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Leone di San Marco[modifica | modifica wikitesto]

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Jump to navigationJump to searchRappresentazione del Leone Alato.

Per Leone di San Marco o Leone Marciano o Leone Alato si intende la rappresentazione simbolica dell'evangelista san Marco, raffigurato in forma di leone alato. Altri elementi in varie combinazioni presenti sono: l'aureola sul capo e un libro tra le zampe.

Il Leone di San Marco è secolare simbolo della città di Venezia, della sua antica Repubblica e attuale simbolo del Comune e della Provincia di Venezia, nonché della Regione Veneto e di numerosi altri enti e amministrazioni civili, militari e politici.

Il Leone Marciano compare in tutte le città che sono state sotto il dominio della Repubblica Veneta (solitamente nelle piazze principali e nei palazzi storici). Lo si trova inoltre in bandiere, gonfaloni, stemmi, statue e monete. Compare inoltre nella bandiera navale sia mercantile sia militare della Repubblica Italiana.

La figura del Leone di San Marco è anche il simbolo del premio del Festival del cinema di Venezia, ovvero il Leone d'oro, delle Assicurazioni Generali, sulla maglia del Benetton Rugby di Treviso e del Venezia Football Club. È infine usato dallo United States Army Africa (USARAF), già Southern European Task Force (SETAF), di base a Vicenza.

La figura del Leone Alato è anche il simbolo e il logo che appare sulle maglie e sui vessilli del Latina Calcio (serie B), in onore di uno dei due Santi Patroni della Città di Latina (San Marco) e delle popolazioni, in maggioranza provenienti dalle terre venete, che si insediarono nell'Agro Pontino, contribuendo alla bonifica e redenzione delle Paludi Pontine negli anni '20/30.

Indice[modifica | modifica wikitesto]

Lettura dell'immagine[modifica | modifica wikitesto]

Significato[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: tetramorfo e vox clamantis in deserto.

Rilievo del Leone di San Marco a Venezia.

Leone di San Marco sulla basilica a Venezia.

La simbologia del Leone di San Marco deriva da un'antichissima tradizione delle Venezie, secondo la quale un angelo in forma di leone alato avrebbe rivolto al santo, naufrago nelle lagune, la frase: «Pax tibi Marce, evangelista meus. Hic requiescet corpus tuum»[1] (Pace a te, Marco, mio evangelista. Qui riposerà il tuo corpo) preannunciandogli che in quelle terre avrebbe trovato un giorno riposo e venerazione il suo corpo. Il libro, spesso erroneamente associato al Vangelo, ripropone proprio le parole di benvenuto del leone e, nella maggior parte delle rappresentazioni veneziane, si presenta aperto recando solitamente la scritta latina «PAX TIBI MARCE EVANGELISTA MEVS».

Bisogna ricordare anche che lo stesso san Marco, rappresentato in forma di leone, è tipico dell'iconografia cristiana derivante dalle visioni profetiche contenute nel versetto dell'Apocalisse di san Giovanni 4, 7. Il leone è infatti uno dei quattro esseri viventi descritti nel libro come posti attorno al trono dell'Onnipotente e intenti a cantarne le lodi, poi scelti come simboli dei quattro evangelisti. In precedenza questi "esseri" erano stati descritti dal profeta Ezechiele nel suo libro contenuto nella Bibbia ebraica. Il leone è associato a Marco in funzione delle parole con le quali comincia il suo Vangelo in riferimento a san Giovanni Battista:

«Inizio del vangelo di Gesù Cristo, Figlio di Dio. Come è scritto nel profeta Isaia: «ecco, io mando il mio messaggero davanti a te, egli ti preparerà la strada. Voce di uno che grida nel deserto: preparate la strada del Signore, raddrizzate i suoi sentieri».»
(Vangelo secondo Marco 1,1-3)

Il Battista vestiva nell'immaginario cristiano una pelle di leone (nonostante il Vangelo secondo Marco riporti che vestisse peli di cammello) e la frase evangelica della voce che grida nel deserto richiamava l'idea di un ruggito nel deserto.

Il leone simboleggia anche la forza della parola dell'Evangelista, le ali l'elevazione spirituale, mentre l'aureola è il tradizionale simbolo cristiano della santità.

