Uraninite
Uraninite | |
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Classificazione Strunz | 4.DL.05 |
Formula chimica | UO2 |
Proprietà cristallografiche | |
Gruppo cristallino | monometrico |
Sistema cristallino | cubico |
Gruppo puntuale | 4/m 3 2/m |
Gruppo spaziale | F m3m |
Proprietà fisiche | |
Densità | 9,1 - 10,6 g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 5,5 - 6 |
Sfaldatura | difficile |
Frattura | concoide |
Colore | nero, grigio, bruno |
Lucentezza | da submetallica a grassa |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
L'uraninite o, se in forma colloidale, pechblenda (da pitchblende = blenda picea - un termine usato dai minatori tedeschi) è un minerale ed è una delle principali fonti naturali di uranio.
Abito cristallo[modifica | modifica wikitesto]
I cristalli sono rari e nella maggior parte dei casi la struttura cristallina dell'uraninite è distrutta dall'elevata radioattività dei campioni stessi (metamitizzazione). Le forme più frequenti sono il cubo, l'ottaedro e il cubottaedro.
Origine e giacitura[modifica | modifica wikitesto]
L'uraninite cristallizzata è caratteristica delle pegmatiti e di taluni giacimenti metalliferi. Come pechblenda il minerale era noto sin dal XV secolo nel giacimento di Jáchymov (in Repubblica Ceca), dal quale provennero i campioni che Franz Ernst Brückmann descrisse per la prima volta nel 1727. Sempre dal giacimento di Jáchymov provenne la pechblenda dalla quale Marie Curie isolò il radio e il polonio. Gli esemplari più grandi di uraninite, anche 20 cm di lato, provengono da Shinkolobwe, nello Shaba (Repubblica Democratica del Congo).
In Italia piccoli cristalli di questo minerale provengono da Montescheno (nella Valle Antrona, Verbania) e da Piona (sul Lago di Como). A Novazza, in Val Seriana (Bergamo), c'è un giacimento di pechblenda nel quale l'AGIP Mineraria fece una galleria di prospezione, ma verso la fine degli anni settanta i lavori cessarono a causa di timori di rischi ambientali.
Forma in cui si presenta in natura[modifica | modifica wikitesto]
Cristallizza in forme prevalentemente cubiche o cubottaedriche, raramente in soli ottaedri o rombododecaedri. Si può rinvenire anche in aggregati dendritici di piccoli cristalli oppure in masse compatte, granulari o concrezionate.
Pechblenda[modifica | modifica wikitesto]
Costituisce una forma non cristallina e forma masse nere mammellonari, noduli e strutture lamellari oltre che come aggregati di strutture sferulitiche. Presenta frattura concoidale, lucentezza cerosa-grassa e la polvere è nera-olivastra. Ha durezza Mohs fra 4 e 5 e massa volumica fra 6,5 e 8,5.
Da un punto di vista chimico, l'uraninite e la pechblenda sono costituite da un reticolo di UO2 con una massa amorfa costituita da ossidi ricchi di ossigeno. Le dimensioni del reticolo sono tanto più piccole quanto più è alto il tasso di UO2.[1] Si ritiene che la disintegrazione (decadimento) dell'UO2 produca piombo 206Pb e 207Pb e due atomi di ossigeno che si fissano al restante UO2.
Note[modifica | modifica wikitesto]
- ^ (FR) Claude Guillemin, Minéraux d'uranium du Haut Katanga, Tervuren, Les amis du Museée Royal du Congo Belge, 1958.
Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]
- Daniele Ravagnani. I giacimenti uraniferi italiani, Gruppo Mineralogico Lombardo
Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]
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Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]
- (EN) Webmineral, su webmineral.com.
- (EN) Mindat, su mindat.org.
- (EN) Handbook of Mineralogy, Mineralogical Society of America (PDF), su handbookofmineralogy.org.