Utente:Francesco Spandonaro/Sandbox

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Principali crittovalute[modifica | modifica wikitesto][modifica | modifica wikitesto]

Esistono al mondo oltre 2.000 criptovalute con un valore complessivo di circa 230 miliardi di euro nel maggio del 2019 (meno del 20% delle banconote e delle monete in circolazione nella sola area dell'euro).[1]

  • Bitcoin (BTC o XBT), nata a gennaio 2009 da un informatico del quale è noto solo lo pseudonimo: Satoshi Nakamoto. Basata sul protocollo proof-of-work, è la prima criptomoneta per valore, la prima ad essere conosciuta in massa, e ad essere riconosciuta come forma di pagamento da diversi siti Internet, nonché commercianti. I Bitcoin sono, quindi, uno dei primi esempi di criptovaluta e anche a causa della grave crisi finanziaria del 2008, hanno avuto sempre maggior credito, presentandosi nel mondo dei mercati come il nuovo modo di dare ed avere garanzie nelle transazioni finanziare. Il numero dei bitcoin è limitato a 21 milioni di unità ed è destinato ad essere raggiunto circa nell'anno 2140. La crescita della moneta segue un andamento prevedibile e non alterabile, non soffrendo quindi del meccanismo di controllo del valore effettuato tramite politiche monetarie.[2]
  • Ethereum (ETH), una piattaforma decentralizzata del Web 3.0 per la creazione e pubblicazione peer-to-peer di contratti intelligenti, o smart contracts, creati in un determinato linguaggio di programmazione. Ethereum è diverso da Bitcoin in quanto consente anche di creare contratti intelligenti, i c.d. smart contracts, che possono essere definiti come "denaro digitale altamente programmabile"[3].
  • Ripple somigliano molto ai Bitcoin: sono monete digitali hanno come simbolo Xrp e sono protetti da misure di sicurezza tali da evitare la duplicazione e la falsificazione attraverso funzioni di hash crittografico e meccanismi di convalida che tracciano la storia di ogni singolo conio digitale in modo da impedire frodi.Per ogni transazione è prevista una microscopica fee:lo scopo è di ridurre i rischi di operazioni speculative. Ripple punta a costruire inoltre una piattaforma peer to peer destinata ai pagamenti.Consente di inviare a ricevere euro, dollari,yen oltre a Ripple e Bit-coin.[4]
  • Bitcoin Cash (BCH), frutto del fork sulla rete Bitcoin eseguito il 01 agosto 2017, che prevedeva l'aumento della dimensione dei blocchi da 1 a 8 MB, rendendolo incompatibile con la blockchain del Bitcoin[5].
  • Litecoin (LTC), che rispetto al Bitcoin elabora un blocco ogni 2.5 minuti (contro i 10 minuti del Bitcoin) e produce scrypt nell'esecuzione del proof-of-work.
  • Monero (XMR), criptovaluta che punta alla privacy degli utenti, non avendo una blockchain pubblica.
  • Waves (WAVES), criptovaluta fulcro di un progetto che prevede un exchange monetario (sia di moneta FIAT che criptovalute) decentralizzato, ovvero basato sulla rete p2p. Dà ai suoi utenti la possibilità di creare token monetari senza alcuna nozione di programmazione e nel futuro è prevista l'introduzione degli smart contracts. Attualmente, tramite il protocollo Waves-NG, è la blockchain decentralizzata più veloce, potendo gestire 1000 transazioni al secondo contro le 7 al secondo del Bitcoin.
  • IOTA (IOTA), un token crittografico di nuova generazione, creato per essere lightweight e venire utilizzato nei pagamenti automatici che i dispositivi intelligenti effettueranno nell'Internet delle cose. IOTA è programmato in ternario e ha un tangle al posto di una blockchain, il che lo rende infinitamente scalabile e rimuove la necessità di avere costi di transazione.
  • Neo, garantisce rendite passive a tutti i suoi possessori tramite la distribuzione gratuita di Token Gas. Inoltre Neo non presenta alcun costo di transazione. Attualmente (Maggio 2018) neo è nella top 10 delle criptovalute per capitalizzazione di mercato.
  • Cardano
  • Stellar
  • Tezos
  • EOS- criptovaluta di tipo ethereum del progetto eos.io di applicazioni decentrate
  • Zcash
  • Dash (criptovaluta)
  • The DAO


