Utente:Daniele Caocci/Sherlock Holmes and his Times

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Sherlock Holmes and his Times
Titolo originaleSherlock Holmes and his Times
AutoreT. S. Eliot
1ª ed. originale1929
GenereSaggio critico
Lingua originaleinglese
(EN)

«But every writer owes something to Holmes.[1]»

(IT)

«Ma ogni scrittore deve qualcosa a Sherlock Holmes.»


"Sherlock Holmes and his Times. A review of The Complete Sherlock Holmes Short Stories, by Sir Arthur Conan Doyle"[2] è un saggio pubblicato sul giornale letterario inglese The Ctiterion creato nell’aprile del 1929 da Thomas Stearns Eliot nel quale egli recensisce The complete Sherlock Holmes Short Stories di Sir Arthur Conan Doyle.

T. S. Eliot e Sherlock Holmes

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Tra gli autori del romanzo poliziesco, Eliot si appassionò particolarmente ad Arthur Conan Doyle, o più specificatamente a Sherlock Holmes.

T. S. Eliot, fotografato una domenica pomeriggio nel 1923 da Lady Ottoline Morrell

Eliot elogia la capacità drammatica di Doyle nel costruire le sue storie, affermando che la parte più interessante nei racconti di Sherlock Holmes sono proprio i rapporti tra i personaggi.[2]

I riferimenti a Holmes abbondano nei lavori di Eliot, un esempio si ha ne Il libro dei gatti tuttofare dove il gatto Macavity è una chiara allusione a Moriarty.

Inizialmente Eliot sottolinea come le storie di Sherlock Holmes abbiano modo di farci immergere nei piacevoli esterni della Londra del XIX secolo, anche chi non dovesse averli vissuti. Eliot descrive le storie di Sherlock Holmes come romantiche, nostalgiche e mai stupide.

Nella sua recensione, il poeta americano considera due "lavori standard" con cui giudicare: La pietra di Luna di Wilkie Collins, e Il mistero di Marie Roget di Edgar Allan Poe.

Il merito che Eliot attribuisce a Collins è quello di rafforzare l'interesse investigativo attraverso altri interessi, badando a non confonderli tra loro: per esempio suscitare le speranze del detective e quindi fornire solo soddisfazioni umane.

Per quanto riguarda Poe, Il mistero di Marie Roget viene considerato da Eliot la più pura delle storie investigative, perché non dipende da nessun interesse umano o interesse per i dettagli.

E’ molto importante per Eliot che il critico sia in grado di confrontare ciò di cui sta scrivendo con qualcos’altro, ma Eliot stesso non riesce a pensare a nulla con cui confrontare Sherlock Holmes, in quanto non può essere paragonato a personaggi come il sergente Cuff (il detective de La pietra di Luna) di Collins o il signor Dupin di Poe.

Sherlock Holmes è frutto di un’abilità drammatica applicata con grande astuzia e concentrazione e, malgrado il contenuto della storia possa essere scarso, la forma è quasi sempre perfetta. Il lettore è così ben preparato dalla preparazione drammatica che accetta la conclusione, anche quando, come in “La Lega dei Capelli Rossi”, è ovvia fin dall'inizio.

Eliot prende poi in considerazione altri due lavori: I tre segugi di Freeman Wills Crofts e Il caso Leavenworth di Anna Katharine Green. Il merito di Croft, secondo Eliot, è la sua profonda devozione per l'interesse investigativo. I suoi personaggi sono abbastanza reali da far funzionare la storia e, se fossero stati più reali o più divertenti, avrebbero potuto rovinare la storia.

Eliot ritiene che il lavoro della Green sia, oggi, più interessante come documento sul gusto sentimentale della New York degli anni ottanta e novanta, piuttosto che come romanzo poliziesco. Il caso Leavenworth risulta sbiadirsi col tempo: a differenza di Croft, che tratta il sentimentalismo come postulato, e a differenza di Collins, che sa come tenere separati gli interessi, la Green non mantiene il controllo sulla caratterizzazione sentimentale dei personaggi. Il sentimentalismo mette in luce i difetti tecnici della trama. A. K. Green influenza la scuola americana di narrativa poliziesca, in quanto distinta da quella inglese.

Eliot riconosce a Doyle la saggezza nel mantenere basso l’interesse sentimentale: è il sentimento superfluo che risale ad una storia poliziesca. Ad esempio in “L'avventura della seconda macchia” (The Second Stain), nonostante la “lettera indiscreta...di una ragazza amorevole”, una lettera, secondo Eliot, inutile in un romanzo poliziesco, Doyle mantiene il sentimento al suo posto.

Sherlock Holmes - disegno di Daniele Caocci (2020)

Quando parliamo di Holmes cadiamo nella fantasia della sua esistenza. L'abilità drammatica, applicata con grande astuzia e concentrazione, supera la capacità investigativa.

Seconco Eliot, rispetto agli altri personaggi della detective fiction Holmes non possiede una ricca umanità o una psicologia profonda e non può essere considerato neanche un ottimo investigatore. Holmes non ha la realtà [cioè?]di nessun altro grande personaggio di Dickens, Meredith o Hardy, eppure per il lettore è altrettanto reale.

Eliot conclude il saggio consigliando a tutti i lettori di detective fiction di leggere ugualmente Il caso Leavenworth.

  1. ^ Eliot T. S., (1929), A review of The Complete Sherlock Holmes Short Stories, by Sir Arthur Conan Doyle, in The Criterion: A Literary Review, 8 p. 605
  2. ^ a b Eliot T. S., (1929), A review of The Complete Sherlock Holmes Short Stories, by Sir Arthur Conan Doyle, in The Criterion: A Literary Review, 8


  • Doyle A. C., (1928), Sherlock Holmes - The Complete Short Stories, Musson Book Co.
  • Eliot T. S., (1929), A review of The Complete Sherlock Holmes Short Stories, by Sir Arthur Conan Doyle, in The Criterion: A Literary Review, 8, 552-56

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