Tuttavia il simbolo leonino esprimeva anche il significato araldico di maestà e potenza (tratto quest'ultimo sottolineato soprattutto dalla coda felina alzata), mentre il libro ben esprimeva i concetti di sapienza e di pace e l'aureola conferiva un'immagine di pietà religiosa. La spada, oltre al significato di forza, è invece anche simbolo di giustizia e difatti è ricorrente nelle rappresentazioni, antropomorfe e no, della Giustizia.

Erano dunque simbolicamente presenti tutti i caratteri con cui Venezia ama pensare e descrivere sé stessa: maestà, potenza, saggezza, giustizia, pace, forza militare e pietà religiosa.

Numerose le interpretazioni simboliche possibili riguardo alla combinazione tra spada e libro:

  • il solo libro aperto è ritenuto simbolo della sovranità dello Stato (numerose le raffigurazioni dei dogi inginocchiati davanti a tale rappresentazione);
  • il solo libro chiuso è invece ritenuto simbolo della sovranità delegata e quindi delle pubbliche magistrature;
  • il libro aperto (e la spada a terra non visibile) è ritenuto popolarmente simbolo della condizione di pace per la Serenissima, ma ciò non è suffragato da alcuna fonte storica;
  • il libro chiuso e la spada impugnata è invece popolarmente, ma erroneamente[2], ritenuto simbolo della condizione di guerra[3];
  • il libro aperto e la spada impugnata sarebbe infine simbolo della pubblica giustizia.

Tuttavia tali interpretazioni non sono universalmente accettate in quanto la Serenissima non codificò mai i propri simboli rappresentati in modo assai vario. Rare, ma presenti, sono anche raffigurazioni del leone privo sia del libro, sia della spada, sia talvolta dell'aureola (soprattutto nella rappresentazione statuaria).

Non rare le raffigurazioni in cui il leone poggia le zampe anteriori su una terra in cui spesso compare anche una città turrita e quelle posteriori sull'acqua: tale particolare rappresentazione intendeva indicare il saldo potere di Venezia sulla terra e sul mare[4].

Differenti versioni del Leone di San Marco[modifica | modifica wikitesto]

L'immagine del Leone di San Marco può essere rappresentata in 3 diverse posizioni:

Posizione Esempio Descrizione
andante Ovvero quando è possibile vedere per intero il corpo del leone di profilo, appoggiato su tre zampe mentre l'anteriore destra è poggiata sul libro: tipica raffigurazione presentata nelle bandiere e nelle grandi statue, dove vi era abbondanza di spazio per riportare la rappresentazione completa
rampante raffigurazione del 1651 Di profilo e ritto sulle zampe posteriori[5] e con le zampe anteriori regge il libro e la spada.
in moléca(pronunciato in mo'eca) Il leone è accovacciato e posizionato frontalmente con le ali spiegate a ventaglio assumendo un aspetto simile al granchio con le chele aperte (e in veneziano moléca è il nome dei piccoli granchi in periodo di muta). È una versione molto usata su spazi ridotti, per la semplicità e la compattezza grafica, soprattutto su monete, sigilli, stemmi e bassorilievi stiacciati.

Durante il dominio francese il leone marciano era rappresentato con il berretto frigio su sfondo celeste all'interno dello stemma del Regno d'Italia (1805-1814).

Durante il dominio Napoleonico il Comitato di Salute Pubblica, organo della Municipalità di Venezia, lamentando la pesante situazione politica della città, istituì una Giunta Criminale per avviare la repressione del dissenso e decretò la pena di morte per chiunque avesse pronunciato l'antico motto viva san Marco!. Inoltre centinaia di leoni alati e sculture raffiguranti la Repubblica di Venezia vennero distrutti.

Il simbolo del Reggimento lagunari "Serenissima" (detto "MAO" acronimo che deriva da "Mostrina Avambraccio Ordinaria", in quanto detto simbolo viene portato sull'avambraccio delle uniformi dei lagunari) è rappresentato da un Leone di San Marco in mo'eca nella sua versione popolarmente detta «da guerra» (quindi libro chiuso e spada alzata), a cui fanno da cornice un'ancora e due fucili.

Ai piedi del monumento equestre a Vittorio Emanuele II (realizzato da Ettore Ferrari nel 1887) situato in Riva degli Schiavoni, il Leone Marciano ruggente, posto davanti alla personificazione dell'Italia, posa simbolicamente la zampa anteriore sinistra su una lapide con i risultati del plebiscito del Veneto del 1866 (che sancì l'unificazione delle province venete al Regno d'Italia), posta a sua volta sul libro che reca la tradizionale scritta "Pax Tibi Marce/Evangelista Meus"[6].