Approfondimenti economici[modifica | modifica wikitesto][modifica | modifica wikitesto]

Le Criptovalute vengono principalmente utilizzate su internet attraverso circuiti esterni al sistema bancario, ponendosi come alternativa ai tradizionali sistemi di pagamento e di riserva di valore. Pur essendo questi sistemi di scambio ancora nelle fasi iniziali di sviluppo, secondo CoinGecko la capitalizzazione di mercato delle Criptovalute ha superato i 180 miliardi di dollari alla fine del 2019

Controversie[modifica | modifica wikitesto][modifica | modifica wikitesto]

Bolla Speculativa[modifica | modifica wikitesto][modifica | modifica wikitesto]

La diffusione delle criptovalute ha esposto alcuni problemi economici: uno di questi è la possibilità di descrivere queste monete con il termine bolla speculativa.

Una possibile definizione di bolla speculativa è stata data dal Premio Nobel Robert Shiller:

“La bolla speculativa è una situazione in cui la notizia di un incremento di prezzo stimola l’entusiasmo di un pubblico sempre più ampio di investitori che, pur nutrendo dubbi sul valore reale dell’investimento, si lanciano ugualmente, in parte per invidia del successo di altri e in parte per il brivido dell’azzardo”.

Questo significa che il grande aumento del valore di alcune di queste monete, in primis BitCoin, si fonderebbe non su caratteristiche economiche vere e proprie, e potrebbe portare forti disagi nel futuro per chi ha investito.[6]

Rischi e possibili provvedimenti futuri[modifica | modifica wikitesto]

Bitcoin comporta molti rischi, tra i quali: assenza di forme di tutela o garanzie delle somme depositate, rischi di perdità della valuta a causa di malfunzionamenti, attacchi informatici, smarrimenti della chiave d'accesso al sistema e per finire accettazione su base volontaria; volatilità elevata.

Nei confronti delle cripto-attività sono in astratto possibili quattro modelli regolamentari: ignorare il fenomeno; applicare le stesse regole che valgono per servizi finanziari simili; inventare nuove norme; vietarle.

Sia Bitcoin sia altre cripto-attività possono essere usate per attività illegali: per contrastarle, molti paesi avanzati hanno introdotto misure ad hoc. La scelta di vietare le cripto-attività cozza con i principi di società che si definiscono liberali. Le autorità di supervisione hanno messo in guardia sui rischi che si corrono: ogni cittadino dovrebbe impiegare in Bitcoin solo somme che può permettersi di perdere.[7]

Opportunamente, l'autorità finanziaria elvetica, la FINMA, ha stabilito il principio per cui le criptovalute che pretendono di incorporare diritti dei detentori e doveri dell'emittente dovrebbero essere regolate di conseguenza. Tuttavia gran parte delle criptovalute non generano alcuna obbligazione a carico dell'emittente, ossia non lo impegnano in alcun modo. Chi le emette sul mercato potrebbe anche "scappare con la cassa". Chi le compra non fa un investimento, ma una speculazione (ed è bene che lo faccia soltanto con denaro che è disposto a perdere). Dietro a un investimento c'è sempre un'attività produttiva, mentre una speculazione è sorretta unicamente dall'aspettativa di guadagno.[3]Come per qualunque investimento, ogni reale successo dipende in ultima istanza dal prevalere dell'impresa produttiva sulla sterile speculazione. Ed è difficile immaginare che ciò avvenga senza un'adeguata regolamentazione che sappia arginare il gioco d'azzardo e incoraggiare lo spirito d'intrapresa (Fantacci, 2018c). Invece, l'idea diffusa fra molti fautori delle criptovalute è che la competizione fra una molteplicità di monete digitali si incaricherà di far emergere quelle maggiormente capaci di assicurare ai loro utenti un potere d'acquisto ragionevolmente costante. La stabilità è vista come esito auspicato e possibile della concorrenza monetaria, secondo la tesi propugnata da Von Hayek, in particolare nel saggio sulla Denazionalizzazione della moneta.[8]Tuttavia, vi sono almeno due buoni motivi per ritenere che la competizione fra criptovalute non porti affatto alla loro stabilizzazione.

