Umberto Grosso
Umberto Grosso | |
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Nascita | Pinerolo, 4 ottobre 1890 |
Morte | Mar Mediterraneo, 29 marzo 1941 |
Cause della morte | morto in combattimento |
Dati militari | |
Paese servito | Italia |
Forza armata | Regia Marina |
Grado | Sottotenente del CREM |
Guerre | Guerra italo-turca Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Battaglia di Punta Stilo Battaglia di Capo Matapan |
Decorazioni | vedi qui |
Studi militari | Regia Accademia Navale di Livorno |
dati tratti da Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1920-1941)[1] | |
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Umberto Grosso (Pinerolo, 4 ottobre 1890 – Mar Mediterraneo, 29 marzo 1941) è stato un militare e marinaio italiano, insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria nel corso della seconda guerra mondiale.
Biografia
[modifica | modifica wikitesto]Nacque a Pinerolo il 4 ottobre 1890.[2] Arruolatosi volontario nella Regia Marina nel 1908 ed assegnato alla categoria Cannonieri, al termine del corso si imbarcò sulla nave da battaglia Regina Elena con la quale partecipò poi alla guerra italo-turca del 1911-1912 come sottocapo.[2] Partecipò alla prima guerra mondiale imbarcato sulla nave da battaglia Conte di Cavour e fino al conseguimento del grado di capo di 1ª classe, ebbe lunghi periodi di imbarco sulle unità di superficie, intercalati da brevi periodi trascorsi a terra, presso depositi di munizioni.[2] Nel 1938 venne destinato alla Regia Accademia Navale di Livorno, dove conseguì la promozione a sottotenente del CREM e nel luglio 1940, a guerra già iniziata, dalla nave da battaglia Giulio Cesare passò sull'incrociatore pesante Zara, con il quale partecipò alla battaglia di Punta Stilo (9 luglio 1940).[2] A bordo dello Zara prese poi parte alla battaglia di Capo Matapan del 28 marzo 1941, nella quale l'unità, colpita dal fuoco concentrato di tre navi da battaglia inglesi, fu gravemente danneggiata ed immobilizzata.[2] All'ordine di autoaffondamento impartito dal comandante Luigi Corsi, si portava, con il vicecomandante Vittorio Giannattasio, ad innescare le cariche nel deposito munizioni, scomparendo nell'immane esplosione che travolse la nave verso le 2:30 del 29 marzo.[2] Per onorarne il coraggio fu insignito della medaglia d'oro al valor militare alla memoria.[2]
La Marina Militare gli ha intitolato una corvetta antisommergibile della Classe Pietro De Cristofaro, in servizio dal 1966 al 1994.[2]
Onorificenze
[modifica | modifica wikitesto]— Regio Decreto 18 maggio 1942.
Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare 1965, p. 625.
- ^ a b c d e f g h Alberini, Prosperini 2016, p. 276.
- ^ Medaglia d'oro al valor militare Grosso Umberto, su quirinale.it, Quirinale. URL consultato il 3 ottobre 2014.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- Paolo Alberini e Franco Prosperini, Uomini della Marina, 1861-1946, Roma, Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Marina Militare, 2016, ISBN 978-8-89848-595-6.
- Giorgio Giorgerini, La guerra italiana sul mare. La Marina tra vittoria e sconfitta, 1940-1943, Milano, Mondadori, 2002, ISBN 978-88-04-50150-3.
- Gruppo Medaglie d'Oro al Valore Militare, Le medaglie d'oro al valor militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 625.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- Grosso, Umberto, su Combattenti Liberazione. URL consultato il 12 febbraio 2023.
- Grosso, Umberto, su Marina Difesa. URL consultato il 12 febbraio 2023.
- Grosso, Umberto, su MOVM. URL consultato il 12 febbraio 2023.
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