Il Leone bronzeo di San Marco[modifica | modifica wikitesto]

Quest'opera è un grande leone-grifo prodotto nel primo ellenismo orientale da un artista greco o greco-ionico, risalente tra la fine del IV secolo a.C. e l'inizio del III secolo a.C.

Il felino bronzeo sembra essere parte di un'opera più complessa e ampia, dedicata a Sàndon, divinità protettrice della città di Tarso, situata nella regione della Cilicia.

Il leone marciano è collocato sopra a una delle due colonne presenti a Venezia, nella piazza San Marco. La data della sua collocazione è incerta: Maria Scarfi ritiene che la statua sia stata posta verso la fine del XII secolo, mentre la rispettiva colonna sarebbe stata collocata precedentemente. La prima documentazione sulle colonne della Piazza, tuttavia, risale al 1283, una decade precedente alla prima testimonianza legata al leone marciano, risalente al 1293. Per questa ragione, Guido Tigler sostiene che il leone più probabile che il leone sia stato prelevato dai veneziani da Costantinopoli intorno al 1261, poco prima quindi della riconquista bizantina, e posto sulle colonne negli anni '60-'70 del sec. XIII. Il simbolo marciano diviene simbolo della Serenissima Repubblica e dunque simbolo politico non prima del 1270.
La statua tutt'oggi mantiene ancora la gran parte dei suoi tratti originari, salvo per diversi rimaneggiamenti avvenuti nel corso dei secoli, come quello in epoca proto-bizantina (IV-VI secolo a.C.) in cui il leone-grifo divenne solo leone, con la coda posta sul dorso; nella sua terza fase, nel XII o XIII secolo, ebbe l'aggiunta di piccole ali sollevate e di una piccola parte della criniera sul capo, forse per coprire la lacuna dovuta all'antica presenza del piede della divinità. Nella documentazione del 1293 si accenna a un restauro dell'opera, durante il quale vennero rimosse le piccole ali per essere sostituite dalla loro versione ingrandita e "ritagliata" ovvero con una definizione delle penne. Nel 1798, anno della caduta della repubblica, il leone viene trasportato a Parigi come bottino di guerra dall'esercito napoleonico, per poi tornare in patria nel 1815. Ciò fu possibile grazie alle delibere del Congresso di Vienna che optò per il ritorno del leone nella sua collocazione secolare e ormai ritenuta tradizionale. Tuttavia i soldati austriaci ruppero accidentalmente la statua durante la sua rimozione a Parigi e la riportarono a Venezia in 84 frammenti, dove lo scultore Bartolomeo Ferrari, in circostanze ristrette e con scarsità di mezzi, riparò la statua e rifece in bronzo le ali e la coda mentre altre parti furono forgiate in ottone. Fu rifatto in piombo il libro aperto , elemento che pare che esistesse già e dunque non un elemento di novità, come sembravano sostenere alcune ipotesi.[1]

Il Leone Marciano nei gonfaloni della Repubblica Serenissima[modifica | modifica wikitesto]

Lo stesso argomento in dettaglio: Storia di Venezia e Repubblica di Venezia.

La bandiera di Venezia e della sua storica Repubblica con sei frange finali

Il più antico gonfalone e simbolo di Venezia era probabilmente costituito da una croce dorata in campo azzurro (i colori dell'Impero Bizantino, di cui la città faceva formalmente parte).

Con la traslazione in città del corpo dell'evangelista san Marco e la sua adozione a santo patrono della città e dello Stato, si prese a raffigurare il santo in figura umana negli stemmi e nei gonfaloni pubblici.

Le prime raffigurazioni di san Marco in forma di leone alato sembra fossero adottate nel 1261[7], quando con la caduta dell'Impero Latino Venezia strinse maggiori rapporti con l'Egitto, terra il cui sultano, Baybars, innalzava un leone andante quale stemma, e il porto di Alessandria d'Egitto, città di cui il santo era stato primo vescovo. In quest'epoca la raffigurazione preminente era quella del leone in moleca. A metà del XIV secolo si iniziò poi a esporre gonfaloni nei quali campeggiava il classico Leone Marciano andante con libro e spada. Nella stessa epoca tale iconografia venne in generale adottata quale simbolo dello Stato.