Innanzi tutto, la domanda di monete virtuali, e in particolare di bitcoin, non è dettata principalmente dal suo uso come mezzo di scambio: e, nella misura in cui a prevalere sia la domanda speculativa delle criptovalute in vista di guadagni in conto capitale, la preferenza degli utenti cadrà su quelle che sono rese disponibili in quantità più limitata e che quindi promettono di apprezzarsi di più. In quanto attività finanziare, le monete digitali saranno preda delle dinamiche tutt'altro che stabilizzatrici che contraddistinguono i mercati finanziari, dominati dalle forze centripete delle aspettative che si autorealizzano, esasperando le fluttuazioni tanto in salita quanto in discesa.

Il secondo motivo per cui non c'è da aspettarsi che la competizione porti alla stabilizzazione è legato a un'importante difformità delle criptovalute rispetto alle monete immaginate da Von Hayek. Queste ultime, infatti, erano sì private, ma attivamente gestite in vista di una loro stabilizzazione: in presenza di oscillazioni del loro valore, i gestori privati avevano non solo la possibilità ma l'incentivo ad attuare misure controcicliche per cercare di stabilizzarne il potere d'acquisto, Viceversa, le monete digitali basate sulla tecnologia blockchain hanno perlopiù una quantità esogena predefinita, che non può essere adeguata alle variazioni della domanda in maniera da contrastare le fluttuazioni dii valore (Fantacci, 2018b).

[9]

  1. ^ ossia non lo impegnano in alcun modo. Chi le mette sul mercato potrebbe anche "scappare con la cassa". Chi le compra non fa un investimento, ma una speculazione (ed è quindi bene che lo faccia soltanto con denaro che è disposto a perdere). Dietro a un investimento c'è sempre un'attività produttiva, mentre una speculazione è sorretta uinicamente dall'aspettativa di g,
    De Bonis, Riccardo,, Moneta : dai buoi di Omero ai Bitcoin, ISBN 978-88-15-28319-1, OCLC 1123186655. URL consultato il 20 febbraio 2020.
  2. ^ Razzante, Ranieri., Bitcoin e criptovalute : profili fiscali, giuridici e finanziari, Maggioli, 2018, ISBN 978-88-916-2948-7, OCLC 1057762670. URL consultato il 20 febbraio 2020.
  3. ^ a b Ranieri Razzante, Bitcoin e criptovalute, ISBN 978-88-916-2948-7.
  4. ^ Razzante, Ranieri., Bitcoin e criptovalute : profili fiscali, giuridici e finanziari, Maggioli, 2018, ISBN 978-88-916-2948-7, OCLC 1057762670. URL consultato il 20 febbraio 2020.
  5. ^ Razzante, Ranieri., Bitcoin e criptovalute : profili fiscali, giuridici e finanziari, Maggioli, 2018, ISBN 978-88-916-2948-7, OCLC 1057762670. URL consultato il 20 febbraio 2020.
  6. ^ (EN) The 'Crypto Bubble' Is About More Than Market Mania, su CoinDesk, 21 marzo 2018. URL consultato il 20 febbraio 2020.
  7. ^ De Bonis, Riccardo,, Moneta : dai buoi di Omero ai Bitcoin, ISBN 978-88-15-28319-1, OCLC 1123186655. URL consultato il 20 febbraio 2020.
  8. ^ Hayek, Friedrich August von., La denazionalizzazione della moneta : analisi teorica e pratica della competizione fra valute, Etas libri, 2001, ISBN 88-453-1097-3, OCLC 801151816. URL consultato il 20 febbraio 2020.
  9. ^ Amato, Massimo., Per un pugno di bitcoin: Rischi e opportunità delle monete virtuali., ISBN 978-88-238-1666-4, OCLC 1104836218. URL consultato il 20 febbraio 2020.