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Viaggio illustrato nei tre Abruzzi
Titolo originaleIllustrated Excursions in Italy
Frontespizio ed. 1846
AutoreEdward Lear
1ª ed. originale1846
1ª ed. italiana1974
GenereLetteratura inglese
SottogenereLetteratura di viaggio
Lingua originaleinglese

Viaggio illustrato nei tre Abruzzi è un’opera letteraria scritta dal pittore, illustratore e scrittore Edward Lear e pubblicata a Londra nel 1846. Lo scritto, appartenente al genere della letteratura di viaggio, offre un dettagliato resoconto degli itinerari intrapresi dallo stesso autore insieme all'amico Charles Knight tra il 1843 e il 1844 alla scoperta di quelle aree della penisola italiana meno interessate dal fenomeno del Grand Tour. Nel rispetto della tradizione settecentesca e ottocentesca del travelogue, ovvero del resoconto di viaggio, Lear riporta, accanto alla cronaca delle vicende vissute, numerose informazioni storiche ed artistiche sui luoghi visitati. Il testo è, inoltre, corredato da trenta tavole litografiche, quaranta disegni inseriti nel corpo del testo realizzati dall’autore stesso e da un'appendice contenente quattro arrangiamenti di canti ascoltati e annotati da Lear nel corso delle sue peregrinazioni.

Storia editoriale

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Tornato in Inghilterra nel maggio 1845[1], dopo un lavoro di revisione degli appunti di viaggio e dopo la riscrittura del testo e la consultazione delle fonti, l'anno successivo dà alle stampe la prima edizione dell'opera a Londra presso l'editore Thomas McLean.


Lear viaggiò nei Tre Abruzzi tra il 1843 e il 1844, compiendo tre differenti itinerari. Partito a cavallo il 26 luglio 1843 da Frascati e attraversata la campagna romana, Lear e Knight, ripercorrendo il percorso dell'antica Tiburtina Valeria giungono a Subiaco, là dove si fermano per pernottare. Il giorno successivo, attraversando il confine dello Stato pontificio, fanno ingresso nell'Abruzzo Ulteriore Secondo fino a giungere a Tagliacozzo, a cui dedica una lunga digressione storica e di cui realizza due spettacolari illustrazioni. Lo scenario che si apre davanti ai viaggiatori sulla Marsica è, infatti, definito sublime ed è descritto liricamente dall'autore che ne apprezza la «indescribable quiet» e il «feeling of distance from the busy world».[2] Il secondo giorno si conclude con l'arrivo ad Avezzano in cui i due viaggiatori pernottano in casa Corradini. [2] Il 28 luglio è dedicato alla visita del lago del Fucino e dei suoi dintorni, soggetto molto amato nella pittura di paesaggio e già reso noto alla fine del Settecento dai dipinti, tra gli altri, dell'artista tedesco Jakob Philipp Hackert e dal francese Jean-Joseph-Xavier Bidauld [3] e di cui lo stesso Lear realizza una illustrazione. L'escursione prosegue il giorno seguente, il 29 luglio, toccando la città di Celano e, proseguendo nella regione dei Peligni, termina a sera nell'abitato di Popoli. Il giorno successivo, lasciati i cavalli a riposo, i due viaggiatori raggiungono a piedi il sito archeologico di Corfinium, anticamente capitale dei Peligni. Il 31 luglio Lear fa ingresso nella provincia dell'Abruzzo Citeriore per raggiungere Chieti e pernottare nella Locanda Aquila d'Oro[2]. Il primo agosto Lear e Knight riprendono il viaggio verso l'Adriatico, in cui fanno un bagno nei pressi di Pescara per poi dirigersi verso la rocca di Città di Penna, in cui, tuttavia, vengono fermati da guardie poiché le loro "carte di passo" sono dichiarate irregolari. Il viaggio può riprendere solo il 3 agosto, in cui giunge da Chieti il lasciapassare che consente loro di lasciare Città di Penna per dirigersi a nord verso L'aquila. Dopo aver apprezzato gli scorci sulle solenni creste del Velino e sulle montagne marsicane, la notte trascorre nel piccolo paese di Villa Santa Lucia presso l'abitazione di Don Domenico di Nunzio.[2]

Il 4 agosto Lear e l'amico fanno ingresso all'Aquila in cui restano fino al giorno seguente, per poi ripartire a tarda sera alla volta di Antrodoco.

