Ugo Costamagna

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Ugo Francesco Bonifacio Ferdinando Costamagna
NascitaSaluzzo, 1º marzo 1894
MorteTorino, 11 ottobre 1967
Dati militari
Paese servitoBandiera dell'Italia Regno d'Italia
Forza armataRegio Esercito
ArmaArtiglieria
Anni di servizio1913 - 1940
GradoGenerale di brigata
GuerrePrima guerra mondiale
Seconda guerra mondiale
CampagneFronte italiano (1915-1918)
BattaglieUndicesima battaglia dell'Isonzo
Decorazionivedi qui
dati tratti da Combattenti Liberazione[1]
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Ugo Francesco Bonifacio Ferdinando Costamagna (Saluzzo, 1º marzo 1894Torino, 11 ottobre 1967) è stato un generale italiano, decorato con la medaglia d'oro al valor militare a vivente nel corso della seconda guerra mondiale[2].

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Nacque a Saluzzo il 1 marzo 1894, figlio di Carlo, di professione impiegato, e Maria Cantamessa.[3] Nel 1913 frequentò il corso superiore presso la Scuola di agricoltura di Alba e poi, nel settembre 1914, fu ammesso a frequentare il corso per allievi ufficiali di complemento, conseguendo la nomina a ufficiale assegnato all'arma di artiglieria nell'aprile 1915.[1] Partecipò alla Grande Guerra in forza dapprima al 44º Reggimento artiglieria da campagna e poi nel 25º Reggimento artiglieria da campagna, passando in servizio permanente effettivo.[1] Divenuto tenente nel febbraio 1917, fu trasferito al 5º Reggimento artiglieria da campagna, rimanendo ferito sul Carso nell'ottobre dello stesso anno durante l'undicesima battaglia dell'Isonzo.[1] Dopo un breve periodo di addestramento sui carri d'assalto Renault FT-17, nel dicembre 1918 fu inviato in Tripolitania, assegnato alla 1ª batteria carri d'assalto leggeri.[1] Rientrato in Italia nel 1919, fu assegnato alla Regia Accademia Militare di Artiglieria e Genio di Torino e, con la promozione a capitano nel dicembre 1926, fu trasferito al 17º Reggimento artiglieria da campagna. Fu promosso maggiore nel giugno 1938. Dopo l'entrata in guerra del Regno d'Italia, avvenuta il 10 giugno 1940, venne mobilitato col grado di maggiore, assegnato alla Direzione di artiglieria del I Corpo d'armata per il servizio di rimozione e brillamento delle bombe d'aereo inesplose cadute nel territorio di pertinenza di detto corpo d'armata.[1] Ferito gravemente dallo scoppio di una bomba durante le fasi di rimozione della stessa, rimase cieco e, decorato con la medaglia d'oro al valor militare a vivente, fu trasferito nel R.O. (Ruolo d’Onore), dove conseguì la promozione a colonnello nel 1950 e a generale di brigata nel 1955.[1] Sposato con la signorina Teresa Stallo il 25 giugno 1945,[3] fu nominato presidente della sezione di Torino dell'Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra e fu chiamato a far parte del Consiglio Nazionale dell'Associazione con la carica di vicepresidente, dalla quale si dimise nel 1964.[1] Si spense a Torino l'11 ottobre 1967.[3] Una via di Saluzzo porta il suo nome.[3]

Onorificenze[modifica | modifica wikitesto]

Medaglia d'oro al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di elette doti di carattere e di senso del dovere spinto fino al sacrificio, si prodigava generosamente per cinque mesi nel diuturno, pericoloso e delicato lavoro di rastrellamento delle bombe inesplose lanciate da aerei nemici. Convinto che la intima conoscenza della costruzione e del funzionamento degli ordigni lanciati dal nemico avrebbe facilitato e reso più sicure le operazioni di rastrellamento, non esitava a procedere con grave rischio personale, alla scomposizione di parti di essi, riuscendo a ricavarne il disegno ed a stabilirne esattamente il funzionamento. Ferito gravemente alla faccia con perdita totale della vista in seguito allo scoppio di una bomba, con stoico coraggio esigeva che prima fossero soccorsi i suoi dipendenti feriti e soltanto allora consentiva di essere curato. Fulgido esempio di altruismo, alto senso del dovere e di responsabilità. Torino, giugno-dicembre 1940.[4]»
— Regio Decreto del 29 novembre 1941.[5]
Medaglia di bronzo al valor militare - nastrino per uniforme ordinaria
«Ufficiale di collegamento alla vigilia di una nostra cruenta offensiva, per accertare l'entità dei varchi aperti dal tiro della nostra artiglieria nei reticolati nemici, compiva ardite ricognizioni oltre le nostre linee più avanzate, fornendo preziose informazioni al comando di artiglieria divisionale. In una ricognizione, pur essendo rimasto ferito tutto il personale di scorta dipendente, proseguiva da solo ad assolvere il mandato ricevuto. Castagnevizza (Carso), 17-21 agosto 1917

Note[modifica | modifica wikitesto]

Annotazioni[modifica | modifica wikitesto]


Fonti[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ a b c d e f g h Combattenti Liberazione.
  2. ^ Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare 1965, p. 515.
  3. ^ a b c d Corriere di Saluzzo.
  4. ^ Medaglie d'oro al valor militare sul sito della Presidenza della Repubblica
  5. ^ Registrato alla Corte dei conti il 12 gennaio 1942, registro 1 guerra, foglio 315.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

  • Gruppo Medaglie d'Oro al Valor Militare, Le Medaglie d'oro al Valor Militare volume primo (1929-1941), Roma, Tipografia regionale, 1965, p. 515.

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

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