Il gonfalone presentava il Leone Marciano su campo azzurro bordato di croci e decorazioni dorate su fascia rossa. Le sei fiamme rappresentavano i sei sestieri della città (oggi, nell'attuale bandiera del Veneto compaiono invece una fascia per ciascuna delle sette province).

Le navi della flotta usavano invece esporre lo stesso gonfalone, ma con campo rosso (come nell'attuale gonfalone della città di Venezia), colore sin dall'epoca romana associato alla forza militare.

Il Leone Marciano compariva poi inquartato anche nel tricolore dell'effimera Repubblica di San Marco, durante i moti risorgimentali del 1848.

Venne inoltre utilizzato per la bandiera delle Isole Ionie, antico possedimento veneziano, sotto protettorato russo-turco come Repubblica delle Sette Isole Unite (1800-1807 e 1815-1817) e successivamente come protettorato inglese come Stati Uniti delle Isole Ionie (1817-1864). Nella bandiera di questi due stati il leone reggeva una Bibbia chiusa su sette frecce che simboleggiavano le sette isole (Corfù, Cefalonia, Zante, Santa Maura, Itaca, Cerigo e Paxos). Nella bandiera degli Stati Uniti venne aggiunta nel cantone la Union Flag britannica[8].

Attuale bandiera della città di Venezia[modifica | modifica wikitesto]

Con decreto del presidente della Repubblica 8 gennaio 1997, che segue quello del 6 novembre 1996 che stabiliva stemma e gonfalone, si stabilisce l'attuale foggia della bandiera e del sigillo della città di Venezia.

«Drappo alto cm 100, lungo cm 200, comprese le strisce di cui infra, di rosso seminato di fiamme d'oro, con la bordatura di rosso, orlata da filetti d'oro, interni ed esterni incrociantisi negli angoli ed ornata da ricami d'oro, caricata da otto quadretti di rosso, posti tre in alto, tre in basso, due nei fianchi, recanti i seguenti emblemi: in alto verso l'asta, l'arcangelo Gabriele, centralmente la sacra Colomba; attigua alle strisce, la beata Vergine annunziata; in basso verso l'asta, il simbolo di San Matteo Evangelista; centralmente la beata Vergine con il divin Figlio; attiguo alle strisce, il simbolo di san Luca evangelista; nei fianchi verso l'asta, il simbolo di san Marco evangelista; attiguo alle strisce, il simbolo di san Giovanni evangelista; tutti i detti simboli e le dette figure al naturale. Il drappo sarà caricato dal Leone Marciano, passante, sostenuto dal ristretto recante a sinistra la fascia desinente a punta, simboleggiante il mare ondoso, sostenente a destra il monticello cimato dal castello torricellato di tre pezzi, la torre centrale sostenente il vessillo con il drappo sventolante a sinistra; il leone tenente con la zampa anteriore destra il libro aperto recante le parole nella prima facciata, in quattro righe, PAX TIBI MARCE, nella seconda facciata, similmente in quattro righe EVANGELISTA MEUS; il tutto d'oro, con la scritta in lettere maiuscole romane di nero.»
(Decreto del presidente della Repubblica 8 gennaio 1997.)

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Martin Garrett, Venice. Signal. ISBN 1-902669-29-0
  2. ^ Giorgio Aldrighetti, L'araldica e il leone di San Marco. Le insegne della provincia di Venezia, Marsilio, Venezia 2002. ISBN 88-317-8071-9
  3. ^ Articolo de L'Arena di venerdì 18 aprile 2008, p. 22.
  4. ^ www.iagi.info, su iagi.info. URL consultato il 20 ottobre 2008 (archiviato dall'url originale il 7 settembre 2008).
  5. ^ De Biasi, p. 15
  6. ^ Monumento a Vittorio Emanuele II, su venipedia.it. URL consultato il 6 ottobre 2016.
  7. ^ Maria Pia Pedani, Venezia tra Mori, Turchi e Persiani
  8. ^ Jonioetc

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Alberto Rizzi, I Leoni di San Marco, Venezia, Arsenale Editrice, 2001, 2 voll.
  • Alberto Rizzi, I Leoni di San Marco, Sommacampagna, Cierre Edizioni, 2012, 3 voll.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ I leoni di San Marco - Alberto Rizzi - Libro - Cierre Edizioni - | IBS, su www.ibs.it. URL consultato il 29 maggio 2019.