L’opera rappresenta una rielaborazione delle annotazioni di viaggio di Lear in Italia tra il 1843 e il 1844, anni in cui l’artista intraprende diversi viaggi alla scoperta delle provincie settentrionali del Regno di Napoli. La cronaca di viaggio è impreziosita da notizie di carattere storico-artistico che l’autore trae da diverse fonti, riportate in ordine alfabetico all’inizio dell’opera e segnalate in nota all’interno del testo.[4] Lear fa ricorso, nel suo lavoro documentario, a numerosi testi di illustri storici e archeologi locali, tra i quali spiccano tra gli altri quelli di Anton Ludovico Antinori, Bernardino Cirillo, Pietro Antonio Corsignani e Lorenzo Giustiniani. Dal punto di vista letterario, i principali modelli sono rappresentati da A Classical Tour through Italy and Sicily (1819) di Richard Colt Hoare e, in particolar modo, le Excursions in the Abruzzi and Northern Provinces of Naples (1838) di Keppel Richard Craven. Lear, infatti, intende porsi in chiara continuità con tali predecessori illustri, rappresentando questi una testimonianza originale e inusuale all’interno del panorama ottocentesco della letteratura di viaggio inglese. Come esplicitato dall’autore nella prefazione dell’opera, l’intento è quello di fornire una descrizione di quella parte dell’Italia centrale «as romantic as it is unfrequented»[4] trascurata fino ad allora dai viaggiatori europei. Il territorio dei tre Abruzzi, diviso amministrativamente in Abruzzo Citeriore, Abruzzo Ulteriore Primo e Abruzzo Ulteriore Secondo, è rappresentato fino all'Ottocento come un luogo impervio ed estremamente pericoloso per i turisti giunti in Italia. Le caratteristiche fisiche del territorio, il brigantaggio e l'assenza di sicure e comode vie di comunicazione escludono, pertanto, questa regione dagli itinerari più battuti dalla ingente mole di artisti e intellettuali che, soprattutto tra Settecento e Ottocento, scelgono la penisola italiana come luogo di formazione culturale e artistica.[5] L’opera di Lear, pertanto, rappresenta un tentativo rinnovamento rispetto agli itinerari classici del Gran Tour e della letteratura di viaggio, mostrando la volontà di offrire nuovi contenuti e nuove modalità espressive al genere del travelogue. Rispetto al mercato straordinariamente prolifico delle guide di viaggio, tra le più note ricordiamo gli Handbooks for Travellers di John Murray e le guide di Karl Baedeker, il testo di Lear offre un resoconto originale dei suoi itinerari filtrato dalla sensibilità artistica dell'autore. Il viaggio pittoresco degli Abruzzi di Lear restituisce un'immagine fortemente connotata dei luoghi percorsi, le cui qualità fisiche ed estetiche sono rielaborate più e più volte attraverso sia la rilettura dei diari e la stesura dei Viaggi, sia la instancabile realizzazione di disegni e acquerelli. Impreziosito da notizie storiche e artistiche, il volume, dunque, più che voler offrire un pratico supporto al viaggiatore si presenta come un «oggetto prezioso riservato a collezionisti e appassionati che desiderassero avere un approfondimento critico di taglio prettamente biografico su quella parte di mondo». [6]

Lista delle litografie[2]

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  • Plate 1: Tagliacozzo (from above)
  • Plate 2: Tagliacozzo (from below)
  • Plate 3: Avezzano
  • Plate 4: Lago di Fucino
  • Plate 5: Santa Maria di Luco
  • Plate 6: Trasacco
  • Plate 7: Celano
  • Plate 8: Celano
  • Plate 9: Solmona
  • Plate 10: Solmona
  • Plate 11: San Pelino
  • Plate 12: Città di Penna
  • Plate 13: Aquila
  • Plate 14: Antrodoco
  • Plate 15: Rieti
  • Plate 16: Magliano
  • Plate 17: Albe
  • Plate 18: Albe
  • Plate 19: Civita d'Antino
  • Plate 20: Civita d'Antino
  • Plate 21: Pescina
  • Plate 22: Lago di Scanno
  • Plate 23: Scanno
  • Plate 24: Pass of Anversa
  • Plate 25: Castel di Sangro
  • Plate 26: Pizzo Ferrato
  • Plate 27: Abadessa
  • Plate 28: Isola
  • Plate 29: Lionessa
  • Plate 30: Amatrice
  1. ^ Susan Chitty, That Singular Person Called Lear, 1988, p. 74.
  2. ^ a b c d e E. Lear, List of Plates, in Illustated Excursions in Italy, 1846.
  3. ^ Piccola Biblioteca Marsicana: Dipinti, incisioni e disegni, su piccolabibliotecamarsicana.it.
  4. ^ a b E. Lear, Preface, in Illustrated Excursions in Italy, 1846.
  5. ^ L. Russi, Viaggiatori europei nell'Abruzzo dell'Ottocento, in Atti del 3° Convegno: Viaggiatori europei negli Abruzzi e Molise, 1975, pp. 69-73.
  6. ^ L. Pezzuto, Sulle tracce di alcuni forestieri all'Aquila nell'Ottocento: Richard Keppel Craven, Edward Lear, Heinrich Wilhelm Schultz, Franz Hill, in OPUS, n. 5/2021, p. 53.