzi, questi impettiti e tronfi nei vestiti di festa e con paglietta e bastoncino, fumavano la loro prima sigaretta, affermando e dimostrando in tal modo a parenti e amici di essere usciti dall’età adolescenziale».[14] così ci racconta Silverii. Di questa usanza, oggi dimenticata, resta il detto “Li fumature di la faste di la Madonna”[15], con cui si indicano e si prendono in giro bonariamente tutti i ragazzini che si danno arie da “uomini maturi” prima del tempo.
  • Piatto tipico del pranzo della festa dei Talami è “gli gnuccune aristufate”[16]: rigatoni conditi con sugo di ragù e formaggio pecorino o parmigiano, lasciati per diversi minuti in una grossa scodella ben coperta, chiamata “la vazzije”.

I Talami in Italia e in Europa[modifica | modifica wikitesto]

I talami affondano le proprie origini nel dramma sacro, una forma teatrale medioevale presente sia in Italia che in Europa. I quadri biblici orsognesi non sono gli unici esempi tutt’ora esistenti.

I Misteri di Campobasso[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Campobasso.

Parenti delle rappresentazioni orsognesi, sono I Misteri di Campobasso nella vicina regione del Molise. Anche questi nascono partendo dalle rappresentazioni del Medioevo e si sono evoluti nel tempo fino ad arrivare ai giorni nostri. I misteri, a cui possiamo assistere ogni anno nella domenica del Corpus Domini nel capoluogo molisano, sono quelli realizzati negli anni Quaranta del Settecento dall’artista Paolo Saverio di Zinno per commissione delle Confraternite di Sant’Antonio Abate, Santa Maria della Croce e della Santissima Trinità. Zinno realizzò una struttura in ferro e acciaio che inserì su una barella di legno. La struttura si ramificava in verticale, alle estremità c’erano delle imbracature alle quali venivano posizionati dei bambini. I fanciulli rappresentano angeli, diavoli, santi e madonne e sembrano sospesi nel vuoto poiché il supporto è nascosto dai costumi; la struttura diventa parte integrante degli elementi decorativi del mistero. Alla base ci sono altri personaggi interpretati, a seconda della necessità, da adulti e bambini. I misteri vengono portati a spalla in processione per le vie della città, i portatori hanno un passo cadenzato che permette alla struttura di ferro di oscillare creando la sensazione illusoria che gli angeli e i demoni volino. In origine i misteri ideati da Zinno erano ventiquattro, ma tra questi sei non passarono il collaudo e sei andarono distrutti nel terremoto del 1805. Da allora sfilano i dodici restanti. Fino al 1959, quando ne venne realizzato un tredicesimo su un precedente disegno di Zinno.[17] I temi rappresentati nei Misteri di Campobasso sono fissi, a differenza di quelli rappresentati nella festività abruzzese che cambiano ogni anno.

York Mystery Plays[modifica | modifica wikitesto]

Il Talamo a spalla portato dagli alpini nei giardini della cattedrale di York

Un esempio europeo di talami, è quello dei Mystery Plays di York in Inghilterra. Anche qui si tratta di dodici carri rappresentanti scene bibliche, che spaziano dalla creazione al Giudizio Universale, che in età medievale venivano fatti sfilare per le vie della città. Essi vennero rimossi, a causa della riforma protestante, nel 1569, anno in cui venne registrata l’ultima rappresentazione di epoca medievale. Riapparvero nei primi anni del Novecento come parte dello spettacolo storico di York. Vennero apportate alcune modifiche alla forma originaria, le produzioni divennero statiche e si svolgevano in luoghi fissi come i giardini del museo, nel teatro reale di York e nella cattedrale. Nel luglio del 2014 l’Associazione Talami di Orsogna è stata ospite della città di York in occasione della manifestazione inglese. I quadri abruzzesi sono stati esposti nel giardino della cattedrale.[18]

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Talami di Orsogna - Patrimonio d'Italia per la tradizione, su talamiorsogna.it. URL consultato il 19 giugno 2019.
  2. ^ La storia dei talami, su talamiorsogna.it. URL consultato il 19 giugno 2019.
  3. ^ Pinio Silveri, Orsogna...in costume (Talami - Coro - Banda - Usanze), Orsogna, edizioni "La figlia di Jorio, 1981, p. 9.
  4. ^ Pio Costantini, Rivista Abruzzese. Rassegna trimestrale di cultura. Anno VI., Chieti, 1953.
  5. ^ Plinio Silveri, Orsogna...in costume (Talami - Coro - Banda - Usanze), Orsogna, edizioni "La figlia di Jorio, 1981, p. 10.
  6. ^ La chiesa del rifugio com'era?, su talamiorsogna.it. URL consultato il 14 giugno 2019.
  7. ^ La storia dei Talami, su talamiorsogna.it. URL consultato il 19 giugno 2019.
  8. ^ La storia dei talami, su talamiorsogna.it. URL consultato il 19 giugno 2019.
  9. ^ Plinio Silveri, Orsogna...in costume (Talami - Coro - Banda - Usanze), Orsogna, edizioni "La figlia di Jorio, 1981, p. 15.
  10. ^ I talami oggi, su talamiorsogna.it. URL consultato il 14 giugno 2019.
  11. ^ termine preso dall'età classica, indiacavano le portatrici di libagioni agli Dei
  12. ^ Plinio Silveri, Orsogna...in costume (Talami - Coro - Banda - Usanze), Orsogna, edizioni "La figlia di Jorio, 1981, p. 16.
  13. ^ La festa di mezzo
  14. ^ Plinio Silveri, Orsogna...in costume (Talami - Coro - Banda - Usanze), Orsogna, edizioni "La figlia di Jorio, 1981, p. 18.
  15. ^ I fumatori della festa della Madonna
  16. ^ Gnocchi stufati
  17. ^ I misteri di Zinno, su centrostoricocb.it. URL consultato il 14 giugno 2019.
  18. ^ Emiliana dell'Arciprete, 17-22 luglio, su paesaggidabruzzo.com. URL consultato il 14 giugno 2019.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Plinio Silveri, Orsogna...in costume (Talami - Coro - Banda - Usanze), Orsogna, edizioni "La figlia di Jorio, 1981.
  • "Il teatro di Plinio", Orsogna nella Memoria, tipografia "Atr Nouveau", 2006.
  • Pio Costantini, Rivista Abruzzese. Rassegna trimestrale di cultura. Anno VI., Chieti, 1953.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]